La corsa di Milano per ospitare il Tribunale dei Brevetti dell’Unione Europea continua. Una prima conferma è arrivata ieri dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, con parole rassicuranti rilasciate a Il Giorno: “La situazione sta evolvendo a favore di Milano e dell’Italia, inizialmente isolata” rispetto alle candidature di Francia e Germania. E gli sforzi condotti dal governo di Giorgia Meloni “e da quello precedente” hanno ormai assicurato che Milano ospiterà “una delle sedi” dell’organismo giudiziario, in via di trasferimento dopo l’uscita del Regno Unito dall’Ue sancita dalla Brexit.
Tribunale europeo dei brevetti, a Milano competenza sulla farmaceutica?
Meno certezze si hanno sulle competenze. Sarebbe stato raggiunto un accordo preliminare con la Germania sul fatto che il capoluogo lombardo sarà sede del Tribunale “almeno per la farmaceutica”, settore oggi cruciale in materia di brevetti. L’indotto legale dei contenziosi tra aziende farmaceutiche si aggira attorno ai 300/350 milioni contando che il 52% dei farmaci europei è prodotto tra Roma e Milano. Ma, dal primo giugno, con l’ingresso in vigore del nuovo regolamento sui brevetti, che prevede una tutela più ampia, estesa a tutta l’Europa, e a prezzi inferiori, si prospetta una dinamica sconveniente a una eventuale sede milanese. Secondo alcuni esperti, sul piano giuridico, questo smembramento di competenze renderebbe ingestibile il sistema, perché in molti casi farebbe sdoppiare le cause in materia chimica e farmaceutica, con enorme aggravio di costi specie per le Pmi.