Si parte da 158mila italiani per poi arrivare, nel 2026, a ben 792mila italiani con malattie croniche. Sono i numeri dei pazienti che saranno assistiti dalla telemedicina, pronta a partire nel 2024 con visite on line, controlli dei parametri a distanza o consulti tra più specialisti sulle patologie di cui soffrono.
Importanti differenze regionali: numeri alti in Lombardia
Come riporta un articolo del Sole 24 Ore, nel 2024 partiranno i primi servizi di telemedicina previsti dal Pnrr – che su questa nuova frontiera delle cure investe in tutto 1 miliardo – , per poi crescere l’anno successivo quando saranno raggiunti entro settembre oltre 475mila pazienti e salire ancora nel 2026 (sempre nel terzo trimestre) quando dovranno essere raggiunti dal telemonitoraggio ben 792mila italiani con malattie croniche. Con differenze regionali anche importanti: la Lombardia, per esempio, passerà dai 40mila pazienti cronici assistiti in telemonitoraggio nel 2024 ai 200mila nel 2026 mentre nel Lazio i numeri si fermano a 3410 (il prossimo anno) e 17050 (nel 2026) del Lazio.
I numeri sono contenuti nei Piani operativi regionali appena approvati che definiscono per ogni Regione il fabbisogno di servizi minimi di telemedicina
I numeri sono contenuti nei Piani operativi regionali appena approvati che definiscono per ogni Regione il fabbisogno di servizi minimi di telemedicina e quindi il numero delle persone da assistere: proprio nei giorni scorsi in Conferenza Stato Regioni è stato approvato il decreto di riparto che stanzia 430 milioni vincolati all’acquisto sulla base della gare fatte dalle Regioni capofila (Lombardia per i servizi minimi di telemedicina e Puglia per le postazioni di lavoro), con 50 milioni assegnati in qualità di soggetto attuatore dell’investimento all’Agenas, l’Agenzia per i servizi sanitari regionali che è anche Agenzia per la sanità digitale.
Le prestazioni in telemedicina
Si tratta di quelle delineate nei provvedimenti firmati dal ministero della Salute e in particolare: televisite, telemonitoraggi e telecontrolli e teleconsulti. E con la piattaforma nazionale che avrà il compito di assicurare che le prestazioni siano erogate in modo omogeneo in tutta Italia rispettando appunto gli standard nazionali attraverso tutta una serie di strumenti (codifiche, nomenclatori ecc.) .