Solo il 4% delle Tac negli ospedali italiani ha meno di 10 anni. E hanno superato il decennio il 92% dei mammografi convenzionali, il 91% dei sistemi radiografici fissi convenzionali, l’80,8% delle unità mobili radiografiche convenzionali, il 30,5% delle risonanze magnetiche chiuse. Il ‘parco macchine’ delle strutture sanitarie invecchia e sono 37mila le apparecchiature di diagnostica per immagini non più in linea con il livello tecnologico attuale. A fotografare l’anzianità di servizio delle dotazioni di diagnostica per immagini in uso nel pubblico e nel privato sono i dati 2021 presentati oggi a Roma dall’Osservatorio parco installato (Opi) di Confindustria dispositivi medici, in collaborazione con la Società italiana di radiologia medica e interventistica (Sirm) e l’Associazione italiana ingegneri clinici (Aiic).
Aniello Aliberti: “Spero che lo studio apra a programmazioni sostenibili e aperte all’innovazione”
“Nel corso degli anni, il parco istallato ha certamente risentito di una serie di fattori come la limitatezza dei finanziamenti dedicati alla sanità; l’assenza di attenzione all’innovazione nelle politiche pubbliche di acquisto; il permanere di livelli e logiche di rimborso delle prestazioni non incentivanti l’ammodernamento tecnologico. Questi fattori hanno contribuito a un quadro di significativa vetustà delle apparecchiature di diagnostica per immagini”, spiega Aniello Aliberti, presidente Elettromedicali & Servizi integrati di Confindustria dispositivi medici, augurandosi che lo studio “sia utile per definire programmazioni sostenibili e aperte all’innovazione” e come “riferimento per individuare le tecnologie su cui è prioritario intervenire con gli investimenti previsti dal Pnrr”, Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Antonio Orlacchio: ” C’è bisogno di un adeguato reclutamento e di una valorizzazione economica dei radiologi”
“Il Pnrr – afferma Antonio Orlacchio della Sirm – ha previsto l’ammodernamento del parco tecnologico con la sostituzione di 3.133 apparecchiature installate da oltre 5 anni. Le risorse del Piano non appaiono, però, completamente sufficienti a sopperire alle criticità emerse dallo studio e si prevede serviranno altre risorse per mettere il sistema sanitario e i radiologi in condizione di operare al meglio. Tuttavia, investire nelle sole apparecchiature non è sufficiente. C’è bisogno di un adeguato reclutamento e di una valorizzazione economica dei radiologi, del personale tecnico e infermieristico, per assicurare il più efficace e completo funzionamento delle apparecchiature, per cui è necessario prevedere investimenti anche in tale ambito altrimenti si corre il rischio di sottoutilizzare le apparecchiature di imaging”.