Perché questo articolo potrebbe interessarti? Salvini vuole l’eliminazione del canone Rai e un contestuale aumento della quota pubblicitaria a favore della tv del servizio pubblico. La proposta della Lega fa indispettire, e non poco, Mediaset e gli altri editori privati. Sullo sfondo, la partita per le nomine Rai…
Curioso come, proprio nel momento in cui Matteo Salvini viene elogiato e ringraziato dalla famiglia Berlusconi per il suo via libera, in qualità di ministro dei Trasporti, alla dedica dell’aeroporto di Malpensa a Silvio Berlusconi, dalla Lega arrivi una proposta in grado di indispettire Mediaset. Ossia la creatura del fondatore di Forza Italia e tra le principali aziende nel settore delle telecomunicazioni.
Tutto è partito dall’annuncio di Stefano Candiani, deputato del Carroccio e membro della commissione di vigilanza Rai, relativo alla proposta di abbassare gradualmente il canone per il servizio pubblico. Con l’obiettivo, nel giro di alcuni anni, di eliminarlo.
La querelle sulla pubblicità
E fin qui, apparentemente, nulla di strano. I potenziali malumori della famiglia Berlusconi arrivano dalla seconda parte della proposta di Candiani che prevede, tra le altre cose, la possibilità per la Rai di vedersi aumentata la quota pubblicitaria a suo favore. Il tutto ovviamente per sopperire ai mancati introiti del canone. Ma questo andrebbe a incidere sulla coperta dei soldi pubblicitari, a questo punto sempre più corta per gli editori privati, a partire appunto da Mediaset.
Per la verità, al momento dagli uffici di Mediaset non sono arrivati commenti o note alla proposta di Candiani. Ma una prima presa di posizione è arrivata da Forza Italia, partito che ha ancora (e lo avrà probabilmente per molto tempo) il nome di Berlusconi all’interno del logo.
Gli screzi tra Salvini e Forza Italia
Così come si legge sul Corriere della Sera, fonti azzurre hanno già fatto sapere di non essere favorevoli all’idea fatta avanzare dal Carroccio: “Se loro la vogliono portare avanti sono liberi, ma noi non siamo d’accordo – si legge in una dichiarazione attribuita a un esponente del partito fondato da Berlusconi – Pur non considerandola un atto ostile, è una proposta di legge non concordata, che non fa parte di un accordo di governo”.
A stretto giro di posta è arrivata la risposta dello stesso Salvini: “Non è nel programma? – si è chiesto ironicamente commentando le indiscrezioni trapelate da Forza Italia – in realtà l’eliminazione del canone Rai è nel programma della Lega da almeno trent’anni”. La dichiarazione di Salvini è servita a mettere il “cappello leghista” alla proposta, sgombrando il campo da ogni ipotesi relativa a una fuga in avanti in solitaria di Candiani. Il ministro dei Trasporti ha così aperto un duello non di poco conto tra il Carroccio e Forza Italia.
Salvini punta alle nomine Rai?
C’è chi parla, all’interno dell’emiciclo di Montecitorio, della possibile volontà di Salvini di creare fibrillazioni all’interno dei due grandi gruppi editoriali maggiormente impegnati nel settore televisivo: Mediaset appunto, ma anche la Cairo Communication. Quest’ultima controlla una La7 giudicata, non solo da fonti leghiste, fin troppo “sbilanciata” contro l’attuale maggioranza.
In realtà, è molto più probabile che le vere miredi Matteo Salvini riguardino le prossime nomine Rai. Il Consiglio di Stato di recente ha sbloccato la procedura per l’elezione dei nuovi componenti del Cda dell’azienda, dunque a breve le aule dovrebbero terminare l’iter per ultimare la nomina dei dirigenti.
I nomi sono gli stessi che si inseguono da mesi. Si parla, in particolare, della forzista Simona Agnes alla presidenza. Considerando che per il ruolo di amministratore delegato dovrebbe concorrere, in quota Fratelli d’Italia, l’attuale direttore generale Giampaolo Rossi, il timore del carroccio è di rimanere a mani vuote. Anche perché, come nuovo direttore generale dovrebbe andare l’attuale Ad, Roberto Sergio. La mossa di Salvini potrebbe quindi essere indirizzata a mettere pressione su Forza Italia e sull’intera coalizione.
Cosa farà Meloni?
Il duello al momento sembra limitato alla Lega e a Forza Italia. Ma Giorgia Meloni di certo non potrà rimanere a lungo con le mani in mano: un litigio tra due delle architravi del governo, andrebbe a far sentire i suoi effetti sia sul proprio partito che sull’intera maggioranza. Il presidente del consiglio al momento non si è espressa sulla proposta della Lega, né sono intervenuti altri vertici di Fratelli d’Italia.
L’impressione è che a Palazzo Chigi convenga ricucire al più presto tra i due alleati, ma forse il vero auspicio di Giorgia Meloni è poter vedere rientrare tutto senza operare scossoni e senza percorrere la tortuosa via delle mediazioni.
Le fibrillazioni nella maggioranza dopo le europee
L’attuale polemica tra il Carroccio e i forzisti appare sempre più come una diretta emanazione in superficie delle tensioni più profonde interne alla maggioranza. Le Europee, nonostante siano andate positivamente per tutti e tre i partiti del centrodestra, non sono servite ad appianare le divergenze già emerse a cavallo delle scorse regionali.
Le trattative in corso a Bruxelles per il nuovo governo comunitario stanno acuendo le crepe dei mesi precedenti. Con Meloni non molto contenta di aver assistito a un (quasi) immediato appoggio di Salvini alla nuova creatura politica di Orban e con Salvini, dal canto suo, che non perde occasione di rimproverare alla Meloni l’eventuale appoggio a Ursula Von Der Leyen. La Lega poi, vede oramai Forza Italia come diretta rivale per il secondo posto nella coalizione e gli scontri tra le due parti potrebbero diventare una costante da qui in avanti.
Litigi europei che si tramutano dunque in litigi nostrani, da cui i vari partiti sperano poi di ricavare qualcosa in termini di consenso e di nomine. Nulla di nuovo sotto il sole della politica italiana, verrebbe da dire. Ma il rischio, nel medio periodo, è che queste scosse di assestamento interne al centrodestra possano portare a tremori ben più potenti.