Il centrodestra è andato a cercarsela in questo voto che è stato un colpo di grazia. Il centrosinistra ha vinto, ma solo perché il centrodestra ha sgomberato il campo. Stasera Draghi festeggerà per l’esito di questo voto, ma il futuro politico del paese è un’incognita.
Aldo Giannuli storico e politologo dell’Università di Milano, direttore di Osservatorio Globalizzazione – non ha dubbi: le amministrative sanciscono una débâcle per Salvini e Meloni. “Sono andato a cacciarsi in scandali che sono hanno sancito il colpo di grazia a un’alleanza scricchiolante. La scadenza di questa tornata elettorale è stata sottovalutata, il centrodestra non ha pensato che questo voto locale possa mettere in discussione la vittoria nazionale, che a questo punto è tutt’altro che certa”.
Per Aldo Giannuli, in particolare, sono due sono i fattori principali che hanno inciso sulla sconfitta del centrodestra.“Ha pesato la scandalo Morisi e quello di Fratelli d’Italia, con l’inchiesta che ha avuto tempistiche non proprio correttissime, a pochi giornidal voto senza concedere di fatto possibilità di replica. Un colpo sotto la cintura, ma è pur vero che loro sono andati a mettersi in quel guaio, cercando interlocutori indegni di un paese democratico e di una politica seria. In aggiunta c’è il pasticciaccio brutto dell’assalto alla Cgil, la Meloni ha provato a mettere una pezza, tendando con poca convinzione di dissociarsi, ma il fatto ha pesato sull’elettorato”.
“Italia paese moderato? No, di buonsenso”
Alla domanda se l’Italia sia o meno diventato un paese moderato, Aldo Giannuli è netto. “In politica l’indeciso viene ributtato indietro. Il centrodestra non è chiaro su nulla, non è riuscito a presentarsi credibile: nomi impresentabili, faide, divisi sul governo, mancanza di una posizione univoca su qualsiasi dossier. Compreso il Covid. Più che moderato, questo paese ha sempre avuto buon senso, forse anche troppo. È evidente per uscire dalla pandemia coi vaccini, con molta rassegnazione la gente ha scelto l’unica soluzione sensata. Ora, se Meloni, Salvini e Berlusconi non riescono a trovare la quadra nemmeno su questo, possiamo serenamente dire che se la siano cercata”. Le incognite sul futuro del paese, in ogni caso, rimangono, prime tra tutte “L’astensionismo”. “Non so quanto durerà questa tendenza al non voto – ha affermato – e mi pare che sia la fotografia, non è il film: allo stato attuale le cose stanno così, ma non è detto che lo rimarranno”.
“Sugli equilibri politici post-voto? non ci sono certezze”
Inevitabile un riferimento agli scenari di politica nazionale che ha il suo focus, attualmente, in Mario Draghi. “Draghi quando si è alle strette è la soluzione meno peggiore, ma non è detto che continui. Per ora esce rafforzato dal voto. La principale spina nel fianco all’interno del governo, la Lega, ha addirittura perso Varese, un’impresa non semplice. L’unico partito d’opposizione, Fratelli d’Italia, tocca il tetto ma non va oltre: i sondaggi l’ipotizzavano tra il 25 e il 20%, e la Meloni si è attestata al punto più basso della forbice. C’è un’avanzata ma non impressionante”
La destra piange? Il centrosinistra non ride
Di fronte alle immagini del Partito Democratico che festeggia i nuovi sindaci, il Pd non deve fare l’errore di esaltarsi troppo. “Il Partito democratico adesso sembra sorridere, ma è un successo momentaneo – ha aggiunto il politologo – che rischia di diventare illusorio: anche il Pd ha a sua volta divisioni interne e un alleato che si va sbriciolando. Viviamo una fase di cambiamento repentino degli equilibri politici: chi avrebbe previsto un 5 a 0 del centrosinistra nelle grandi città solo sei mesi fa. Gli scontenti e i poveri che non votano possono tornare a destra anche se adesso può sembrare difficile, l’astensionismo potrebbe colpire anche a sinistra. Possono nascere formazioni politiche diverse, soprattutto in un paese che non conosce ancora con che legge elettorale e con che Presidente della Repubblica andrà al voto. Per il momento la situazione è stagnante. Il centrodestra ha perso ma la sinistra non ha vinto”.