Perché leggere questo articolo? Dal salario minimo alle richieste di dimissioni per il caso Santanchè. Azione e il Pd sono sempre più vicini. E avanza l’ipotesi di una lista unica alle prossime europee.
Carlo Calenda è sempre più vicino al Pd di Elly Schlein. Tanto che, in queste ore, prende corpo un’ipotesi che sembrava lontanissima solo fino a qualche mese fa. L’orizzonte sono le elezioni europee, l’alchimia per salvare Azione dalla tagliola della soglia di sbarramento del 4% per entrare all’Europarlamento è un listone unico. Pd e calendiani insieme e addio all’ambizione di un Terzo Polo autonomo da destra e sinistra.
Ipotesi lista Pd-Azione
Nel Palazzo se n’è cominciato a parlare e la tentazione di Calenda è diventata più di una semplice indiscrezione. “C’è una parte di Azione che spinge per piazzare candidati nella lista del Pd e già sono stati fatti degli incontri in tal senso”, confida a True-News.it una fonte del gruppo parlamentare unico del Terzo Polo. La svolta nasce dalla convinzione, diffusa soprattutto tra gli ex Pd passati in Azione, che l’esperienza insieme a Italia Viva sia arrivata al capolinea. “Non c’è spazio per un centro autonomo con uno scenario così polarizzato”, è il ragionamento di chi, dal territorio al Parlamento, sta provando a convincere Calenda a rompere gli indugi per fidanzarsi politicamente con Elly Schlein.
Il logo di Calenda nel simbolo dem
L’utile e il dilettevole. Anche perché con un listone insieme al Pd Azione potrebbe eleggere più candidati che dentro a un’aggregazione centrista, anche ampia. L’unica condizione che Calenda potrebbe porre a Schlein è l’inserimento, in piccolo, del logo di Azione all’interno del simbolo della lista dem che correrà alle europee del prossimo anno. Al Nazareno le bocche sono ancora rigorosamente cucite, ma anche il Pd potrebbe accettare il compromesso.
Alla radicale Schlein, in fondo, farebbe comodo una copertura al centro offerta da Calenda e dai suoi. E perciò potrebbe pure accettare di inserire il loghetto di Azione nel simbolo che sarà sulla scheda delle elezioni europee. La strada, però, non è tutta in pianura. Uno dei potenziali inghippi potrebbe essere rappresentato dalla collocazione europea di Azione. Calenda, per ora, fa riferimento ai liberali di Renew Europe insieme a Italia Viva. Solo che, all’interno del gruppo dei macroniani, il peso di Matteo Renzi è superiore a quello dell’ex ministro dello Sviluppo Economico. Quindi anche il ritorno di Azione nel gruppo dei Socialisti Europei insieme al Pd, sarebbe un trauma più che superabile.
Gli ex dem di Azione vogliono tornare a casa
D’altronde, ultimamente, Calenda è più vicino a Schlein che a Renzi. Dalla battaglia comune sul salario minimo all’atteggiamento sulle disavventure giudiziarie di Daniela Santanchè e Andrea Delmastro. Tra l’ex rottamatore e il leader di Azione sembrano essersi interrotte le comunicazioni. Mentre al Nazareno lavorano per riallacciare il dialogo con Azione. In effetti Calenda, alle europee del 2019, era già stato candidato come indipendente nella lista del Pd. E anche allora nel simbolo campeggiava il logo di Siamo Europei, il movimento guidato all’epoca dall’ex ministro di Renzi e Paolo Gentiloni. Certo, ora le condizioni di partenza sono più complicate e il passaggio a sinistra potrebbe provocare qualche defezione in Azione. Ma gli ex dem passati con Calenda vogliono tornare a casa entrando dalla porta di servizio.