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Brandeburgo, l’Spd vince le elezioni (nonostante Olaf Scholz)

Brandeburgo, l'Spd vince le elezioni (nonostante Olaf Scholz)

Perché leggere questo articolo? Una vittoria sorprendente per i socialdemocratici, ma non per il cancelliere. La Spd mantiene il Brandeburgo, nonostante Olaf Scholz.

Una vittoria sorprendente per i socialdemocratici, ma non per il cancelliere. La Spd arriva prima nelle elezioni regionali in Brandeburgo, nonostante Olaf Scholz. E’ proprio il caso di dirlo: il cancelliere è in crisi da tempo, in particolare nei Länder dell’Est. Talmente impopolare che Dietmar Woidke, il governatore uscente e leader regionale del partito, ha di fatto ostracizzato Scholz, impedendogli di venire a fare comizi in Brandeburgo. Questo successo segna un netto contrasto con il calo di consensi a livello federale, evidenziando la distanza tra la leadership locale e quella nazionale.

Un cancelliere del tutto impopolare nell’Est

Nei Länder dell’ex Germania Est proprio non possono soffrire il cancelliere al potere dal 2021. Scholz è considerato da molti elettori dell’est come un politico distante, privo di carisma e poco attento alle loro esigenze. Le sue politiche, percepite come troppo inclini a compromessi con i Verdi e i Liberali, non hanno fatto breccia in una regione dove le questioni economiche e sociali sono vissute in maniera molto diversa dalla ricca e multietnica Germania occidentale.

Il Brandeburgo non fa eccezione. Il malcontento verso Scholz si riflette in una disaffezione generale verso il governo federale, percepito come troppo lontano dai problemi concreti della popolazione. Non è un caso che nei recenti sondaggi l’SPD a livello nazionale sia crollato, complice anche la gestione controversa di temi come la crisi energetica, l’immigrazione e le relazioni internazionali, in particolare la guerra in Ucraina. Tuttavia, a livello locale, Dietmar Woidke ha saputo distanziarsi abilmente dal cancelliere, costruendo un profilo autonomo che ha conquistato gli elettori. D’altronde sono undici anni che è Primo Ministro del Brandeburgo.

Dietmar Woidke: un leader a misura di Brandeburgo

Dietmar Woidke è alla guida del Brandeburgo dal 2013 e ha saputo ritagliarsi un ruolo di leader pragmatico e vicino ai cittadini. A differenza di Scholz, Woidke ha puntato su un messaggio chiaro: il Brandeburgo prima di tutto. Ha saputo intercettare le preoccupazioni degli elettori, focalizzandosi su temi locali come il lavoro, la sicurezza e le infrastrutture, senza farsi trascinare nelle controversie nazionali. Questa strategia gli ha permesso di mantenere una solida base di consensi, anche tra coloro che diffidano della politica federale dell’SPD. Che a livello locale è cresciuta di quattro punti percentuali rispetto all’ultima elezione (a livello nazionale i consensi del partito di Scholz si sono dimezzati rispetto al 2021).

Il successo di Woidke è il risultato di una campagna elettorale che ha messo in secondo piano la figura del cancelliere. Nel Brandeburgo, Scholz è stato praticamente invisibile: nessuna visita, nessun comizio, nessun intervento significativo. Questa scelta di “ostracizzare” Scholz si è rivelata vincente, permettendo a Woidke di presentarsi come il vero volto del partito nella regione e di evitare che l’impopolarità del cancelliere contaminasse la sua immagine.

Strategia della distanza

La distanza presa da Woidke rispetto a Scholz non è solo una questione di stile, ma una vera e propria strategia di sopravvivenza politica. In un contesto in cui l’SPD fatica a mantenere consensi a livello nazionale, i leader regionali nei Länder dell’est stanno sviluppando una sorta di “autonomia politica” che consente loro di mantenere il controllo sul territorio. In altre parole, i successi locali non sono tanto un riflesso della forza del partito, ma piuttosto dell’abilità dei singoli politici nel distanziarsi dalle politiche di Berlino.

Questo fenomeno non riguarda solo Woidke: anche altri leader socialdemocratici dell’est, come Manuela Schwesig nel Meclemburgo-Pomerania Anteriore, stanno seguendo una linea simile, evitando di legarsi troppo strettamente alla figura di Scholz. Si tratta di un approccio che potrebbe diventare sempre più comune, soprattutto se il governo federale continuerà a navigare in acque agitate.

Un Segnale per Berlino?

La vittoria di Woidke nel Brandeburgo è un segnale chiaro per l’SPD a livello federale. I leader regionali possono ancora vincere, ma solo se prendono le distanze da un governo centrale percepito come inefficace. Olaf Scholz rischia di diventare un peso per il partito, piuttosto che un punto di forza. La situazione nel Brandeburgo evidenzia un problema più ampio per i socialdemocratici tedeschi: la necessità di riconquistare la fiducia degli elettori nei territori dell’ex Germania Est, dove le dinamiche politiche e sociali sono diverse e richiedono un approccio su misura. Se Scholz e la dirigenza nazionale non saranno in grado di riconnettersi con queste realtà locali, l’SPD rischia di continuare a perdere terreno, mentre leader come Woidke si affermeranno come le vere ancore del partito. La sfida ora è chiara: per rimanere rilevante, l’SPD deve saper conciliare le istanze locali con quelle nazionali, senza sacrificare l’una per l’altra. Ma senza un cambiamento di rotta da parte di Scholz, la strada appare tutta in salita.