Perché questo articolo potrebbe interessarti? Fratelli d’Italia ha ritirato i suoi assessori dalla nuova giunta Fugatti in Trentino, anche se formalmente non si sono mai dimessi: “La questione – ha spiegato Roberto Vivaldelli su TrueNews – è destinata a rientrare, ma quanto avvenuto ha messo in imbarazzo la coalizione”. L’episodio ha messo in evidenza alcune frizioni interne al centrodestra e che non riguardano soltanto il Trentino.
È passato meno di un mese dalla vittoria di Maurizio Fugatti, riconfermato presidente della provincia autonoma di Trento, ma un terremoto politico nelle ultime ore ha reso molto amaro il varo della nuova giunta. In particolare, la sezione locale di Fratelli d’Italia ha ritirato i suoi due assessori nominati da Fugatti. Il motivo starebbe nella decisione di quest’ultimo di non assegnare la vice presidenza della provincia, la quale grazie alle competenze legislative equivale a una vera e propria regione, a un esponente del partito della Meloni.
In Trentino in scena un duello interno a Fratelli d’Italia
“In realtà i due assessori nominati – ha spiegato a True-News.it il giornalista Roberto Vivaldelli – non si sono dimessi, semplicemente non si sono presentati nella prima riunione di giunta. Un atto che comunque è politicamente rilevante”. E che, in prospettiva, rischia di avere ripercussioni anche a livello nazionale. Negli ultimi giorni infatti, si sono moltiplicati i rumors relativi alle tensioni tra Fratelli d’Italia e Lega per la scelta delle candidature nelle regioni in cui si voterà nel 2024. La querelle trentina quindi potrebbe aggiungere ulteriori discussioni tutte interne al centrodestra.
A Trento però la questione è ancora più complessa: “Questa crisi politica nata nelle scorse ore e che credo rientrerà nei prossimi giorni – ha dichiarato Vivaldelli ai nostri microfoni – non è partita da Fugatti, ma dalle divisioni interne a Fratelli d’Italia”. Fugatti, è bene ricordarlo, è in quota Lega e ad ottobre ha ottenuto il 51% dei consensi e ha così battuto il candidato del centrosinistra, Francesco Valduga, rimasto al 37%: “Il patto – ha spiegato Vivaldelli – prevedeva che in caso di vittoria il presidente dava a Fratelli d’Italia o la vice presidenza o due assessorati. Fugatti ha scelto la seconda opzione, designando due assessori del partito della Meloni. Il coordinatore regionale del partito però, ossia Alessandro Urzì, ha giudicato le deleghe assegnate ai due rappresentanti in giunta troppo deboli e di poco peso”.
Coalizione spaccata
Il problema però, come spiegato sempre dal giornalista trentino, è che in realtà dietro a questa mossa si nasconde il duello tra due correnti locali di Fratelli d’Italia: “Qui il partito è spaccato – ha proseguito Vivaldelli – c’è una corrente che fa capo al coordinatore Urzì e l’altra invece è più vicina al senatore Andrea De Bertoldi. Queste due fazioni non si parlano e continuano a litigare”. Proprio la spaccatura interna al partito della Meloni avrebbe quindi prodotto quella che, agli occhi dei media locali, appare come una rischiosa forzatura.
La questione sarebbe destinata a rientrare. “È probabile che Fugatti proceda a una riassegnazione di alcune deleghe – ha aggiunto Roberto Vivaldelli – la giunta però rimarrà la stessa, non ci saranno rivoluzioni”. Il caso quindi potrebbe spegnersi con la stessa velocità con cui è saltato fuori. “Non credo ci saranno ripercussioni a livello nazionale – ha proseguito il giornalista – è anche vero però, almeno secondo il mio parere, che Meloni o Donzelli o chi per loro dovrebbero intervenire e metterci una pezza. Queste divisioni stanno diventando un pochino imbarazzanti e hanno portato a situazioni che non fanno fare bella figura a nessuno”.
La rivalità tra Lega e Fratelli d’Italia
L’imbarazzo istituzionale causato da uno strappo così netto è destinato però a rimanere. La sensazione è che la crisi politica rimarrà come una macchia piccola ma indelebile nella storia dell’era Fugatti. E potrebbe non essere l’unica. Vivaldelli ha messo in evidenza le dispute interne a Fratelli d’Italia, ma è lo stesso giornalista a rimarcare a TrueNews l’esistenza di una piccola ma significativa rivalità tra il partito del presidente del consiglio e la Lega.
Il mancato sorpasso di Fratelli d’Italia sul Carroccio alle ultime regionali in Trentino, sta pesando parecchio sugli equilibri del centrodestra locale: “La rivalità tra i due partiti – ha rimarcato Vivaldelli – è accesa e sentita. E occorre ricordare che nell’ultima parte della passata legislatura la vera opposizione a Fugatti l’ha fatta Fratelli d’Italia. Il partito nel 2018 non era entrato in consiglio e non era rappresentato, ma da fuori negli ultimi mesi ha spesso duramente attaccato la giunta uscente”.
La rivalità con tra Fratelli d’Italia e Lega, sempre secondo il giornalista sentito da TrueNews, potrebbe pesare anche a livello nazionale. Soprattutto perché quanto accaduto a Trento potrebbe rappresentare un’anticipazione di quello che potrebbe accadere da altre parti nel Bel Paese. Con i due partiti che, seppur legati alla stessa coalizione, si contendono in varie parti il primato nel centrodestra.
Il nodo delle regionali
Le frizioni tra Fratelli d’Italia e Lega sono del resto ben evidenti a proposito delle candidature da esprimere alle prossime regionali. Si vota in Sardegna, Umbria, Abruzzo, Piemonte e Basilicata e la sfida sui nomi da proporre è ancora tutta aperta. A Cagliari il partito di Meloni non vuole l’uscente Solinas, appartenente al Partito Sardo d’Azione e quindi ritenuto più vicino alla sponda leghista. Tensioni, secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano, sono emerse anche a proposito della candidatura in Basilicata. Per siglare gli accordi c’è però ancora tempo. Forse si vuole aspettare l’andamento in parlamento dell’iter sulla manovra per apporre le firme sulle intese elettorali. Quanto accaduto in Trentino però denota come un singolo episodio di rango locale sia in grado, al momento, di far emergere faide e rivalità anche a livello nazionale. Una situazione destinata a perdurare almeno fino a giugno, quando sono in programma le europee. Forse il vero banco di prova atteso da entrambe le principali forze del centrodestra.