Perché leggere questo articolo? Il segretario dla Cgil Maurizio Landini negli ultimi giorni è tornato a smentire l’ipotesi di una sua candidatura alle europee in lista con il Pd. Ma l’obiettivo del sindacalista è ben più ambizioso.
Landini smentisce la candidatura con il Pd
“Sono stanco”, ha detto il segretario della Cgil Maurizio Landini, a ridosso della manifestazione di sabato a Roma, sulla sempiterna ipotesi della sua discesa in campo come frontman dei progressisti. Landini è stanco di smentire e ha rispedito al mittente anche le indiscrezioni su una sua possibile candidatura alle prossime elezioni europee, magari in lista con il Pd da indipendente.
Il bersaglio della Cgil è Schlein
Stando a sentire le voci che circolano all’interno della Cgil, ma pure nel Pd e nel M5s, Landini infatti avrebbe un obiettivo ben più ambizioso di un seggio all’Europarlamento di Bruxelles in quota Elly Schlein. Anzi, il bersaglio dell’attivismo del sindacalista è proprio la segretaria dem.
Landini scommette sul flop del Pd
La strategia è semplice: scommettere sul fallimento di Schlein alle prossime elezioni europee. Quindi sperare in un rimescolamento di carte di segno riformista all’interno del Pd. Infine lanciare quella che viene già chiamata, nella Cgil, “operazione Melenchon”. Una svolta che, potenzialmente, potrebbe sparigliare le carte nel fronte progressista. Mettendo in difficoltà sia Schlein sia Conte. Infatti il presenzialismo politico di Landini preoccupa al Nazareno come a Via di Campo Marzio, quartier generale dei Cinque Stelle.
L’operazione Melenchon
“Altro che candidatura alle europee, lui vuole fare il Melenchon italiano”, è la suggestione che impazza tra i dirigenti della Cgil, riferita ovviamente al segretario generale Landini. Melenchon è Jean Luc, leader della sinistra francese, a capo de La France Insoumise. Il sogno di Landini è speculare a quello, realizzato, dal capo popolo della gauche d’Oltralpe. Così come Melenchon ha spolpato da sinistra il Partito Socialista, allo stesso modo Landini coltiva l’ambizione di fare un solo boccone del Partito Democratico.
La Cgil ignora Cisl e Uil
Un risultato incerto di Schlein alle europee, la soglia psicologica è il 20%, sarebbe il via libera alla partenza dell’ “operazione Melenchon” da parte di Landini. Rientra sicuramente in questo schema il comportamento agguerrito e solitario del numero uno della Cgil. Il sindacalista detta l’agenda politica alle opposizioni e chiama la piazza alla mobilitazione con una frequenza via via maggiore. Il tutto non facendo asse con gli altri sindacati che compongono quella che si è soliti chiamare la “triplice”. Ovvero la Cisl e la Uil.
Landini detta l’agenda a Pd e M5s
Così Landini, in questo primo anno di legislatura, spesso si è fatto seguire in piazza e in corteo dal M5s di Conte e dal Pd di Schlein, ignorando sostanzialmente la compattezza del fronte sindacale. Secondo molti osservatori del Palazzo, si tratta di un approccio politico, più che da leader di una confederazione sindacale. Infatti si fa sempre meno fatica a intercettare le differenze di agenda tra i principali partiti di opposizione e il sindacato “rosso” guidato da Landini. Dal salario minimo alla difesa del lavoro. Dal Reddito di cittadinanza alle battaglie sulla sanità pubblica e per la Costituzione. Contro l’autonomia differenziata e contro il disegno presidenzialista della premier Giorgia Meloni. Tutti temi che saranno al centro della manifestazione della Cgil convocata per sabato. Conte ci sarà. Schlein forse. Landini intanto guida il corteo.