Spesa farmaceutica? Per gli acquisti diretti (spesa ospedaliera), nel 2020, si è oltrepssato nuovamente il tetto programmato per legge. 2,7 miliardi di euro disavanzo, di cui 1,35 miliardi dovranno essere ripianati dalle aziende farmaceutiche. Lo fa sapere IQVIA – il provider globale di dati, analisi, consulenza e tecnologie innovative in ambito farmaceutico – nell’ambito delle sue indagini sui consumi rilevati per la spesa farmaceutica. Di più. La metà del disavanzo dovrà essere ripiano dalle aziende attraverso il meccanismo noto come payback, istituito nel 2015 e che da allora ha dato scarsi risultati al principio della compartecipazione di spesa, per intrinseci problemi di inapplicabilità.
La spesa farmaceutica è sottofinanziata
Il payback è stato di recente emendata in Legge di Bilancio modificando alcune percentuali e tempistiche ma lasciando, di fatto, l’impianto invariato. “Negli ultimi anni – dichiara Sergio Liberatore, amministratore delegato di IQVIA Italia – la pressante esigenza di garantire la sostenibilità economica del servizio sanitario nazionale ha portato all’attuazione di una serie di interventi che penalizzano l’industria farmaceutica in Italia. Infatti, le aziende devono ripianare, con il sistema del payback, la metà del disavanzo per farmaci del Servizio Sanitario Nazionale. La restante parte è pagata dalle singole Regioni in base al loro superamento del budget assegnato”. L’ad di IQVIA si esprime anche sulle recenti modifiche approntate dal Parlamento. “Nonostante l’aumento previsto nel 2021 per il tetto della spesa per acquisti diretti, la spesa farmaceutica rimane sottofinanziata”. “E’ importante – dice Liberatore – che questo tema torni a essere una priorità della politica. Ciò sarà essenziale, a maggior ragione, dopo questa crisi sanitaria quando ci sarà un bisogno ulteriore di farmaci innovativi. E’ improprio fissare un tetto di spesa farmaceutica così basso quando si sa che verrà sfondato per oltre due miliardi di euro”. Guardando ai numeri disaggregati, la fotografia di IQVIA rilasciata il 12 gennaio mostra come per gli acquisti diretti di farmaci (compresi quelli in distribuzione diretta e per conto – DPC ed escluso l’esborso per i gas medicinali), il tetto di spesa fissato per legge era stato ridotto dal 6,89% al 6,69% del totale fabbisogno del Servizio sanitario nazionale (pari a 119 miliardi di euro). Da questo computo vano comunque esclusi i farmaci innovativi e innovativi oncologici che rientrano in due fondi da 500 milioni di euro ciascuno e la cui spesa nel 2020 si stima possa restare all’interno del finanziamento previsto. Calano rispetto al 2019 di 2,8 miliardi gli acquisti diretti di Farmaci H – prodotti somministrati soltanto in ospedale -ma il delta viene compensato dalla forte crescita del canale in distribuzione diretta, in particolare DPC. Invece è la spesa convenzionata (ricetta rossa) a rientrare ampiamente all’interno del tetto previsto, in leggera diminuzione (-1,7%), attestandosi su quota 8 miliardi di euro e portando un risparmio rispetto di 1,5 miliardi di euro. Un avanzo positivo che non andrà a compensazione della spesa diretta. Si tratta di numeri che sono figli anche in parte della situazione pandemica che si è abbattuta sull’Italia. “La pandemia ha avuto un enorme impatto economico – prosegue Sergio Liberatore –. A seguito dell’emergenza Covid-19 il Governo ha adottato misure che, per il 2020, incrementano il fabbisogno sanitario di ulteriori 4,6 miliardi di euro”. Nel 2021 – chiude l’ad di IQVIA – la situazione dovrebbe essere meno penalizzante per le aziende farma. Infatti nella Finanziaria 2021 è prevista una modifica alle percentuali che definiscono i due tetti di spesa. Il tetto per la spesa di acquisti diretti passa da 6,69% a 7,65%. Nel 2020, se si applicasse la nuova percentuale al tetto della spesa per acquisti diretti, le aziende farmaceutiche complessivamente avrebbero avuto un risparmio di circa 572 milioni di euro. Questa ridefinizione dei tetti per il 2021 è vincolata ai pagamenti delle somme previste per il payback 2018 ancora pendenti a causa di molteplici ricorsi legali”