Era l’ex deputato pronto ad aprirsi un chiringuito a Barcellona, Sergio Battelli. Almeno così tra il serio e il faceto immaginava il proprio futuro dopo due legislature alla Camera, prima con il Movimento 5 Stelle e nell’ultimo scorcio con Insieme per il futuro, il partito di Luigi Di Maio. Ora Battelli, dopo mesi da battitore libero sui social, ha scelto di impegnarsi con +Europa per portare in Ue la rivoluzione degli “Stati Uniti d’Europa” e condurre “battaglie che condivido al 100 per cento”. Ma con un chiarimento: nessuna candidatura alle Europee e nessuna alleanza con Renzi e Calenda. “Bisogna proporre i temi alle persone”, dice. Mentre sugli ex compagni di viaggio pentastellati punzecchia: “I più talebani sono stati assunti dai gruppi parlamentari“.
Quindi il progetto chiringuito è congelato in +Europa?
Il chiringuito è il mio progetto di vita, mi sono iscritto a +Europa perché condivido delle battaglie condotte. Voglio portarle avanti, perché credo fermamente in certe idee. +Europa ha una visione moderna e che parla alle generazioni future. Darò, insomma, una mano ai gruppi locali. Non voglio fare il politico di professione.
Cosa ti ha convinto a tornare alla vita politica dopo le elezioni?
Non ho mai smesso di fare politica, anche sui social. Fare politica significa prendere delle posizioni. Ero nel Movimento nel 2009, quando secondo le regole interne nemmeno era contemplata la possibilità di candidarsi. Entrai nel M5S perché avevo una passione. In 10 anni da deputato ho dovuto ingoiare tanti rospi, e ho accettato posizioni che non mi piacevano, in nome del compromesso. Ora ho deciso di continuare a fare politica in un partito di cui invece condivido praticamente tutto. Già quando ero nel Movimento postavo sui social postavo delle cose di +Europa.
Questa è una notizia, peccato non averla scovata all’epoca…
Sì, lo facevo perché +Europa esprime posizione chiare, parla ai giovani. È un partito vicino ai diritti, alle libertà, a tutto quello che sarà il futuro. Non mi piace strizzare l’occhio a un elettorato conservatore. Preferisco aderire a un partito piccolo, ma con idee grandi. Questo è il mio slogan.
Ma alle Europee servirà l’alleanza tra partiti liberaldemocratici, quindi con Calenda e Renzi?
Alle Europee c’è il proporzionale e sul punto +Europa è sempre stata chiara. Agli elettori bisogna parlare di Europa federale e Stati Uniti di Europa. Io lo facevo a fatica nel Movimento 5 Stelle, ora posso farlo sentendomi a mio agio. Dobbiamo impegnarci per una visione diversa dalla situazione attuale.
Insomma, un’idea rivoluzionaria…
Siamo cresciuti con l’American dream, ora è il momento dell’European dream. Il sogno europeo si può creare solo con gli Stati Uniti d’Europa, con una difesa comune, un welfare comune. Insomma, un’organizzazione federale per confrontarsi con le altre potenze, la Cina, gli Usa, la Russia. Sembra un concetto filosofico, astratto, eppure è molto concreto.
E come si concretizza questo proposito?
Le Europee servono per cambiare l’Europa non per eleggere i trombati. Per questo serve un programma che proponga una rivoluzione nella visione europea. Bisogna spiegarlo agli elettori.
È necessario cambiare la narrazione dell’Europa?
Il Pnrr è stata già una piccola rivoluzione, perché ha creato debito comune. Con gli Stati Uniti d’Europa ci sarebbe un passo in avanti ulteriore: ci sarebbe una vera banca centrali, delle politiche fiscali ed economiche dell’Unione. Altrimenti si resta in questo ibrido di veti incrociati e di maggioranze qualificate. Preferirei si uscisse dall’ambiguità.
Sì, ma quale contributo porta Battelli a +Europa?
Mi sono sempre battuto sulla Bolkestein, per esempio, sulle concessione balneari che vanno messe a gara. Ho fatto una battaglia, in solitaria mi sono preso parecchi insulti, anche dentro al Movimento 5 Stelle. La categoria dei balneari mi conosce bene. Poi io mi sono iscritto a +Europa per dare una mano, portare le mie idee. La mia vita personale non cambia, tranquilli che il progetto chiringuito resta.
Quindi niente candidatura alle Europee?
No, niente candidatura. Sono appena entrato. Io voglio lavorare su dei temi che condivido, parlare delle questioni su cui in passato, a volte, ho dovuto mordermi la lingua. Ora sono a Genova e voglio lavorare sul territorio, portando avanti le questioni concrete. Dopo 10 anni in Parlamento voglio fare politica, che non significa “voglio candidarmi”. Voglio mettere a disposizione la mia rete, anche sui social. Insomma, sono a disposizione di +Europa.
Su questo punto si vede il passato grillino, due mandati e poi politica fuori dalle Istituzioni…
Quelli più “talebani” che sostenevano queste posizioni (dei due mandati, ndr) nel Movimento 5 Stelle, poi sono stati assunti dai gruppi, che gli garantiscono uno stipendio. Io faccio la mia vita, non ho vincoli, e voglio metterci la faccia in politica. Perché non mi spaventa, anzi mi piace metterla su battaglie che condivido al 100 per cento. In piena libertà.