Perché leggere questo articolo? Tanto rumore…per vendere. “Il mondo al contrario” del generale Vannacci è il libro dell’estate. Secondo Nielsen, il libro avrebbe venduto 76mila copie in una settimana. Un record reso possibile anche dalla continua campagna stampa avversa dei giornali. Su tutti Repubblica.
Sbatti il mostro in prima pagina…e venderà. Potrebbe essere il titolo per un remake della pellicola del 1972 di Marco Bellocchio con Gian Maria Volonté. Ma più che il film, quello del generale Vannacci è il libro dell’estate. Secondo Nielsen, azienda leader mondiale nel settore del calcolo delle vendite dei libri, quello de “Il mondo al contrario” è un esordio da record. In quest’ultima settimana l’opera autoprodotta del generale avrebbe venduto ben 76mila copie. Da solo vale più di tutti gli altri titoli della top10 italiana. Basti pensare che “Tre ciotole” dell’appena scomparsa Michela Murgia è al secondo posto con 7 mila e cinquecento copie: dieci volte meno. Dietro il successo editoriale di Vannacci, sembra ormai chiaro, c’è anche la campagna stampa di “mostrificazione” condotta dai principali quotidiani italiani.
Il successo “mostruoso” di Vannacci
Un autentico boomerang. E’ da ferragosto che, fatta salva la settimana di commemorazione della compianta Michela Murgia, non si parla d’altro. Il dibattito culturale nel nostro paese – complice anche il torpore agostano di politica ed economia – è stato cannibalizzato dall’uscita del libro di Vannacci. Questo non può che aver contribuito al successo in termini di vendite de “Il mondo al contrario”.
Purché se ne parli (male). La massima, liberamente ispirata da un libro che difficilmente sarà sul comodino di casa Vannacci, si è definitivamente evoluta. Tanto più i media s’impegnano a parlare male di una cosa, e tanto più quella venderà. Un’equazione fin troppo semplice, che i giornali progressisti, come Repubblica, sembrano non capire. O rifiutarsi di capire. E’ lo stesso cortocircuito che si è verificato col titolo “Patata bollente” nella prima pagina di Libero qualche anno fa. A fronte delle consuete 30mila copie vendute, quel giorno 30 milioni di italiani si trovarono il titolone sulla propria bacheca social. Ecco che quel giorno le copie vendute toccarono il picco. Parlare male del “mostro Vannacci”, ne aiuta la diffusione del libro.
Vannacci è il nuovo Harry Potter
La cosa sorprendente è che i denigratori di Vannacci non si vogliano rendere contro della pubblicità gratuita che stanno fornendo al generale. Il sasso, lanciato da Repubblica, che per prima ha dato la mostruosa notizia, si è rapidamente trasformato in una valanga. In una Paese dove sempre meno persone leggono, un esordio monstre come quello di Vannacci, sarebbe stato impossibile senza la cassa di risonanza mediatica fornitagli dai nostri quotidiani. Un’eterogenesi dei fini che continua, masochistica, a ripetersi.
Se Repubblica non avesse dato spazio alla notizia, difficilmente milioni di persone sarebbe venute a conoscenza dell’opera. Senza la martellante campagna stampa dei principali quotidiani progressisti del paese, difficilmente La Verità di Belpietro avrebbe definito “Vannacci il nuovo Harry Potter“. Senza le migliaia di voci (e post) inorriditi sui social, è improbabile che il generale avrebbe trovato un editore – Adolfo Morganti de ‘Il Cerchio’, casa editrice riminese – disposto a ripubblicare il libro, in origine autoprodotto.
Morale della favola: fatevi insultare da Repubblica
Il paragone col cult di JK Rowling faccia al caso di Vannacci (e non solo per alcune uscite contro le teorie di genere). In poco più di tre settimane dall’uscita su Amazon, il 10 agosto scorso, “Il mondo al contrario” ha venduto quasi 100mila copie (93.700 secondo i dati GfK aggiornati a questa settimana). Un’autentica magia, che è diventata realtà a partire dal 17 agosto, quando il giornalista di Repubblica Matteo Pucciarelli aveva dedicato ai contenuti del libro un primo articolo. Velocemente ripreso da praticamente tutte le testate, Crosetto aveva definito le opinioni di Vannacci “farneticazioni personali”. E l’Esercito aveva preso le distanze dal generale, annunciando che lo avrebbe sottoposto a procedimenti disciplinari. Poi Vannacci era stato destituito dal suo incarico di comandante dell’Istituto geografico militare. Nel frattempo però il generale avrebbe incassato più di 500mila euro. Una cifra mostruosa, se parametrata al mercato dei libri in Italia. Dalle poco più di 20mila della prima settimana, “Il mondo al contrario” ha triplicato le vendite quando è iniziato a circolare sui giornali. Morale della favola: cari autori, se volete vendere il vostro libro, fatevi insultare da Repubblica.