A lanciare la bomba è Fondazione The Bridge: 1,4 milioni di screening oncologici saltati e otto mesi per avere una diagnosi precoce. Otto mesi per una malattia che, come dice la Presidente della Fondazione, Rosaria Iardino, “non aspetta”. “Le altre malattie non si fermano – dice la numero uno della storica fondazione milanese con al centro della propria attività il diritto alla salute –. Già nella prima fase dell’epidemia avevamo acceso un riflettore sulla non erogazione di prestazioni di visite ed interventi chirurgici a causa dello stop per via del Covid-19. Abbiamo dei dati in cui si dimostra che fino a giugno ci sono state circa 51 milioni di prestazioni non erogate e parliamo di cardiologiche, dermatologiche, oculistiche ma soprattutto quelle oncologiche”. “Ad oggi – continua Iardino – questo numero enorme di visite in attesa purtroppo non è stato smaltito. Se a questi dati si aggiunge il milione e quattrocentomila screening non effettuati in oncologia, si comprende la nostra preoccupazione”.
Il tema degli “invisibili” del Covid ormai è aperto su più fronti. “Questa è una situazione che genera una tale quantità di reazioni psicologiche dove si rischia di non curare, non intercettare o non riconoscere sin dalla richiesta di accesso ai servizi” dice a True Pharma il dottor Mauro Percudani, Direttore del Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze dell’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano. I servizi psichiatrici hanno operato per mantenere i contatti con tutti i pazienti nei mesi duri della primavera. “Fin dall’inizio – dice Percudani – le indicazioni sono state di tenere aperti i servizi mantenendo il contatto con i pazienti e sviluppando, durante l’emergenza, le attività da remoto”. C’è però una seconda questione che tanti sottovalutano: che impatto sta avendo la pandemia dal punto di vista emotivo e psicologico sia sui pazienti noti al sistema ma soprattutto su quelli sconosciuti ai servizi? L’allarme l’ha lanciato ormai la stessa Organizzazione mondiale della sanità. Per il Direttore della Salute Mentale del Niguarda “c’è un crescere di reazioni da stress, di fatica psicologica di carattere emotivo che forse è al di sopra della nostra capacità di reagire”. Questo perché “anche persone che non soffrono di ansia, depressione o scompensi emotivi rischiano”. Il motivo? Può essere l’impatto di una quarantena forzata; un lutto senza alcuna spiegazione o capacità di razionalizzare; un isolamento per settimane dal proprio contesto familiare e sociale. Situazioni che, chiude Percudani, “possono avere quadri importanti che necessitano di trattamento tempestivo e appropriato”.