Perché questo articolo può interessarti? Dopo le elezioni amministrative nel centrodestra si traccia un bilancio dei risultati. Con disamine profondamente differenti nei partiti di maggioranza. Fratelli d’Italia conferma il primato nella coalizione. Mentre nella Lega e in Forza Italia si fanno altri ragionamenti. La ricostruzione attraverso i rumors di Palazzo.
Dopo le amministrative, Nessun trionfalismo, ma la consapevolezza di godere ancora del consenso nel Paese. Fratelli d’Italia ha vissuto con soddisfazione la giornata dopo gli scrutini che ha consegnato alcune schiaccianti vittorie, da nord a sud, come testimoniano i casi di Treviso e Latina.
Il bilancio è stato stilato con calma, come chiesto in privato dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha voluto avere un quadro chiaro. Anche perché c’è da giocare un secondo tempo, i ballottaggi, ancora più decisivo per determinare il rapporto di forze. Per quanto non si voglia politicizzare un voto “decisamente a carattere locale”, ammette più di qualcuno, è considerato fondamentale guidare le amministrazioni. Sia per il rapporto con il governo centrale che per la possibilità di formare la classe dirigente, che ha bisogno di esperienze sul campo per cercare il salto.
Amministrative: i risultati positivi per Fratelli d’Italia
In ogni caso il risultato per Fdi è stato rilevante, che si conferma la prima forza della coalizione, sebbene nelle amministrative incida la presenza di liste civiche a supporto dei candidati sindaci. In particolare la riconquista di Latina è stata salutata con particolare favore: uno storico feudo della destra nel Lazio aveva vissuto l’anomala parentesi di Damiano Coletta, un civico orientato verso il centrosinistra. Con la neo-sindaca Matilde Celentano va in archivio questa stagione. “Il rammarico è Pisa”, è il leitmotiv. Per una manciata di voti non c’è stata la vittoria al primo turno di Michele Conti, del centrodestra, e il centrosinistra sogna con Paolo Martinelli il ribaltone che sarebbe ancora più bruciante.
Amministrative: pure dal Veneto c’è una certa amarezza per l’esito del voto a Vicenza
Pure dal Veneto c’è una certa amarezza per l’esito del voto a Vicenza. Il sindaco uscente Francesco Rucco, civico di centrodestra ma più affine a Fdi, è costretto al ballottaggio contro il candidato del centrodestra, Giacomo Possamai, che ha chiuso addirittura in vantaggio il primo round. La battaglia si annuncia serrata, ma sta montando nella destra una certa inquietudine perché tra civici, Movimento 5 Stelle e sinistra, Possamai potrebbe raggranellare i voti necessari alla vittoria. “Non sarebbe comunque un fatto storico come quello di Verona”, annotano nel centrodestra, “a Vicenza ci sono state di recente le giunte Pd di Achille Variati”.
L’analisi del voto nella Lega
“Il trend è comunque chiaro. L’elettore di centrodestra ci vede come un punto di riferimento, il perno della coalizione”, spiega a microfoni spenti una fonte di Fratelli d’Italia. Da Nord a Sud, ragionano nell’inner circle meloniano, il primato non è più in discussione, nonostante la Lega di Matteo Salvini sia in ripresa nel settentrione. Mentre al Mezzogiorno è sostanzialmente fuori dai radar, accantonando nei fatti il vecchio progetto di una Lega nazionale. “Per questo motivo – osserva un parlamento di Fdi – aumenterà la pressione sui dossier più importanti per la Lega”.
Inevitabile che il pensiero voli all’autonomia differenziata, che nelle ultime ore è stato al centro di una querelle per la pubblicazione di uno studio del Senato molto critico sugli effetti della riforma prospettata dal ministro Roberto Calderoli. Proprio dalle parti della Lega c’è qualche perplessità: nessun processo, nessuno psicodramma, “ci sono sempre le liste civiche che condizionano le comunali”, è la tesi raccolta dal partito di Salvini.
Il valore di Brescia nelle Amministrative
Tuttavia, l’ennesima sconfitta a Brescia, peraltro al primo turno, non è passata inosservata. Il leader leghista ha presidiato molto la città durante la campagna elettorale, cercando di far valere la sua caratura. Invece non è andata come sperato. Diverso il clima in Forza Italia, alle prese con un indebolimento della leadership nazionale, a causa della malattia di Silvio Berlusconi.
Gli azzurri hanno fatto registrare risultati deludenti e il sismografo dei malumori è segnalato in movimento. “È una polveriera”, si fa scappare tra i denti un parlamentare, consapevole del clima che si respira. Ma prima di scontri a viso aperto, tocca attendere i ballottaggi.