Un invito ai russi a disertare l’esercito, nella guerra contro gli Ucraini, e un appello al Governo italiano affinchè accolga i disertori come rifugiati politici. L’appello lo hanno lanciato nelle scorse ore i Radicali: “Attualizzando uno slogan radicale che si ritrova su un manifesto della LOC-Lega Obiettori di Coscienza del 1974 – si legge sul portale del movimento – “Non più un uomo, non più un soldo per l’esercito dei golpisti”, lanciamo un appello rivolto ai cittadini russi con l’invito alla non collaborazione e alla diserzione in risposta alla “mobilitazione parziale” per la guerra in Ucraina lanciata da Vladimir Putin”.
Le richieste dei Radicali
Aggiungono: “In Russia è in corso una brutale repressione e persecuzione nei confronti di chi rifiuta di partire verso il fronte di guerra o anche solo prova a diffondere informazioni e notizie non propagandistiche sulla reale situazione del conflitto. Chiediamo ai russi di non collaborare con il sanguinario governo di Putin e sottrarsi alla sua chiamata alle ari, e al governo italiano chiediamo di concedere l’asilo politico ai russi che disertano”.
Le conseguenze della campagna sui social russi
Il lancio della campagna, che sta attraversando i social più frequentati sui russi, da Vk a Telegram, sta avendo una buona risposta. Ma non mancano gli attacchi offensivi. “Il lancio della campagna ‘Non più un uomo, non più un soldo all’esercito di Putin’ su Vk, il Facebook russo, sta creando scompiglio”, così in una nota Massimiliano Iervolino, Igor Boni e Giulio Manfredi, segretario, presidente e membro di giunta di Radicali Italiani.
I Radicali Italiani: “Contro le fake news russe abbiamo deciso di utilizzare le ‘armi di informazione di massa”
“Contro le fake news russe abbiamo deciso di utilizzare le ‘armi di informazione di massa’, lanciando la nostra campagna in russo e inglese su Vk e prossimamente su Telegram. Non più un uomo all’esercito di Putin significa incentivare con tutti i mezzi possibili le diserzioni e la non collaborazione dei cittadini russi che sono e saranno chiamati ad arruolarsi per combattere una guerra che non vogliono combattere. Sono centinaia e centinaia i commenti sotto il nostro appello e anche se spesso negativi sono utili ad alimentare la discussione nella società russa. Ma non basta dire ai russi ‘disertate’: occorre creare qui in Italia le condizioni politiche e giuridiche per permettere a coloro che scappano dalla Russia di essere accolti nel nostro Paese“.