Perché questo articolo potrebbe interessarti? Il 24 febbraio 2022 ha cambiato gli equilibri geopolitici globali. A distanza di un anno dallo scoppio della guerra in Ucraina il mondo si sta spostando verso nuove logiche. Da una parte troviamo il blocco occidentale, formato da Stati Uniti ed Europa. Dall’altro l’asse Russia-Cina. In mezzo ai due estremi troviamo il club dei Paesi non allineati e le rampanti monarchie arabe del Golfo. Quale ruolo per l’Italia?
L’effetto più immediato dello scoppio della guerra in Ucraina è stato quello di allontanare Russia e Occidente. È tuttavia difficile districarsi nel mosaico di alleanze venutosi a creare all’indomani del 24 febbraio 2022, tra nuove alleanze e nuovi muri.
Possiamo subito notare due macro tendenze. Da una parte Mosca si è indirizzata verso l’Asia, dove Vladimir Putin ha potuto aggrapparsi al salvagente economico gettato dalla Cina. Il Cremlino può inoltre ancora contare sulle relazioni con numerosi governi non allineati, molti dei quali alleati del blocco occidentale. Pensiamo all’India, al Sud Africa e, più in generale, ai cosiddetti Paesi BRICS.
Dall’altro lato, l’Europa si è riscoperta ancor più atlantista, legata non più solo militarmente, ma anche commercialmente agli Stati Uniti. In tutto questo l’Italia deve capire al più presto quale ruolo giocare nel mondo del post conflitto ucraino. Appurato e più volte ribadito il sostegno a Kiev, Roma è chiamata a mantenere un atteggiamento pragmatico per non precludere opportunità e interessi nazionali, dalle relazioni energetiche con il Medio Oriente a quelle economico-commerciali con l’Asia.
I Paesi non allineati
Gli equilibri internazionali sono stati scossi dalla formazione di almeno due gruppi di Paesi che non hanno alcuna intenzione di affrontare il tema della guerra in Ucraina. Il Sud Africa, ad esempio, sta effettuando un’esercitazione militare congiunta con la Russia e la Cina, che secondo alcuni analisti equivarrebbe ad un’approvazione dell’operazione militare lanciata da Mosca sul territorio ucraino.
Dal canto suo il governo sudafricano sostiene di restare neutrale riguardo al conflitto e di ospitare regolarmente esercitazioni simili con altri Stati. La Casa Bianca è però stata chiarissima: “Gli Stati Uniti sono preoccupati per qualsiasi Paese che si esercita con la Russia mentre la Russia combatte una guerra brutale contro l’Ucraina”.
Ricordiamo, inoltre, che il Sudafrica si era precedentemente astenuto da un voto delle Nazioni Unite che condannava l’invasione russa. E che ha anche rifiutato di unirsi agli Stati Uniti e all’Europa nell’imporre sanzioni contro Mosca.
Il caso del Sud Africa è emblematico del clima internazionale che si respira oltre i confini occidentali. Dove ciascuno Stato intende tutelare i propri interessi anziché entrare a gamba tesa in un conflitto giudicato lontano e regionale.
Verso nuovi equilibri?
Nel frattempo la Cina si è fatta avanti per proporre una mediazione di pace. La sensazione, come ricostruito da True-News, è che Pechino possa intercedere con Mosca in cambio di agevolazioni economiche. Detto altrimenti, non sappiamo se l’intervento cinese avrà successo. Ma, in ogni caso, per provarci il Dragone chiede all’Europa di ristabilire normali contatti economici. E all’Italia, implicitamente, di non mollare l’accordo sulla Via della Seta.
C’è infine da segnalare il dinamismo mostrato dai Paesi del Golfo. Dal Qatar agli Emirati Arabi, passando per l’Arabia Saudita, chi ha risorse energetiche da vendere vuole incassare il più possibile. Ora che non ci sono più gas e petrolio russi ad alimentare il motore europeo, Bruxelles ha bisogno di nuovi partner energetici.
E chissà che il trasferimento di denaro dal nord al sud del mondo non possa creare, in un futuro non troppo lontano, nuovi protagonisti globali. Certo è che gli equilibri geopolitici stanno per cambiare. O forse sono già cambiati.