In questi giorni è uscito, come da tradizione ogni anno, il libro di Bruno Vespa. Lasciando perdere il contenuto del libro – e l’originale strategia di marketing per promuoverlo – “Perché Mussolini rovinò l’Italia (e come Draghi la sta risanando)” porta con sé una leggenda metropolitana che riguarda autore e protagonista del libro, difficile da sradicare – anche perché spesso alcuni diretti interessati e parenti ci hanno giocato nel corso degli anni.
Bruno Vespa figlio di Benito Mussolini?
Bruno Vespa è figlio di Benito Mussolini? Ad alimentare la diceria ha contribuito negli anni Alessandra Mussolini, nipote del Duce e parlamentare. Tutto ebbe inizio nel 2005, con Striscia la notizia che mise a confronto due foto del Duce e di Vespa, giocando sulle somiglianze per consegnare il Tapiro al conduttore che ci aveva scherzato sopra. A stretto giro la Mussolini, ospite da Chiambretti a Markette, dichiarò: “È vero, non dobbiamo fare il test del dna su Vespa, è mio zio. Questa è la verità. Non smentisce perché c’ha sempre questo pudore, ma quella è la verità, lui me l’ha detto”.
LEGGI ANCHE: Chi è Bruno Vespa: moglie, figli, genitori, libri, ultimo libro 2021
La querelle è poi proseguita nel 2009, nella puntata di Porta a Porta dedicata a “Vincere”, il film di Marco Bellocchio sulla vicenda di Benito Albino Dalser, figlio non riconosciuto di Mussolini e Ida Irene Dalser, amante del dittatore che venne internata e morì in maniera sospetta in un manicomio.
Vespa e Mussolini, la diceria alimentata da Alessandra Mussolini
Guardando Filippo Timi, che nel film interpreta il Duce da giovane, Alessandra Mussolini si rivolge a Vespa dicendo: “Doveva farlo lei”. “Ci assomigliamo”, replica prontamente il giornalista. “È tale e quale – incalza la deputata – Questa è la verità, diamoci del ‘tu’ e facciamo outing”. “Io ai miei nipoti do del ‘lei’”, prova a chiudere divertito Vespa, lasciando però aperte le malizie sulla vicenda.
Un siparietto che continua l’anno dopo, quando Alessandra Mussolini rincara la dose a Domenica Cinque di Barbara D’Urso: “Bruno Vespa è tutto mio nonno, ha una caratteristica distintiva della famiglia Mussolini: il tratto dalla narice alla bocca. Prima o poi farà outing”. Uno scherzo che non dura poco e che non sembra piacere più a Vespa, che ha intimato alla nipote di Sophia Loren di smetterla: “Adesso basta. Alessandra Mussolini è una donna spiritosa e simpatica, ma adesso sta esagerando. Finora sono stato allo scherzo, ma da tempo nella mia famiglia sensibilità più attente della mia si sono giustamente risentite. Insistere su una storia che – narici a parte – non ha nessun senso né temporale né logico diventa offensivo”.
La leggenda proviene da lontano, e vuole che la madre di Bruno Vespa – nato a L’Aquila il 27 maggio 1944 – avesse lavorato nell’albergo di Campo Imperatore in cui Mussolini era stato imprigionato tra il 28 agosto e il 12 settembre 1943.
Nascita di Bruno Vespa, quell’intreccio temporale con la prigionia di Mussolini
Vespa sarebbe dunque stato concepito in quei giorni di prigionia di Mussolini sul Gran Sasso. I fatti però non combaciano. Vespa ha sempre smentito sia che la madre abbia lavorato in quel posto, sia che i suoi genitori si sposarono il 24 luglio 1943, il giorno prima della caduta del fascismo e dunque prima della prigionia di Mussolini in Abruzzo.
“L’insistenza nel far supporre una mia discendenza da Benito Mussolini all’inizio poteva essere divertente, ma col tempo è diventata fastidiosa, per una evidente mancanza di rispetto nei confronti di mia madre. Nel 1943 mia madre era insegnante elementare e non dipendente dell’albergo di Campo Imperatore dove Mussolini era agli arresti. Non ha mai messo piede in quella zona fino al 1949 quando fu assegnata come maestra ad Assergi. Mussolini era morto da quattro anni” ha dovuto scrivere il giornalista in una nota piccata a Dagospia.
La somiglianza “sospetta” tra Benito Mussolini e Bruno Vespa
Nel corso degli anni giornali e rotocalchi sono tornati sulla vicenda con foto e dichiarazione atte a mostrare una somiglianza tra i due. In particolare, Giordano Bruno Guerri ha provato a trattare l’argomento seriamente su Il Giornale nel 2010, menzionando un presunto scritto del Duce che ricordava la tristezza di quei giorni a Campo Imperatore, “mitigata dal conforto di una gentile signora Vespa”.
Dura la replica del conduttore: “Immaginavo che una risposta seria non sarebbe stata necessaria ma mi vedo costretto a scriverla. Lascio all’intelligenza del lettore – in assenza di quella dei colleghi – valutare la verosimiglianza di una deportazione di mia madre a Campo imperatore con il velo addosso”. Lo storico si è dunque affrettato a smentire quanto scritto con una marcia indietro: “Nell’ opera omnia di Mussolini il nome della signora Vespa non appare. La leggenda nacque in un convegno ma non è mai stata verificata”.
L’ultima prova che confuta la teoria della discendenza del giornalista da Mussolini sta nella somiglianza con il fratello, Stefano: identico a Bruno ma nato nel 1956, dodici anni dopo di lui.