Il risultato di Marine Le Pen in Francia scuote e fa interrogare il centrodestra italiano. Ma chi sono gli emuli della leader del Rassemblement National, che si appresta a sfidare di nuovo Emmanuel Macron al ballottaggio delle presidenziali francesi?
Mentre la Lega si “intesta” l’ottima performance della Le Pen e Fratelli d’Italia, nel derby a destra, pattina con Giorgia Meloni che dice che voterebbe la candidata anti-Macron al secondo turno anche se non appartiene alla sua famiglia europea, commenta con True-News.it il risultato transalpino e le prospettive italiane l’eurodeputato del Carroccio Marco Zanni. Una voce importante, perché Zanni è il capogruppo al Parlamento Europeo del gruppo Identità e Democrazia, forza politica a cui appartiene anche il partito della sfidante di Macron.
“Grande amicizia tra Lega e Le Pen”
“Tra noi e la Le Pen c’è grande amicizia, anche perché siamo alleati in modo organico in Europa e Fratelli d’Italia a Bruxelles fa parte di un altro gruppo, spero che questo risultato serva a far capire anche a loro che non ha senso frammentarsi”, spiega Zanni. Che sul derby tra i sovranisti italiani aggiunge: “In Italia per Fratelli d’Italia non è tanto un tema di destra o non destra, ma per loro è un tema di governo o opposizione, hanno fatto una scelta di opposizione al governo Draghi per il loro tornaconto elettorale e quindi fanno un certo tipo di percorso, noi invece dobbiamo far percepire la differenza tra chi sta all’opposizione e dice quello che vuole e chi continua a stare al governo con difficoltà, per provare a imporre concretamente i nostri temi, che sono anche alcuni di quelli che hanno portato la Le Pen a prendere così tanti voti”.
Il lepenismo divide la stessa Lega
Se il Rassemblement National resta l’unica alternativa al macronismo in Francia, in Italia la situazione è molto diversa. “Prima di tutto abbiamo una legge elettorale differente – riflette Zanni – ma non dobbiamo nasconderci, perché i nodi politici restano”. Nodi di “un centrodestra che vive una fase molto complessa, con due partiti al governo e uno all’opposizione, che ha scelto una strada molto più facile dal punto di vista del consenso e può dire e fare tutto ciò che vuole, noi comunque non vogliamo fare guerra a nessuno, anzi dobbiamo rilanciarci sui temi e tornare uniti, come stiamo facendo in questi giorni nella battaglia sulle tasse”. E però il lepenismo ultimamente divide anche la stessa Lega, con qualcuno – come il vicesegretario Giancarlo Giorgetti – che non disdegnerebbe l’idea di abbandonare il gruppo sovranista guidato da Zanni all’europarlamento per accasarsi nel Ppe.
“Il Ppe è in difficoltà ovunque”
“Bisogna partire dai dati – ragiona il capogruppo di Identità e Democrazia – i popolari ormai non governano in nessun importante paese europeo, il Ppe è in difficoltà dappertutto perché ha abbandonato certi temi e certe battaglie, hanno scelto le èlite”. E per Zanni il risultato deludente dei Republicains, i gollisti francesi, è il paradigma di questo voltafaccia: “In Francia hanno scelto una candidata, Valerie Pecresse, che non è stata votata nemmeno nella regione che amministrava e a sorpresa sono quasi spariti, ma anche da noi il Ppe è in grande crisi con Forza Italia, tutto questo dimostra che l’ostracismo contro Le Pen danneggia il centrodestra, in Europa e in Italia”.
Ma al ballottaggio, però, pare che Macron possa spuntarla ugualmente. “Sicuramente è in vantaggio, ma con il grande astensionismo che c’è stato dovrà convincere i francesi ad andare alle urne, e la vittoria non è affatto scontata. Resta il fatto comunque che la Le Pen ha ottenuto un risultato ottimo, soprattutto perché dopo le presidenziali del 2017 tutti la davano per morta e invece ha dimostrato di essere l’unica alternativa credibile”.