Home Politics Anche Speranza ha deciso di tornare. Arrivano rinforzi per Schlein

Anche Speranza ha deciso di tornare. Arrivano rinforzi per Schlein

Speranza

Perché potrebbe interessarti questo articolo? Nel Pd, dopo vari abbandoni, qualcuno sta rientrando. Ad aprire le danze è il deputato ligure Luca Pastorino, uscito dal partito otto anni fa proprio insieme a Elly Schlein. Intanto anche Articolo Uno sta finendo la travagliata fase di transizione: il 10 e 11 giugno Roberto Speranza sancirà il rientro tra i dem.

Il primo rientro dell’era Schlein è ormai prossimo: il deputato ligure, Luca Pastorino, ha annunciato che riprenderà la tessera del Partito democratico a otto anni di distanza dal suo abbandono. Il percorso dei due era comune: lasciarono il Pd in dissenso con la linea di Matteo Renzi, seguendo Pippo Civati nell’avventura di Possibile.

E dopo un bel po’ di tempo, Schlein e Pastorino, si ritrovano a Largo del Nazareno con ruoli diversi. “Mi darà lei stessa la tessera, a Genova da quando è stata eletta segretaria, mi sono deciso a tornare”, ha detto il parlamentare. E non sarà un caso isolato, secondo i rumors che provengono dal Palazzo.

Pd: torna anche Speranza

Dopo la serie di abbandoni che si sono susseguiti nelle ultime settimane, da Beppe Fioroni fino a Carlo Cottarelli, ecco che qualcuno fa un percorso all’inverso, a cominciare appunto da Pastorino, che attualmente è nel gruppo Misto della Camera. A seguire ci sarà la mossa di Articolo Uno. La lunga sta per terminare: Roberto Speranza è pronto a ufficializzare lo scioglimento della sua formazione politica e la confluenza nel Pd con il beneplacito di Pier Luigi Bersani, mentre sullo sfondo resta l’enigma di Massimo D’Alema.  L’ex presidente del Consiglio è stato distante dagli affari interni ai dem. Certo è che in passato ha sempre detto di accettare la decisione di Speranza. Nel Pd, d’altra parte, c’era chi auspicava un processo più rapido rispetto a quello che si è verificato.

Speranza: il 10 e 11 giugno Articolo Uno celebrerà a Napoli l’ultima assemblea nazionale

“La manovra di avvicinamento è stata molto cauta”, ironizza un esponente dem. Una farraginosità che non è stata particolarmente gradita. Anche perché era necessario un segnale di vitalità, dimostrando che la gestione di Schlein riesce a essere anche attrattiva. Le date cerchiate sono il 10 e 11 giugno, quando Articolo Uno celebrerà a Napoli l’ultima assemblea nazionale, quella che dichiarerà terminato il progetto politico. “Ci abbiamo provato”, è il messaggio che archivia il partito.

L’addio al progetto di Articolo Uno

“Ci siamo assunti le nostre responsabilità quando ci chiedevano di stare comodi, di vivere coperti, di aspettare che passasse la nottata. E invece abbiamo scelto un cammino più tortuoso, consapevoli che l’esito era una scommessa”, proseguono i vertici di Articolo Uno.

All’assemblea presenzierà anche la segretaria del Pd Schlein, pronta ad accogliere definitivamente i bersaniani. “Investiamo nel nuovo Partito democratico – insistono Speranza&Co – a cui abbiamo contribuito nella riscrittura della carta dei valori. Scommettiamo su una stagione nuova della sinistra democratica e di governo, socialista, ecologista e femminista. Lì ci sono le nostre radici, le nostre lotte, i nostri sogni. Soprattutto, la nostra parte”. Dal punto di vista pratico, in Parlamento, cambia poco: se Pastorino diventerà un innesto a Montecitorio, gli eletti di Articolo Uno, Roberto Speranza, Federico Fornaro, Maria Cecilia Guerra, Arturo Scotto e Nico Stumpo, sono già nel gruppo dem alla Camera.

La dote portata da Speranza al Pd

Tuttavia, il Pd potrà beneficiare del travaso di iscritti, al netto di chi deciderà di non accettare nel partito di Largo del Nazareno. E soprattutto i militanti concentreranno i loro sforzi del 2 per mille, il contributo volontario ai partiti preso dalla dichiarazione dei redditi, ai dem. Una dote che si aggira intorno ai 600mila euro, che non fanno certo male alle casse del partito di Schlein.

Eppure il ritorno all’ovile dei reduci di Leu (che dopo la scorsa legislatura non ha avuto un seguito) rischia di essere foriero di problemi per la leadership: “La tesi dello spostamento a sinistra può uscirne rafforzata e rendere ancora più tiepidi i centristi e l’ala riformista, che non vedono l’ora di accusarla di massimalismo”.

Ma d’altra parte nell’entourage della leader si fa notare che “nessuno è stato cacciato dal partito, così come chi rientra lo fa spontaneamente”. Insomma, è il ragionamento che viene fatto, “se qualcuno vuole lamentarsi del ritorno di Bersani, Speranza e degli altri non ha ragioni fondate se non pretesti”. Il pericolo è di litigare addirittura se arrivano altri dall’esterno.