Riforma della sanità lombarda? A metà del guado. Le ultime settimane parlano di un lavoro intenso da parte della III Commissione Sanità e Politiche sociali di Regioni Lombardia, nell’audire una mole cospicua di “stakeholders e professionisti” tra i “più importanti” li definisce la vice presidente della Commissione, Simona Tironi (Forza Italia), parlando con True Pharma lo scorso 28 maggio a margine della kermesse annuale sul sistema salute “SDN 2021 – Turning Point” dove è intervenuta al panel “Ripensare la sanità: il cambio culturale per valorizzare i servizi al paziente” (Guarda il video).
Lombardia, proseguono i lavori per la riforma sanitaria
Lunedì 28 giugno al Pirellone è stato il turno di terzo settore e istituti religiosi con una maratona di interventi che ha visto comparire di fronte ai consiglieri regionali realtà come Aris, il Don Gnocchi, la Sacra Famiglia, Uneba, il Forum Terzo Settore, Confcooperative, Arlea e il Coordinamento regionale delle Asp Lombarde. Ma gli attori coinvolti nel processione conoscitivo-normativo sono decine: il 2 luglio è il turno della proposta di internalizzazione del servizio ambulanze in Lombardia con il Presidente Associazione Autisti Italiani e del diritto alla continuità terapeutica affettiva e relazionale degli anziani e delle persone con disabilità con i Referenti di Anchise e Medicina Democratica.
Sono coloro che “lavorano in connessione tra il territorio e l’ospedale” dice Tironi a True Pharma tracciando la via di cosa deve diventare la riforma della legge 23, cosiddetta “legge Maroni”. “Stiamo andando a capire ed espletare meglio quello che è il concetto delle cure primarie” dice con rifierimento anche le indicazioni della lineee guida della giunta capitanata da Attilio Fontana e Letizia Moratti e del Recovery Plan con la genesi di un Dipartimento di cure primarie interno ad ogni Azienda socio sanitaria lombarda. Ma anche “valorizzare e implementare gli infermieri di famiglia e il medico di medicina generale”. Son questi, per Tironi, “gli obiettivi fondamentali” che “porteremo avanti in Commissione Sanità a partire dal riordino della legge 23”. Senza buttare via il bambino con l’acqua sporca o, fuori di metafora, è convincimento della consigliera di Forza Italia che non tutto il sistema lombardo vada messo in cantina come conseguenza della pandemia. “Non la consideriamo una vera e propria revisione – spiega a True Pharma – perché crediamo profondamente che tutti i concetti riportati e ben dettagliati nella legge 23 siano ancora oggi validi ma devono essere messi a terra, anche tutto ciò che purtroppo in questi anni non siamo riusciti a realizzare”. Le parole chiave della riforma, in effetti, sono le stesse del 2015: libertà di scelta, universalismo e pubblico-privato.
De declinare come? “Il punto cardine è proprio la connessione tra il territorio e l’ospedale” al centro delle audizioni di queste settimane. “Da lì andremo a delineare quali sono ruoli e compiti di ogni struttura sul territorio, dalle Asst alle Ats” per far sì che “i nostri cittadini e pazienti lombardi o che per diverse ragioni scelgono la Regione Lombardia per farsi curare, possano trovare sul territorio e non solo all’interno delle strutture ospedaliere la risposta” e “sopratutto la strada giusta per essere seguiti nel modo più corretto possibile nel loro percorso di cura”.