Perché leggere questo articolo? Le amministrative non saranno oggetto di grandi calcoli nazionali. Ma il 14 e 15 maggio si vota in diversi contesti interessanti, da Ancona a Brescia. E che è valido seguire
Finalmente una tornata di amministrative dove sentiremo parlare di sindaci, città, contesti locali e non di grandi, fatue strategie nazionali. Le elezioni locali e territoriali spesso portano a illusioni ottiche. Ricordate un anno fa? La vittoria del campo largo progressista a Verona, roccaforte di Destra, sembrava presagire il declino dei conservatori e la lunga festa del governo Draghi. Caduto in poco tempo per aprire la strada al voto anticipato e al governo Meloni.
Amministrative, niente derby Meloni-Schlein
Il voto territoriale è multivettoriale, figlio di tante dinamiche, si presta poco a grandi letture nazionali. Comprensibili quando si parla di elezioni regionali, specie in tornate come quella invernale di Lazio e Lombardia. Meno quando il riferimento è sui comuni. Il 14-15 maggio si vota in diverse città di peso e siamo certi di un dato positivo. Non ci sarà fiato sprecato sul duello tra “effetto Meloni” e “effetto Schlein”.
Tutti potranno guardare a dati risultati per cantare la loro vittoria e le sfide in bilico sono poche e non necessariamente decisive. Questo non toglie però pathos alla competizione elettorale che richiama a contesti territoriali molto attivi e dinamici. E in cui non poche partite possono sicuramente consolidare a livello locale rapporti di forza e trend politici.
Ancona, la sfida più calda
Pensiamo ad esempio all’unico capoluogo di Regione che va al voto, Ancona. Il voto segnala uno scontro importante tra Fratelli d’Italia e il Partito Democratico nel contesto locale. Con i conservatori che vogliono rendere sempre più “blu” una Regione ex roccaforte rossa. Dove nel 2020 hanno ottenuto l’elezione del presidente Francesco Acquaroli e dove la destra controlla le amministrazioni locali di Macerata e Ascoli Piceno (questa dal 1999).
L’obiettivo del centrodestra, ritrovatosi nella giornata del 9 maggio con tutti i leader nella città del Conero, è portare in dote al candidato Daniele Silvetti il capoluogo. Guidato da dieci anni da un’esponente di peso del Pd, Valeria Mancinelli. Ida Simonella, candidata del centrosinistra, teme la sconfitta. Sarebbe il completamento di una corsa crescente alla conquista delle Marche da parte della Destra impensabile solo fino a pochi anni fa. Ma non un ribaltamento clamoroso, visti gli ultimi risultati negli anni precedenti.
Alle amministrative in palio anche Brescia
Il Pd mira invece a tenere a Brescia, dove il vicesindaco uscente Laura Castelletti vuole succedere a Emilio Del Bono. L’ex inquilino della Loggia ha conquistato 38mila preferenze alle regionali, guidando il Pd al 38% alle Regionali nella Leonessa. E dopo anni di buona amministrazione guidata anche dagli utili della partecipata A2A vuole passare la mano alla sua storica numero due nella nuova roccaforte dem in Lombardia.
A sfidare Castelletti l’ex assessore regionale Fabio Rolfi, guida del centrodestra in quota Lega. In un contesto che vede Fdi mirare a superare il Carroccio in Loggia e presentarsi in postura securitaria e nettamente orientata a destra, mentre la Lega alle amministrative presenta un taglio più borghese e urbano.
Sfide di colore tra Toscana e Liguria. Scajola vuole il bis
Più “calde” cinque anni fa, sull’onda dell’insediamento del governo gialloverde, sono oggi ordinaria amministrazione Pisa e Siena. In cui le giunte uscenti di centrodestra sono nel mirino del Pd soprattutto per la continuità di problemi locali come la sicurezza. Più sullo sfondo sfide come quella di Monte dei Paschi di Siena. Last but not least Imperia, dove Claudio Scajola, eterno grande vecchio della città ligure, cerca il secondo mandato da sindaco.
Sfide colorate, partite complesse e dinamiche territoriali che piacciono al commento politico e ci salveranno dai panegirici delle forze nazionali. Queste amministrative non sono indirizzate verso il ruolo di ago della bilancia nazionale né pro né contro il governo. E non saranno giorni del giudizio per Meloni, Schlein e altri leader. Proprio per questo, da malati di politica, non possiamo non godercele con attenzione.