Perché leggere questo articolo? Di ritorno dal Medio oriente, Joe Biden ha tenuto il suo secondo discorso dallo Studio Ovale. Il Presidente ha annunciato 100 miliardi per Ucraina e Israele. Aiuti militari che, secondo uno scoop di Axios, sarebbero addirittura intercambiabili.
“Siamo a un punto di svolta globale“. Giovedì sera, alle 20 di Washington, mentre in Italia era già notte fonda, Joe Biden ha tenuto un discorso dallo Studio Ovale, la stanza delle comunicazioni solenni. E’ solamente il secondo discorso che il Presidente fa dal suo ufficio da quando è entrato alla Casa Bianca. Biden ha parlato di ritorno dal Medio oriente, in un momento delicatissimo. Tra Israele e Ucraina, il Presidente ha ricordato agli americani come “i conflitti connettono le vite di tutti“. Un discorso che ha ricordato, semmai ce ne fosse stato bisogno, di come la nuova guerra alle porte inciderà sugli equilibri americani (e di casa nostra). E di come i due conflitti siano tra loro intrecciati.
Biden e l’inaspettato piano per il Medio oriente
La visita lampo in Israele ha fatto di Biden una sorta di “scudo umano”, che ha garantito qualche ora di tregua dall’attesa invasione israeliana e dal lancio massiccio di razzi da Gaza. E’ bastata la sua partenza perchè portaerei americane dovessero intercettare missili dallo Yemen, droni dalla Siria e dall’Iraq colpissero basi americane e dal Libano partissero razzi contro Israele. Venti di guerra soffiano sulla zona del mondo che gli Usa avevano abbandonato negli ultimi anni, e dove potrebbero tornare a impegnarsi. Poi c’è anche l’Ucraina. Per questo Biden ha ricordato come “l’America ha l’obbligo di essere in prima linea per difendere i propri interessi nazionali”.
Il primo Presidente americano che dopo decenni ha potuto concedersi il lusso di non avere un “Piano per il Medio oriente”, si trova ora a chiedere il sostegno degli americani per la nuova agenda della Casa Bianca, stravolta dai recenti sviluppi esteri. “Sostegno a Israele, assistenza umanitaria a Gaza e un percorso affinché il popolo israeliano e quello palestinese possano vivere in sicurezza, dignità e pace“.
Una piano da 105 miliardi di dollari per Medio oriente e Ucraina
Il piano e la strategia mediorientale di Biden hanno però un corollario economico. Il presidente ha svelato nel discorso dello Studio Ovale uno stanziamento da 105 miliardi di dollari da “destinare alle crisi globali e ai focolai di tensione”. Il piano sarà sottoposto al voto del Congresso, che vive un momento di enorme tensione dopo che da settimane vige uno stallo tra i Repubblicani per nominare un nuovo speaker.
Il pacchetto esteri di Biden prevede 60 miliardi all’Ucraina, 14 a Israele e i restanti da dividere tra Taiwan e il rafforzamento del confine con il Messico. Mossa, quest’ultima, che secondo Biden dovrebbe permettere il superamento delle reticenze dei repubblicani – che al momento detengono la maggioranza alla Camera e sono restii a un maggiore impegno americano in supporto dell’Ucraina.
Biden ha messo in evidenza un parallelismo tra Ucraina e Israele, dovuto ai nemici che stanno combattendo. “Hamas e Putin rappresentano minacce differenti ma hanno questo in comune. Entrambi vogliono distruggere completamente una democrazia vicina“. A questo si deve la decisione di presentare in un’unica misura gli aiuti militari ai due paesi. Oltre alla necessità di provare a convincere un Congresso diviso ad approvare la misura.
Biden toglie armi all’Ucraina per darle a Israele
Il pacchetto di Biden prevede molte più aiuti all’Ucraina (60 miliardi) che a Israele (14 miliardi). Uno scoop di Axios, però, ha rivelato indiscrezioni secondo cui, in caso di escalation in Medio oriente gli Usa sarebbero pronti a inviare a Israele armi inizialmente destinate all’Ucraina. Il giornale online americano ha rivelato che il Pentagono prevede di inviare a Israele decine di migliaia di proiettili di artiglieria da 155 mm che erano stati destinati all’Ucraina dalle scorte di emergenza statunitensi diversi mesi fa. La notizia sarebbe stata confermata ad Axios tre funzionari israeliani. Le munizioni destinate all’Ucraina facevano parte di una scorta di armi statunitense conservata in Israele, come parte di un accordo tra i paesi. Il Pentagono non ha confermato né smentito la notizia, anche se dei funzionari statunitensi avrebbero affermato che dirottare i proiettili a Israele non avrebbe impatto immediato sulla difesa di Kiev.