Perché leggere questo articolo? La Basilicata sta votando, nel disinteresse generale. Sono passate solo poche settimane da altre Regionali, quelle in Sardegna ed Abruzzo, che hanno tenuto col fiato sospeso il Paese (quella minoranza che vota). E manca ormai troppo poco alle Europee. Ma ci sono anche altri fattori.
La Basilicata non è il Molise, ma in questa due giorni di Regionali è come se non fosse esistita. Alzi la mano chi era al corrente del voto in Lucania? Eppure nella terra dell’amaro va in scena la stessa tipologia di voto di Sardegna e Abruzzo. Quelle Regionali che poche settimane fa furono elevata a test di rilevanza nazionale, a prova del nove a spartiacque politico. E’ passato un mesetto, e della Basilicata non frega nulla a nessuno. Un’elezione troppo vicina alle Europee o, forse, abbiamo, finalmente, imparato a dare il giusto peso alle cose?
La Basilicata non esiste. Un voto di cui non frega a nessuno
Non è cattiveria: provata a sfogliare la prima pagina (o l’home page) di un qualsiasi giornale italiano. La Basilicata non esiste. Non diciamo un’apertura, ma nemmeno un trafiletto, un promemoria. O anche solo un banner da qualche parte sul sito che dia un qualche aggiornamento sul voto per le Regionali in corso. Si è votato ieri e c’è ancora oggi, ma anche nei giorni precedenti si è faticato a trovare un articolo sulla Basilicata.
Povera Lucania, non calcolata da giornali e opinionisti. E nemmeno dai politici. Dov’è la sfilata di leader di partito che si affrettano a farsi fotografare coi candidati? Dove sono le promesse di infrastrutture e investimenti? Dove i proclami altisonanti che hanno reso interessante il voto in Sardegna e nel vicino Abruzzo. Niente di niente, il voto in Basilicata si sta svolgendo nella sovrana indifferenza.
Un voto senza interesse (e senza Speranze)
Che sia una questione demografica? I nostri politici, forse, sono troppo impegnati per occuparsi di una terra che – a differenza di Sardegna e Abruzzo – non sfiora nemmeno il milione di abitanti. Cari elettori della Basilicata, non ve ne abbiate, ma il vostro corpo elettorale, rappresentato da soli 567mila votanti, è troppo piccolo per scomodare i vostri rappresentanti a Roma. Solo, verrebbe da chiedersi perchè il voto del milione e quattrocento mila sardi e del milione e duecento mila abruzzesi abbia avuto tutto questo peso…
A far precipitare nell’irrilevanza politica la Basilicata non hanno contribuito solo le sue statistiche. Oltre la demografia e l’economia di una terra amara come il suo Lucano, ci ha messo la politica. O la “non politica”, a giudicare dalle manovre suicide del campo largo in Basilicata. Trovare un contendente alla rielezione (alla vigilia data per ampiamente scontata) del Governatore uscente, Vito Bardi, è stata un’impresa. La Basilicata è la quintessenza del “Campo Largo”: un pasticciaccio brutto. Una storia che nemmeno al Bar Sport: quella della scelta del candidato del centrosinistra.
Chi vuole esser candidato in Basilicata? In neanche un mese all’allucinante format giallorosso in salsa lucana hanno preso parte tre concorrenti: Angelo Chiorazzi prima, Domenico Lacerenza poi, e infine Piero Marrese. In mezzo c’è stato un “gran rifiuto”, quello di Roberto Speranza. Il diretto interessato, lucano e politico di rilievo non ha voluto sapere di candidarsi nella sua Basilicata. “Io gioco in nazionale, volete farmi tornare in Serie B“. Questo il virgolettato – in parte smentito, ma significativo – che viene attributo come motivazione del gran rifiuto.
Povera Basilicata, tutti guardano alle Europee
Al di là di statiche e delle motivazioni politiche, sul voto in Basilicata incombe una ragione di natura umana. A rendere totalmente privo di interesse l’elezione Regionale c’è l’incombenza, ormai imminente, delle elezioni Europee. Mancano meno di 50 giorni al voto che ormai ha integralmente monopolizzato le attenzioni di politici ed elettorali. Politici e giornalisti, sondaggisti e spettatori hanno ormai la testa a Bruxelles. La Basilicata non esiste.