Perchè questo articolo dovrebbe interessarti? Cambiare nome alla Camera dei deputati e trasformarla nella “Camera delle deputate e dei deputati”. E’ la proposta di legge depositata dal Pd. Una sfida identitaria per risalire la china dei consensi in vista delle Europee. “Abbiamo temi molto più seri da affrontare”, è il commento tranchant della deputata di Fratelli d’Italia Maria Grazia Frijia, interpellata da True-News.
La proposta del Pd: “Camera delle deputate e dei deputati”
Il Partito Democratico, sotto la guida della sua segretaria Elly Schlein, cerca di recuperare consensi dando battaglia al governo Meloni sui cavalli di battaglia del centrodestra da una parte e dall’altra proponendo nuove sfide identitarie che dovrebbero entusiasmare il proprio elettorato. Così, su iniziativa di due parlamentari dem, Gian Antonio Girelli e Sara Ferrari, è nata una proposta di legge costituzionale, presentata lo scorso 31 gennaio 2024, che prevede di modificare la denominazione della Camera dei deputati in “Camera delle deputate e dei deputati”. Lo riporta Il Giornale. In questo modo, i dem sperano di risalire la china dei sondaggi, in vista anche delle elezioni europee, giocandosi la carta dell’inclusività.
Frijia (Fratelli d’Italia): “Ci sono temi molto più seri da affrontare”
True-news, ha chiesto ad una deputata di centrodestra, l’esponente di Fratelli d’Italia Maria Grazia Frijia, cosa ne pensa della proposta dei dem. Netta la bocciatura:”La parità di genere è un tema troppo importante per essere affrontato in questo modo. Francamente non credo che la Camera debba occuparsene – ha continuato a Truenews Frijia -. Abbiamo problemi molto più seri da affrontare. Purtroppo la sinistra non ha argomenti. L’unico scopo è alzare polveroni sterili. Anche su temi importanti come questo che invece Governo e maggioranza stanno affrontando in maniera assai più seria”.
Speranzon (FdI): “La solita incoerenza del Pd”
Duro attacco anche da parte del senatore Raffaele Speranzon, vicecapogruppo vicario di Fratelli d’Italia. Che con una nota dichiara: “In una fase geopolitica delicata e con i cittadini italiani che chiedono risposte su temi concreti, il Pd privo di proposte utili agli italiani dimostra di voler restare chiuso a chiave nella sua torre d’avorio. Stamattina, infatti, i parlamentari Dem Gian Antonio Girelli e Sara Ferrari hanno depositato una proposta di riforma costituzionale per cambiare il nome della Camera in ‘Camera dei Deputati e delle Deputate’. La stucchevole attenzione nei confronti del linguaggio politicamente corretto, che evidenzia, per altro, un cortocircuito della sinistra: come possono far convivere l’adozione dell’ideologia gender fluid con il risalto del genere femminile? Come possono, in ambito linguistico, introdurre lo schwa e gli asterischi per annullare le desinenze di genere e, al tempo stesso, dare ridondanza agli aggettivi declinati al femminile? È la solita incoerenza del Pd, che oggi denota anche la difficoltà a contrastare l’azione di un governo che piace sempre più ai suoi elettori… ed elettrici”.
Venezi diceva: “Parità uomo-donna? Usare i nomi delle professioni al neutro”
Ma già a più riprese il direttore d’orchestra Beatrice Venezi, vicina a Fratelli d’Italia, è intervenuta in passato sulla questione dell’uso del maschile o femminile per le professioni. Chiarendo la posizione su queste tematiche: “Per una vera parità uomo-donna dobbiamo usare i nomi delle professioni al neutro”, ha affermato. Aggiungendo: “Per una concreta parità di accesso a determinate posizioni, per una reale eguaglianza di retribuzioni a parità di mansioni, perché un lavoratore goda della stessa dignità a prescindere dal suo sesso, è fondamentale che i nomi delle professioni vengano declinati al maschile”. Infine: “Ci sono ruoli considerati tradizionalmente maschili e altri tradizionalmente femminili ma si tratta di un pregiudizio da sfatare. Questa è la battaglia che sta più a cuore alle giovani generazioni”.