Confusione e nervosismo. E’ il clima che respira Maurizio Belpietro, direttore del quotidiano La Verità e di Panorama nelle ore segnate dall’ennesima crisi di governo. Oggi Draghi è atteso al test della fiducia in Senato mentre Conte e i suoi seguaci potrebbero uscire dalla maggioranza.
La confusione dei Cinque Stelle
Spiega a true-news.it: “C’è una situazione di confusione al Vertice del 5 Stelle che si coniuga con un’insofferenza in vista della scadenza elettorale. Si arriva sotto elezioni, tutti i partiti fanno il loro. I Cinque Stelle fanno di più. Sono un partito di opposizione e i sondaggi lo danno pesantemente penalizzato. Sarebbero ridotti a meno della metà, quasi a 1/3, se stiamo nei sondaggi. A questo si aggiunge il fatto, che riducendosi il numero dei parlamentari, pochissimi di loro entreranno in Parlamento”.
Il nervosismo di Draghi
Ma non se la passa meglio Mario Draghi che – secondo Belpietro – “sa benissimo che le situazioni da qui alle elezioni saranno tante. E’ consapevole che i problemi sono molti di più di quelli che ci si immagina perché la crisi delle materie prime non si risolve dalla sera alla mattina. Draghi ha cercato di fare quello che poteva ma le cose non sono andate per il verso giusto. Probabilmente l’orizzonte di Draghi era limitato alla fine dell’anno: il suo orizzonte era orientato non alla scadenza elettorale ma a quella quirinalizia. Draghi aveva in testa di andare al Quirinale. Del resto ci ricordiamo tutti quanti il discorso di fine anno, quando praticamente disse che il suo compito era terminato perché aveva affrontato la pandemia, aveva fatto in modo che le vaccinazioni riguardassero la maggioranza degli italiani e il Pnrr fosse stato avviato. Le cose non sono andate come immaginava, non è accaduto quello che probabilmente avevamo messo in conto”.
Belpietro: “Draghi non era preparato alla guerra”
Le cose, come si sa, sono andate diversamente. Mattarella ha lavorato a una riconferma escludendo di fatto Draghi dalla corsa per il Quirinale. La sua vera ambizione. “Il bilancio del suo governo – continua il direttore de “La Verità” – è a luci ed ombre, perché alcune cose sono state fatte. Su alcuni temi non c’è stato il coraggio di intervenire, tipo il reddito di cittadinanza. Si vedano anche le storture con cui è nato il bonus 110%. E soprattutto c’è il grande tema di come affrontare la guerra. Draghi a questo non era preparato. Ha interpretato ovviamente il ruolo di presidente del Consiglio durante un conflitto che riguarda tutto l’Occidente, ma purtroppo non sempre tutto ciò che riguarda gli interessi geopolitici coincide con gli interessi nazionali. Quindi, purtroppo stiamo pagando duramente il conflitto in Ucraina perché le materie prime, in particolare l’energia di cui noi abbiamo fondamentalmente bisogno, ci stanno mettendo in grande difficoltà”.
La paura delle elezioni
Il premier, dimissionario, sta ricevendo appelli a restare da numerosi fronti che vanno dal Pd a numerosi esponenti della società civile. Tutti uniti per evitare, “durante una guerra”, le elezioni, quasi fossero uno spauracchio. Belpietro non la vede allo stesso modo. “In tutti i Paesi si è votato: ci sono state le elezioni inFrancia e c’era la guerra. Allo stesso modo si è votato in altri paesi d’Europa. Ma io sono fermamente convinto che Draghi non veda l’ora di fare le valigie e di andarsene. E che abbia preso il mancato voto del 5 Stelle sul decreto aiuti come pretesto per lasciare la presidenza del Consiglio. Ma c’è stata, in questi giorni,tutta una mobilitazione per farlo restare: Draghi farà fatica ad andarsene perché, alla fine, otterrà la fiducia. La cosa folle è che si tratta di una crisi politica non di Governo. Draghi ha la maggioranza, probabilmente ancora più nutrita di prima. A meno che non tenga duro sulla decisione di lasciare, a mio parere resterà al Governo”.
La paura di andare al voto è figlia, secondo Belpietro, dei sondaggi che vedono svantaggiati, “con questa legge elettorale, il Pd. “Alleandosi con Leu o con il partito di Di Maio, che al 2%, non potrebbero governare”. Così la situazione sta portando acqua al mulino di Giorgia Meloni e di Fratelli d’Italia. Spiega Belpietro: “La Meloni è data al 21% ma bisogna vedere cosa faranno Salvini e Berlusconi. Ma sono sempre dubbioso dei sondaggi rispetto all’esito concreto delle elezioni”.