A Sanremo 2021 Beatrice Venezi sale sul palco dell’Ariston. Ad Amadeus, conduttore dell’edizione, chiede di farsi chiamare “direttore” e non “direttrice”. Scattano subito le polemiche che coinvolgono anche Laura Boldrini. L’ex presidente della Camera chiama persino in ballo l’Accademia della Crusca. A Beatrice Venezi, uno dei più giovani direttori d’orchestra italiani, le polemiche le scivolano addosso. Anzi, quella bagarre sulla declinazione dell’appellativo non fa che oscurare un talento della musica classica contemporanea. Che vanta un palmares di primo livello:è stata assistente direttore dell’Armenian State Youth Symphony Orchestra, direttore principale ospite dall’Orchestra della Toscana e direttore principale dell’Orchestra da Camera Milano Classica.
Negli ultimi giorni, un’ulteriore consacrazione: il ministro per la Cultura, Gennario Sangiuliano, l’ha nominata consigliera per la musica.
Beatrice Venezi: “Va rivisto il Fondo unico per lo spettacolo”
E Venezi, contattata telefonicamente da true-news.it, ha subito le idee chiare su come muoversi in un ambito, quello musicale, spesso bistrattato e sottovalutato in Italia: “La prima cosa su cui ragionare è scardinare, dal punto di vista normativo il Fus, il Fondo unico per lo spettacolo. Perché è uno strumento bellissimo che è scritto anche correttamente anche nei suoi scopi che prevedono appunto la promozione del ricambio generazionale, la promozione dell’accesso alla cultura delle fasce con minori opportunità, la capacità degli enti di attrarre anche risorse private oltre alla loro possibilità di operare in rete e creare i presupposti per il riequilibrio territoriale dell’offerta”. Sembra tutto così roseo ma, in relatà, fa notare Venezi, “il vero problema risiede nel momento in cui, appunto, gli scopi non vengono pienamente raggiunti dagli enti. È evidente che siano necessari dei controlli preventivi successivi all’erogazione. Proprio per evitare che il FUS finisca semplicemente ad essere un mezzo di copertura, diciamo così, del passivo degli enti. Che si trasformi, quindi, in uno strumento per ripianare il passivo degli enti”.
Beatrice Venezi: “Bisogna aumentare la sicurezza sociale e previdenziale degli artisti”
Le parole chiave, in linea con i programmi e le idee di Giorgia Meloni, che nutre profonda stima per le abilità musicali e i pensieri di Venezi, sono “identità e merito”. Anche nella musica. Spiega: “C’è un meccanismo che impedisce la valutazione del merito spesso e volentieri, soprattutto quando parliamo di artisti, giovani e nuovi talenti. Quindi credo che sia necessario istituire un albo delle agenzie di rappresentanza e soprattutto studiare dei meccanismi di controllo di questi rapporti quando si tratta di produzioni sovvenzionate dallo Stato“. E poi il consigliere per la musica del ministro della Cultura non trascura la posizione lavorativa dei musicisti. Quegli artisti che, in piena pandemia, l’ex premier, Giuseppe Conte, definiva “coloro che ci fanno tanto divertire”. Ma che, nei fatti, non vengono salvaguardati lavorativamente. ” Per questo, per quello che riguarda la questione dello status degli artisti, dobbiamo aumentare la sicurezza sociale e previdenziale degli artisti che fanno un lavoro che è per sua natura precario e irregolare. Questo anche per stare al passo con l’Europa”.
Beatrice Venezi: “Valorizzare l’art bonus”
I discorsi di Venezi ruotano attorno alla musica classica, suo terreno di competenza, sua materia di esperienza. Ma possono allargarsi anche al pop. Beatrice è un fiume in piena di idee e progetti:“Abbiamo un altro bellissimo strumento come “l’art bonus”, che consente un tax credit del 65% per tutti coloro che sostengono enti e progetti accreditati. E’ uno strumento interessante anche per un’azienda così come per un privato che decide di sostenere un progetto accreditato presso il bonus. Dunque, proprio in quest’ottica, credo che questo tipo di iniziativa, che allo stato attuale è poco conosciuta e poco diffusa ed è un’opportunità, debba essere indubbiamente comunicata meglio anche attraverso le campagne di sensibilizzazione. In accordo con le associazioni di categoria“.
La consigliera musicale: “It’s Art, voluta da Franceschini, non ha funzionato”
Venezi, assieme a Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla Cultura, e a Gennario Sangiuliano, Ministro, segnano un cambio di passo nella visione del panorama artistico e culturale dopo i decenni di guida di Franceschini. Il direttore d’orchestra analizza con precisione le lacune dei precedenti governi: “A partire da un’erogazione a pioggia dei fondi ministeriali, ma anche a volte, a piccole entità. Sono tanti i fondi che si perdono. Non c’è un progetto organico che metta in rete quasi tutti gli enti. Alcune sono state perfino operazioni demagogiche. Ne abbiamo viste anche recentemente. Non ha funzionato, secondo me, la piattaforma “It’s Art” che è stata proposta e supportata da Franceschini perché il web è già abbondantemente popolato di piattaforme. Diciamoci la verità, tra le varie istituzioni lirico sinfoniche, c’è stata un’ampia assenza di ricambio generazionale”. Ora tocca a Sangiuliano rovesciare il modus operandi dell nomine su cui Franceschini ha sinora costruito un impero.
Venezi: “Manca anche un reale punto di contatto tra il mondo dell’istruzione e il mondo dei teatri”
“Manca anche – prosegue Venezi – un reale punto di contatto tra il mondo dell’istruzione e il mondo dei teatri, per cui ci sono i teatri che sono alcune cose straordinarie. Intendiamoci, sto solo generalizzando, ma non c’è un ragionamento organico rispetto a quello che dovrebbe essere il naturale scambio tra il mondo della scuola e il mondo del teatro. E questo servirebbe poi anche a rinverdire il pubblico dei teatri e delle sale da concerto”. Un duro lavoro aspetta il Ministero della Cultura. E, nel campo musicale, Beatrice Venezi è pronta a farsi strada con i suoi progetti di rifondazione e valorizzazione dei talenti. Il “direttore” è pronta a salire su un altro palco. Quello istituzionale.