Perchè questo articolo potrebbe interessarti? Marco Carnelos, da ex ambasciatore italiano in Iraq e inviato speciale per la Siria, è un grande esperto di geopolitica. Una personalità di rilievo per commentare i presunti finanziamenti della Russia per influenzare i partiti politici di mezzo mondo.
300 milioni di dollari spesi dalla Russia in otto anni, secondo l’intelligence americana, per influenzare e finanziare partiti politici in mezzo mondo. Per Marco Carnelos, ex ambasciatore italiano in Iraq, già inviato speciale per la Siria e il processo di pace israelo-palestinese, esperto di questioni diplomatiche e geopolitica, “si tratta di una cifra tutto sommato modesta”.
Carnelos: “Per esperienza so che questi rapporti sono piuttosto generici”
“Noi occidentali che facciamo le stesse cose, anche se su scala più ampia, spendiamo cifre ben superiori”, aggiunge Carnelos in un colloquio con True-News.it. L’ex diplomatico, tra i commentatori più in vista della guerra in Ucraina, ridimensiona la portata del rapporto degli 007 Usa sui finanziamenti del Cremlino alla politica in Europa, Africa e Asia del Sud. Un rapporto che, però, ha infiammato la campagna elettorale italiana. “Non ho visto il rapporto anche se per esperienza so che questi rapporti sono piuttosto generici perché se dovessero citare elementi specifici potrebbero svelare fonti o gli strumenti utilizzati per acquisire le informazioni ottenute che invece dovrebbero restare confidenziali”, prosegue il ragionamento di Carnelos.
Carnelos: “Per l’Italia, mancando elementi precisi si può distinguere tra profilo politico e legale”
Che ammorbidisce anche il tema dei sospetti sui partiti politici italiani, su cui ancora è in corso un balletto di smentite e indiscrezioni non confermate, e i collegamenti tra questa vicenda e le opinioni dei leader italiani sul conflitto tra Kiev e Mosca. “Quanto all’Italia, in assenza di elementi precisi si può solo distinguere tra i diversi profili, tra quello politico, ovvero l’opportunità di intrattenere rapporti di tipo politico con la Russia, da quello potenzialmente penale che attiene invece a precise elargizioni di denaro. Su quest’ultimo aspetto non vi sono ancora elementi a quanto mi risulta”, spiega l’ex ambasciatore a Baghdad, facendo un distinguo tra la vicinanza politica a Vladimir Putin e le prove di acquisizione di rubli da parte della Russia. Carnelos mette in guardia da una semplificazione, da quella che definisce “una forzatura”. “Occorre tuttavia sgombrare il campo da possibili equivoci, ovvero equiparare una qualsivoglia analisi politica sul conflitto in Ucraina, che prenda in considerazione anche il punto di vista della Russia, come una prova di essere sul libro paga di Mosca. Questa sarebbe una palese forzatura”, sottolinea l’esperto parlando con True-News.it.
I dubbi di Carnelos sui tempi di uscita della notizia
Carnelos, piuttosto, avanza dubbi sui tempi dell’uscita della notizia arrivata da Washington, quantomeno per quanto riguarda l’Italia, alle prese con le ultime battute di una campagna elettorale caratterizzata dalle polemiche sulla politica estera. “La tempistica della pubblicazione del rapporto Usa può certamente apparire sospetta, ma anche in questo caso prima di partire con un eventuale processo alle intenzioni statunitensi occorrerebbe avere elementi precisi”, continua l’ex ambasciatore, ribadendo però una posizione cauta sulle eventuali intenzioni statunitensi. L’esperto invita ad analizzare un altro aspetto della questione: “Mi stupisce invece che nessuno si sia soffermato su uno dei principali risvolti di questa vicenda, ovvero l’attento monitoraggio che viene svolto dall’intelligence dei nostri alleati sull’attività di diversi partiti politici occidentali, in Italia e altrove”.
Carnelos: “Russia e Cina hanno ancora tutto l’interesse a mostrare un fronte comune”
Sullo scacchiere internazionale, la notizia di oggi è il primo faccia a faccia tra i leader russo e cinese Putin e Xi Jinping dopo l’inizio della guerra in Ucraina. “Russia e Cina hanno ancora tutto l’interesse a mostrare un fronte comune. Mosca ha bisogno di Pechino e quest’ultima sta sempre più entrando nel mirino di Washington e quindi ha tutto l’interesse a mantenere saldo il rapporto bilaterale”, il commento. Quindi la conclusione sul futuro ordine mondiale: “Russia e Cina ambiscono a riscrivere le regole dell’ordine mondiale e non intendono lasciare questa prerogativa ai soli Stati Uniti. Per fare questo stanno chiamando a raccolta tutto il resto del mondo che non si è allineato alle sanzioni contro Mosca. La partita è tutta aperta e l’impressione è che il sistema internazionale, dopo circa 30 anni di leadership USA post-guerra fredda, stia virando verso forme multipolari”.