di Francesco Floris
Da dormiente potrebbe improvvisamente avere un’accelerata la campagna elettorale per le amministrative di Milano. Il candidato offerto al centrodestra da Matteo Salvini e Stefano Bolognini, il manager Rasia Dal Polo, secondo il Corriere della Sera, non scalda i cuori di Silvio Berlusconi. E come già pubblicato da True-News il 12 gennaio nemmeno quelli di chi opera nel settore immobiliare, edile, delle costruzioni. Un mondo frizzante che forse vuole scaricare il centrosinistra. Hanno un sogno gli immobiliaristi e Berlusconi: convincere a candidarsi a Milano l’ex ministro e già assessore con Albertini, Maurizio Lupi. Certo vanno convinti anche gli alleati del Carroccio, ma questo è un altro discorso.
Con Lupi in corsa per Palazzo Marino ecco che la campagna elettorale nell’anno della pandemia potrebbe subire una sterzata. Nome forte, inserito in un sistema di relazioni, che piace a chi vuole grandi opere, investimenti, infrastrutture. In un contesto in cui Beppe Sala sta cambiando, in parte pelle. Da manager a uomo della sostenibilità e dell’ecologia. Ha incassato il sì dei Verdi, nazionali ed europei, che hanno imposto all’agguerrita federazione milanese (aveva giurato che mai ci sarebbe stata un’alleanza) di appoggiare il sindaco uscente per entrare nell’alveo del centrosinistra allargato, nella strategia di contare di più in Italia alle elezioni politiche ed europee. Repubblica parla anche di contatti di Beppe Sala con il mondo di Friday For Future, il movimento ambientalista di protesta nato sulla scorta delle battaglie di Greta Thunberg e che a Milano è riuscito a portare in piazza pre Covid 200mila persone.
Ecco: grandi opere vs ambientalismo. Questa sarebbe una grande campagna elettorale con proiettili da ambo le parti. Uomini del fare per risolvere una crisi economica che a Milano miete posti di lavoro e la necessità di grossi investimenti, per il centrodestra. Priorità alla tutela dell’ambiente anche nella prospettiva di salvaguardare la salute delle persone al centrosinistra, che potrebbe sempre far valere argomenti “economici” di fronte alle sfide occupazionali e di sviluppo che la transizione “green” comporta. Resterà un sogno nel cassetto? Ancora una volta, la risposta potrebbe dipendere da Silvio Berlusconi e le sue capacità di moral suasion su amici e alleati.