Perché leggere questo articolo? Le carceri sono la vera emergenza del nostro Paese. Dal rapporto Space I del Consiglio d’Europa emerge una conferma agghiacciante: le carceri in Italia siano peggio di quelle ungheresi. Sovraffollamento, anzianità e suicidi mettono l’Italia in cima alle peggiori classifiche. Mentre la politica tace.
Giovedì 4 luglio è stata una giornata nera in un anno da dimenticare per le carceri italiane. Ieri tre detenuti si sono suicidati, portando il numero complessivo delle persone che si sono tolte la vita in prigione a 52 dall’inizio dell’anno. Un record agghiacciante che fa il paio con una serie di primati dell’orrore. La fotografia dell’ultimo rapporto Space I del Consiglio d’Europa mostra come quella delle carceri è la vera emergenza del nostro Paese. Il sistema carcerario italiano è tra i peggiori d’Europa, per alcuni aspetti critici anche peggio dell’Ungheria di Orban, salita alla ribalta delle cronache per la detenzione di Ilaria Salis.
Le carceri in Italia sono veramente peggio che in Ungheria
I 52 suicidi dall’inizio dell’anno sono un punto di non ritorno per il mondo delle carceri in Italia. Il rapporto Space mostra un confronto che fa inorridire, evidenziando come nel 2022 in Italia si siano suicidati 84 detenuti, per un tasso di 15 suicidi ogni 10 mila detenuti, contro il 3,5 in Ungheria. Questo significa che in Italia i detenuti si uccidono quattro volte di più che in Ungheria.
Non solo suicidi, anche il sovraffollamento e la carcerazione preventiva vengono indicati dal report del Consiglio come i principali problemi delle carceri del Continente. Problematiche che in Italia assumono connotati drammatici. Nel nostro Paese il sovraffollamento è del 13o per cento. Ci sono 61mila detenuti per solo 47mila posti effettivamente disponibili. L’Ungheria, che a ragione definiamo illiberale, ha un tasso del 111%, quasi venti punti percentuali in meno del nostro Paese.
La vera emergenza in Italia
Il rapporto Space annovera l’Italia tra i sette Stati europei che hanno una situazione di sovraffollamento grave nelle carceri. Solamente Cipro, Romania, Francia, Belgio e Slovenia hanno un tasso di sovraffollamento peggiore delle nostre carceri. Un dato drammatico e in continuo aumento. La popolazione carceraria in Italia lo scorso anno è aumentata del 5,7 per cento. Un dato in linea con la tendenza generale europea.
I tassi di incarcerazione sono diminuiti solo a Malta (-22%), Lituania (-8,9%), Estonia (-8,8%) e Grecia (-5,2%), mentre sono rimasti stabili o aumentati nelle altre 23 amministrazioni penitenziarie europee. Nelle carceri italiane la popolazione è poi sempre più vecchia. Al 31 gennaio 2023, l’età media dei detenuti negli istituti penitenziari europei è rimasta di 38 anni. Quella in Italia è di 43 anni.
Il silenzio della politica sull’emergenza carceri
Le carceri italiane sono peggio di quelle ungheresi. Il nostro Paese appare migliore di quello di Orban solo per alcuni indicatori – come la percentuale di incarcerazione rispetto alla popolazione complessiva. Ma la situazione nel complesso è ben oltre il drammatico. Sorprende, quindi, l’inattività della politica. Come scrive Ermes Antonucci su Il Foglio, “il governo non sembra pienamente consapevole della gravità dell’emergenza vissuta dal sistema carcerario. Lo conferma il decreto adottato mercoledì, che non prevede alcuna misura capace di produrre effetti immediati per ridurre il sovraffollamento nelle carceri, ma solo interventi che avranno bisogno di diversi mesi per essere attuati”. La stessa cosa vale per le opposizioni, su tutte Ilaria Salis. Da quando è stata eletta, l’insegnante anti-fascista detenuta per quasi un anno in Ungheria, non ha ancora detto una parola sulle carceri.