Ci hanno provato, a blindarlo fino all’ultimo. Ma alla fine la pressione era diventata davvero troppa e Carlo Fuortes ha mollato il posto di amministratore delegato della Rai. Situazione che più anomala non si poteva.
Fuortes era legato a Draghi e al centrosinistra
Fuortes era legato a Draghi e al centrosinistra, e per andar via pretendeva un posto blindato in un qualche teatro di prima fascia. Era praticamente fatta per la Scala di Milano, finché Beppe Sala e Giovanni Bazoli non si sono messi di mezzo. Ora si complica anche la via del San Carlo. La domanda vera, oggi, non è quel che arriva dopo, ovvero l’accoppiata Sergio-Rossi (Giampaolo Rossi nuovo dg, scelta interna di una persona esperta e capace), ma il perché si è arrivati a questo cambio con questa tempistica così lunga e travagliata.
Chi è lo sconfitto di questa guerra di posizione prolungata ben oltre il lecito?
Chi, insomma, era il “puntello” di Fuortes. E chi è lo sconfitto di questa guerra di posizione prolungata ben oltre il lecito? Secondo i rumors interni sono due le personalità che avevano supportato Fuortes davanti a Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni. La prima sicuramente Bruno Vespa. Ingombrante, grande saggio, potentissimo.
Diaco aveva un ottimo rapporto anche con Fuortes
La seconda quel Pierluigi Diaco che con la Meloni ha un rapporto di amicizia da sempre. Diaco aveva un ottimo rapporto anche con Fuortes, e si sa, quando ci sono i cambi al vertice si sa quel che si lascia ma non si sa quel che si trova. Di certo è che in molti tremano, nella Rai che ormai da un paio di lustri è a trazione centrosinistra. Le prime avvisaglie di cambiamento riguardano il concertone del Primo Maggio. La Rai inizia a ragionare sull’opportunità di trasmettere un programma che non genera utili. Un primo segnale che l’aria è cambiata. Ma questa volta, la novità l’avevano vista arrivare da un pezzo.