È libero Zaccaria Mouhib, in arte “Baby Gang”, il rapper classe 2001 nato a Lecco accusato di rapina pluriaggravata che si trovava in carcere a San Vittore in custodia cautelare dallo scorso 19 gennaio. Non ha retto per ora l’impianto probatorio davanti al Tribunale e la strada dell’indagine è tutta in salita, come anticipato da true-news.
Baby Gang fuori dal carcere, le motivazioni del Tribunale
Che annullando l’ordinanza di custodia e disponendo la scarcerazione immediata del cantante parla di “lacunosità e debolezza” degli elementi raccolti da polizia e Procura di Milano. La memoria difensiva da 13 pagine depositata dall’avvocato Niccolò Vecchioni con tanto di lettera allegata in cui don Claudio Burgio, Responsabile della Comunità Kairos Onlus, si diceva disponibile ad accogliere il giovane in struttura in regime di arresti domiciliari, ha smontato le prove raccolte finora.
Baby Gang, la Difesa del rapper
A partire dalla prova “principe”: il riconoscimento fotografico avvenuto in occasione della rapina di Vignate la sera del 12 luglio 2021 quando due persone in un’auto sono state aggredite e derubate intorno alle ore 20:20 da alcuni soggetti, di cui uno con in pugno una pistola, fuggiti poi a bordo di una Mercedes dopo aver sottratto le chiavi dell’altra auto. Durante l’interrogatorio di garanzia Baby Gang aveva risposto di non essere nemmeno in Lombardia quella sera ma in viaggio verso la riviera romagnola per dei concerti. Il suo telefono viene segnalato nel paesino alle porte di Milano circa 7 ore prima della rapina e la mattina dopo in Romagna.
Baby Gang in carcere, cosa non torna: fotografie e telefoni
Ma soprattutto i due testimoni e persone offese hanno effettuato tre riconoscimenti fotografici: il rapper, il suo autista e un terzo ragazzo, tale Boutabt Youssef, indicato come uno degli autori della rapina e in particolare come l’uomo armato di pistola in pugno. Le indagini hanno accertato che il ragazzo è totalmente estraneo ai fatti pregiudicando pesantemente le individuazioni fotografiche.
Baby Gang scarcerato, fra i testimoni i suoi follower
Anche alla luce di novità che fino ad oggi non erano emerse: Baby Gang è uno dei rapper attualmente più famosi d’Italia. La sua pagina su Instagram conta 600mila follower fra i quali anche le due persone che dicono di averlo riconosciuto dopo uno scambio di opinioni reciproche. In quel periodo si era inoltre appena conclusa una campagna pubblicitaria e marketing per la nuova uscita discografica con tanto di affissioni stradali del volto dell’artista in vari punti di Milano. Svettano in effetti i suoi manifesti, nel materiale prodotto dalla Difesa, per esempio in stazione Garibaldi su un cartellone che lo raffigura accanto alla scritta “Delinquente” (ironia della sorte?), a Cadorna, Piazzale Loreto e in altri luoghi del capoluogo lombardo. Per l’avvocato del trapper una “notevole esposizione mediatica” che potrebbe aver indotto in errore i testimoni e inficiare i riconoscimenti fotografici.
Baby Gang libero, le celle telefoniche fra Milano e Riccione
Un altro dei motivi per cui il rapper è libero riguarda le celle telefoniche. La prima rapina (per la quale non era in carcere perché il Gip Manuela Scuderi non ha ritenuto credibili gli elementi raccolti per una custodia cautelare) si sarebbe consumata in Piazza Vetra il 23 maggio 2021. Anche in questo caso a carico di Zaccaria Mouhib c’è un riconoscimento fotografico effettuato dalla persona derubata attraverso un album predisposto dalla Polizia e ridenominato “Baby Trap” che contiene una serie di fotografie di soggetti, alcuni dei quali risalgono ai disordini avvenuti nel quartiere San Siro l’anno scorso. Un riconoscimento nel quale però la persona offesa non è stata in grado di indicare che ruolo avesse avuto il giovane lecchese. Inoltre i tabulati telefonici lo collocano altrove al momento dei fatti: non in centro a Milano alle ore 22 (orario della rapina) bensì a Cerro sul Lambro alle 21:33 e poi a Vimodrone alle 22:28. Un arco di tempo troppo ristretto – meno di un’ora – per pensare di entrare e uscire dalla città e commettere il reato.
Per quanto riguarda la rapina di Vignate, l’utenza di Baby Gang aggancia una cella presente nel paesino alle ore 13:38 di quel giorno. Sette ore prima della rapina. Ma i tabulati telefonici “storici” in quel momento della sua vita mostra come non fosse la prima volta: il rapper era solito a trascorrere la notte a Vignate a casa del suo amico, co-indagato, autista e una sorta di “tour manager” Eliado Tuci che ha le residenze proprio alle porte di Milano e con il quale ha aperto un bar a Pioltello. La stessa cella telefonica in effetti è stata agganciata il 9 luglio (tre giorni prima), il 10 luglio e l’11 luglio nella stessa fascia oraria. Di fatto per quattro giorni di fila.
Le risposte del rapper ai giudici
Durante l’interrogatorio di garanzia il giovane ha poi spiegato come quella sera i due si siano recati entrambi a Riccione dove la notte successiva avrebbe dovuto partecipare ad alcuni eventi nelle discoteche della zona. La mattina successiva alla rapina il suo profilo Instagram lo mostra alle ore 5:52 su una spiaggia della riviera romagnola mentre alle ore 5:03 il telefono dell’amico aggancia la cella di Riccione in piazzale San Martino. Gli spostamenti di Eliado Tuci di quel giorno sono fotografati sempre dai tabulati telefonici: alle ore 16:34 aggancia alcune celle di Vignate. Alle ore 19:24 (un’ora prima della rapina) è in piazza Selinunte nel cuore di San Siro a Milano.
I contratti di Baby Gang da 200mila euro
Da ultimo il valore stesso della rapina. A Vignate sarebbero stati sottratti 100 euro in contanti un paio di auricolari ai due uomini che peraltro in prima istanza non hanno raccontato tutta la verità alle forze dell’ordine. Hanno detto di trovarsi lì alla ricerca di appartamenti da affittare. Versione poi modificata: stavano cercando di acquistare sostanze stupefacenti. A prescindere da ciò la difesa di Baby Gang ha contestato come il valore di quel reato risulti “logicamente incompatibile con la situazione finanziaria e soggettiva dell’indagato al momento del fatto”. E ha mostrato i contratti musicali del giovane che, pur avendo un precedente penale da minore, è riuscito con la musica a risollevarsi dalle difficoltà economiche che lo hanno accompagnato per tutta la vita. Contratti che sommati fra di loro fanno oltre 200mila euro in pochi mesi fra minimi garantiti, opzioni, video e marketing.
Tanto è bastato al Tribunale del Riesame di Milano per scarcerare immediatamente il rapper.