Perché leggere questo articolo? Quello di Elisabetta Belloni è il nome sulla bocca di tutta la politica italiana. Candidata al Quirinale coi 5 stelle, oggetto di critiche e desideri del Terzo Polo e donna di fiducia di Meloni. Che potrebbe pensare di sostituire un suo uomo forte.
Una nomina che ha fatto scalpore. Ma non più di tanto. Quando a marzo è stata scelta in corsa come “sherpa” del G7, la sorpresa è stata più per la prassi che per il nome. Perché Maria Elisabetta Belloni è da tempo considerata parte del “cerchio magico” di Giorgia Meloni. Forsa qualcosa di più, a giudicare dagli apprezzamenti ricevuti negli anni. Belloni è uno delle poche figure che ruotano intorno alla politica a essere rispettata da tutte le parti. Una donna per tutte le stagione, la cui nomina, però, potrebbe essere foriera di alcuni cambiamenti importanti.
Il grande ritorno di Elisabetta Belloni
“In considerazione della proposta di destinazione a Tel Aviv dell’ambasciatore Luca Ferrari, l’ambasciatrice Elisabetta Belloni sarà nominata come Sherpa G7/G20 del Presidente del Consiglio, permanendo nell’attuale incarico di Capo del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza”. E’ quanto si legge in una nota di palazzo Chigi. La decisione è stata all’ordine del giorno del Cdm di lunedì 10 marzo.
“Non è un tema di sicurezza ma avendo destinato lo sherpa dedicato a una sede molto delicata siamo partiti da una persona che ha una esperienza su questa materia perché siamo già nell’anno del G7. È un fatto di facilità del lavoro“. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni alla fiera Ortogiardino a Pordenone ha commentato la nomina. La scelta di Belloni, ambasciatrice di lunghissimo corso e di grande esperienza, è significativa. La sherpa al G7 sarà il capo dei servizi segreti italiani: Belloni è direttrice generale del DIS, il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, cioè l’organismo che coordina tutte le attività di intelligence dei servizi segreti.
Una donna per tutte le stagioni
Elisabetta Belloni è nata a Roma il primo Settembre 1958. Laureatasi nel 1982 in Scienze Politiche all’Università LUISS di Roma, comincia la sua carriera diplomatica nel 1985, a soli 27 anni. Lavora al Ministero degli Affari Esteri presso la Direzione generale degli affari politici. Presta inoltre servizio nelle ambasciate italiane di Vienna e Bratislava, ed è un membro della delegazione italiana alla conferenza di Helsinki sui seguiti della CSCE.
In carriera ha ricoperto incarichi d’alto prestigio e responsabilità. È stata a capo della Segreteria della Direzione per i Paesi dell’Europa, Capo dell’Ufficio per i Paesi dell’Europa centro-orientale e capo della Segreteria del Sottosegretario di Stato agli Esteri. Dal 2004 al 2008 ha guidato inoltre l’Unità di Crisi della Farnesina, su nomina dell’allora Ministro degli Esteri Franco Frattini. È stata la prima donna a ricoprire il ruolo di Segretaria Generale del Ministero degli Affari Esteri, dal 2016 al 2021. Proprio nel 2021, Mario Draghi la nomina direttrice generale Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, rendendola la prima donna posta a capo dell’agenzia di coordinamento dei servizi segreti.
Dal Quirinale, gormiti e Sherpa, Belloni al centro della politica
Non è la prima volta che Belloni viene coinvolta in polemiche politiche. Nel gennaio del 2022, durante le votazioni per la scelta del presidente della Repubblica, Giuseppe Conte del Movimento 5 Stelle e Matteo Salvini della Lega, dopo giorni di stallo, la proposero come candidata condivisa per il Quirinale, col parere favorevole di Meloni che allora era la leader dell’opposizione. Sarebbe stato un fatto notevolissimo: mai nessun dirigente dei servizi segreti in carica, in Italia, in Europa e in generale nell’Occidente, era stato eletto a cariche apicali dello Stato. Alla fine, quando tutto sembrava fatto, la sua candidatura venne ritirata.
La possibile candidatura di Belloni era stata oggetto di critiche da parte di Matteo Renzi. Polemiche che il leader del fu Terzo Polo ha risollevato in occasione della nomina di Belloni a sherpa del G7. La querelle segue quella scatenata a gennaio 2022 da Renzi sulla (non) candidatura di Elisabetta Belloni, direttrice della struttura di Palazzo Chigi che coordina le agenzie di intelligence, al Quirinale. Ed è solo l’ultimo episodio di una lunga trama. Renzi nel 2022 ha accusato Salvini e Conte di avere una cultura politica “da Gormiti” per la sola ipotesi di proporre per il Colle la Belloni, da lui definita però “capo dei servizi segreti”.
Meloni prepara mosse interne?
Tra i motivi principali che hanno portato alla nomina di Belloni a sherpa G7/G20 ce n’è uno. La sostituzione di Ferrari mette fine alla lunga ristrutturazione dell’ufficio diplomatico che a Palazzo Chigi assiste Meloni, avviata dopo la figuraccia internazionale causata dallo scherzo telefonico dei due comici russi Vovan & Lexus ai danni della presidente del Consiglio. L’allora consigliere diplomatico Francesco Maria Talò, ritenuto responsabile, venne rimosso e sostituito da Fabrizio Saggio. Non è comunque il primo caso in cui nomine decise da Meloni in ambito diplomatico generano fastidi al ministero degli Esteri. Il cambio di capo-negoziatore dunque è cambiato per uno scherzo. Quella di Talò, però, potrebbe non essere l’unica testa a cadere. Repubblica ha ipotizzato che la premier, ferita dallo smacco russo, potrebbe procedere a un ridimensionamento del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, attualmente occupata dal fedelissimo Alfredo Mantovano. E’ un po’ presto per parlare di cambio al vertice. Ma, eventualmente, quello di Belloni sembra il profilo più idoneo.