Perché leggere questo articolo: Il via libera al deal Kkr-Tim bocciato da Bonelli dei Verdi. L’onorevole romano non teme di usare la parola “sovranità” per parlare di quella che ritiene essere la minaccia insita nell’affare
Angelo Bonelli boccia il governo sull’operazione Tim-Kkr del governo Meloni. Il deputato romano, co-portavoce di Europa Verde e eletto nel 2022 alla Camera con l’Alleanza Verdi-Sinistra è netto sul fatto che con il deal andrà a un fondo americano la guida delle Tlc italiana.
“Non so se tutti, ma proprio tutti, hanno capito”, dice Bonelli a True-News. “Tim”, ricorda, “è proprietaria della rete di telecomunicazioni italiana e Sparkle possiede i cavi sottomarini” la cui importanza è stata ricordata più volte su queste colonne. “Dunque”, aggiunge Bonelli “stiamo parlando di due infrastrutture fondamentali per la sovranità – termine che in genere mi provoca qualche brivido, ma che qui non saprei come sostituire con un sinonimo – e persino per la piena libertà di un paese”, visto che per la rete Tim e Sparkle “passano praticamente moltissimi dei servizi e dei contenuti di interesse generale”.
Kkr compra “un pezzo di sovranità e libertà”?
Nella società digitale chi controlla i dati e i loro flussi controlla una grossa fetta delle comunicazioni di un Paese. E Bonelli ci ricorda chi è che entrerà come azionista di maggioranza in Tim: “l’acquirente è un grande fondo, Kkr, che già possiede un pezzo della rete tramite FiberCop. Questo fondo, che ha una storia di scalate, assalti finanziari e altre amenità non proprio edificanti, dispone di attivi per 460 miliardi di dollari; vuol dire che deve garantire a chi gli ha dato i soldi lauti rendimenti. Tra coloro che gli hanno dato i soldi ci sono i grandi fondi finanziari che, peraltro, sono anche azionisti di Kkr”. E Tim non farà eccezione.
“Kkr”, nota Bonelli, “compra di tutto in giro per il mondo, costruisce monopoli e poi, magari, li rivende a prezzi altissimi proprio perché sono diventati monopoli. Ora”, si domanda Bonelli, “ma tutti, ma proprio tutti, hanno capito che l’Italia sta consegnando, per una ventina di miliardi di euro, le proprie infrastrutture strategiche – un pezzo di sovranità e libertà – a questo soggetto? Temo di no, ma intanto il governo pensa bene di assecondare l’operazione partecipando alla “cordata” guidata da Kkr con un contributo di minoranza, sperando poi di fare la voce grossa”. Secondo Bonelli, “dovremmo davvero smetterla di dare per scontato tutto questo e provare a restituire alla dimensione pubblica la sua natura di garanzia democratica”.
Bonelli boccia il piano Meloni sulle privatizzazioni
Il costo dell’operazione per lo Stato sarà di circa 2 miliardi di euro. Ma in confronto il governo punta, tramite la manovra a recuperare tali risorse tramite un corposo piano di privatizzazioni. Ai nostri microfoni il senatore del Partito Democratico Antonio Misiani aveva definito irrealistica la sua concretizzazione. Bonelli conferma questa visione ricordando che “l’incasso di 20 miliardi di euro – «almeno l’1% del Pil» nel 2024-2026, come scritto nella Nadef – è solo sulla carta” e che “l’anno prossimo solo un decimo di quella somma, se tutto va liscio, sarà raccolta”.
Il resto? Bonelli ricorda che “si basa, come ha già notato l’Ufficio studi della Camera dei Deputati solo di previsioni. Le uniche pratiche avviate sono Ita Airways e Mps. Ma la privatizzazione di MPS andrà a rafforzare i monopoli bancari a vantaggio di UniCredit o Intesa San Paolo. Invece Mps potrebbe diventare una banca per gli investimenti legati alla Green economy e sulla transizione ecologica”. Strategie centrali per la politica economica degli ecologisti. Oggi nettamente contraria alle scelte industriali e strategiche del governo Meloni.