Perché questo articolo potrebbe interessarti? Fratelli d’Italia non ha solo l’obiettivo di vincere alle prossime europee, ma anche di consolidarsi quale partito di governo. Da qui la possibile discesa in campo diretta di Giorgia Meloni e la presenza di liste dove, ai “big” nazionali, si potrebbero alternare nomi legati ai territori. La formazione del presidente del consiglio non sembra invece interessata a “pescare” dalla società civile.
Giorgia Meloni non ha ancora sciolto la riserva, ma il presidente del consiglio dovrebbe essere della partita: anche l’attuale capo dell’esecutivo infatti sarebbe pronto a ufficializzare la candidatura alle europee. Una discesa in campo dal forte significato politico, specialmente considerando il ruolo del suo partito. Fratelli d’Italia, in in testa nei sondaggi, per la prima volta affronta un voto da “favorito” e da partito di governo. Dunque, per Meloni non è soltanto importante dimostrare il proprio peso elettorale, specialmente al cospetto degli altri alleati della coalizione di centrodestra, ma anche dare una precisa fisionomia alle liste nelle varie circoscrizioni. L’impressione è che il presidente del consiglio voglia puntare su nomi molto forti sui vari territori. Candidati cioè in grado di portare voti e, al tempo stesso, di dare una chiara impronta al partito. Una cosa è certa: sulla scelta delle liste per le europee, Giorgia Meloni non lascerà nulla al caso.
Perché il presidente del consiglio potrebbe candidarsi alle europee
La indiscrezioni sulle intenzioni del capo dell’esecutivo si susseguono da diversi mesi. Alcune fonti vicine alla maggioranza, danno per assodata la candidatura di Meloni in tutte e cinque le circoscrizioni elettorali in cui è diviso il territorio nazionale per le europee. Lo stesso presidente del consiglio, nel corso della conferenza stampa di inizio anno, non ne ha fatto mistero: “Devo capire – ha dichiarato il 4 gennaio scorso – se una mia eventuale candidatura toglierebbe tempo al mio lavoro dal presidente del Consiglio”.
In poche parole, l’intenzione da parte di Giorgia Meloni c’è tutta e l’unica incognita (non di poco conto) riguarderebbe la possibilità di incastrare in agenda gli impegni del governo con i comizi. Questo dimostra l’importanza data dal capo dell’esecutivo all’appuntamento elettorale di giugno. Una candidatura in prima persona del presidente del consiglio non avrebbe quindi un valore meramente simbolico.
Se da un lato è vero che, seguendo i trattati e i regolamenti europei, sussiste incompatibilità tra la carica di ministro o capo del governo e quella di europarlamentare, dall’altro è altrettanto vero che il dato più interessante per addetti ai lavori e analisti è quello marcatamente politico. In particolare, se il consenso per Giorgia Meloni dovesse risultare molto alto e in grado di trascinare le liste di Fratelli d’Italia, gli equilibri interni al centrodestra sarebbero ulteriormente bilanciati a favore del partito del presidente del consiglio.
Del resto, il voto per le europee rappresenta un unicum nel panorama politico italiano: a differenza delle legislative o delle amministrative, non esistono coalizioni e vige un proporzionale secco. Ogni partito fa corsa a sé e ha interesse a dimostrare il proprio singolo peso elettorale. La discesa in campo di Giorgia Meloni sarebbe orientata proprio a far valere il ruolo e il peso assunti da Fratelli d’Italia nell’attuale fase politica.
Alla ricerca di candidature forti per le europee
Una volta sciolta la riserva del presidente del consiglio, si dovrà pensare agli altri posti disponibili nelle cinque circoscrizioni. E qui salta fuori la prima preoccupazione dei vertici di Fratelli d’Italia: quella cioè legata all’appetibilità delle proprie liste. Il partito, come detto in precedenza, rispetto alle ultime europee ha un ruolo ben diverso e si presenta per la prima volta come forza di governo. Trovare quindi un posto al suo interno, potrebbe fare gola a molti.
Per questo sia Giorgia Meloni che gli altri vertici non vogliono tralasciare alcun dettaglio nella scelta dei candidati. Non si vogliono cioè liste che snaturino l’attuale impostazione del partito. I rumors emersi in questi giorni dalle varie segreterie locali, lasciano intendere come all’interno di Fratelli d’Italia si è alla ricerca di candidature forti.
Si parla non a caso della discesa in campo diretta di ministri, di gran parte degli uscenti europarlamentari e di persone in grado di portare in dote un buon numero di preferenze dalle precedenti elezioni amministrative. Un mix quindi tra big affermati del partito e soggetti molto ancorati ai territori.
La riconferma dei “big”
La ricandidatura degli eurodeputati uscenti parte dalla circoscrizione nord-occidentale, quella che comprende Lombardia, Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. Così come trapelato dall’edizione milanese del Corriere della Sera, nella lista di Fratelli d’Italia saranno inclusi tutti gli uscenti: da Carlo Fidanza, capogruppo del partito di Meloni a Strasburgo, a Pietro Fiocchi, passando anche per Vincenzo Sofo. Quest’ultimo, eletto nel 2019 nella circoscrizione meridionale tra le fila della Lega, dovrebbe essere tra i candidati di punta del partito nel nord Italia.
Particolarmente interessante la sfida a sud, altra area in cui il partito di Giorgia Meloni ha le sue roccaforti. In Puglia si parla sempre più insistentemente della candidatura del ministro Raffaele Fitto, volta a potenziare la lista nella circoscrizione meridionale. Rimanendo a sud, ma nella circoscrizione isole, secondo il Tgr Sicilia il presidente del consiglio starebbe pensando alla candidatura di un altro ministro, ossia l’ex presidente della Regione Nello Musumeci. Certa invece la nomina in lista dell’uscente Giuseppe Milazzo.
Nella circoscrizione centro, la quale comprende la capitale, il Lazio, la Toscana, l’Umbria e le Marche, è stata smentita dal diretto interessato la candidatura del ministro Francesco Lollobrigida. Potrebbe essere della partita invece Arianna Meloni, sorella del presidente del consiglio. Certa la presenza in lista dell’uscente Nicola Procaccini.
I volti provenienti dai territori
Fin qui i nomi e i volti noti a livello nazionale, destinati in qualche modo a trainare le liste del partito del capo dell’esecutivo. Al loro fianco Giorgia Meloni vorrebbe l’inserimento di soggetti già impegnati e conosciuti sui territori. Un modo per attrarre più voti, ma anche per dare una precisa identità a Fratelli d’Italia. L’intento sembra essere quello di dare vita a liste con dentro nominativi di personaggi già attivi politicamente, senza “pescare” invece dalla cosiddetta società civile. Almeno stando ai rumors che trapelano dalle varie sezioni locali.
Nella circoscrizione nord occidentale ad esempio, oltre ai big si punta sui rappresentanti del partito nei vari enti locali. Si parla ad esempio del presidente del presidente del consiglio regionale ligure, Stefano Balleri. Nella circoscrizione nord-orientale, che comprende anche Emilia Romagna e Veneto, un nome gettonato è quello di Stefano Cavedagna. Secondo IlRestodelCarlino, si tratta di un profilo ideale per le europee sia per la sua esperienza sul territorio, essendo capogruppo del partito al consiglio comunale di Bologna, e sia per il suo ruolo di portavoce di Gioventù Nazionale.
Tutti i candidati circoscrizione per circoscrizione
Tra i possibili outsider nella circoscrizione del centro Italia, il Corriere dell’Umbria ha segnalato il presidente del consiglio regionale umbro, Marco Squarta. A sud invece trapelano i nomi dell’uscente Denis Nesci, così come di Chiara Gemma, eletta nelle europee del 2019 con il Movimento Cinque Stelle e transitata in seguito all’interno di Fratelli d’Italia. Dalla Puglia potrebbe inoltre arrivare la candidatura del capogruppo del partito al consiglio regionale pugliese, Francesco Ventola, e del collega Michele Picaro. In Sicilia potrebbero correre per un seggio a Strasburgo l’ex assessore regionale Ruggero Razza e l’attuale deputata regionale Giusy Savarino. A conferma della volontà di portare avanti nomi interni al partito.