di Francesco Floris
“È una fase diversa”. Ne è convinto Massimiliano Boggetti, Presidente di Confindustria Dispositivi Medici, di fronte alle sfide che la pandemia obbliga ad affrontare nei prossimi mesi “Ora non siamo più isolati – dice a True-News.it Boggetti – c’è un coordinamento internazionale soprattutto a livello dei vaccini con un approccio di natura europea e risorse comunitarie”. Riferimento chiaro a quello che ha detto il collega Massimo Scaccabarozzi, Presidente di Farmindustria, intervistato da La7. Di fronte ai numeri attuali – 212 progetti sul vaccino, 48 in studio sull’uomo e 11 nella fase tre di sperimentazione – ha invitato la Commissione europea e i Paesi membri a proseguire sulla strada degli Accordi di Acquisto Anticipato finanziati con l’Emergency Support Instrument con le aziende per entrare “virtualmente” in possesso di milioni di dosi del vaccino ed evitare che a studi completati si scateni la lotta internazionale fra Paesi anche della stessa Unione. Una mossa che si inserisce nella Strategia Europea sui Vaccini adottata il 17 giugno 2020 e che mira a garantire a tutti i cittadini del vecchio continente vaccini di alta qualità, sicuri, efficaci e convenienti. Un coordinamento tanto più importante perché “il nostro tessuto industriale sui dispostivi medici è carente dal punto di vista della produzione domestica e quindi necessita di relazioni con l’estero per l’import” spiega il Presidente di Confindustria DM.
Cosa serve oltre alla “scoperta” del vaccino per non farsi trovara impreparati? “Si sta approcciando con tecnologie diverse e quindi diverse sono le modalità di distribuzione a cominciare da trasporto e stoccaggio in condizioni di temperatura fino a meno 80 gradi”. O ancora: “Rispetto alla normale influenza, dove il vaccino si effettua con una siringa pre-riempita, in questo caso le aziende farmaceutiche hanno scelto di immettere sul mercato flaconi a disposizione del medico che inietta il vaccino nell’individuo, e quindi il kit va accoppiato con la siringa di iniezione, in alcuni casi una doppia siringa per doppia iniezione” spiega Boggetti. Sono siringhe di tipo “non standard” e con caratteristiche particolari. Come “la capacità di aspirare la quantità corretta di vaccino e quindi micro graduate, senza creare quelli che in gergo si definiscono ‘volumi morti’ dove lo stantuffo aspira anche aria che potrebbe creare disagi di fronte a vaccinazioni di massa come in questo caso”.
Infine la campagna vaccinale, quando sarà possibile, non deve far calare l’attenzione sui test diagnostici: “È auspicabile che vengano effettuati sulla popolazione test sierologici quantitativi per misurare gli anticorpi specifici e per identificare quelli neutralizzanti nella fase post vaccinazione”. Si tratta di una questione cruciale per comprendere l’efficacia delle azioni contro il Covid da accoppiare con una “maggiore comprensione della durata della copertura”.