Perché leggere questo articolo? Wolfgang Schauble, in occasione della sua morte, è stato considerato il massimo responsabile delle politiche di austerità. In realtà scelta condivisa nell’intera Germania.
Caro Wolfgang, caro ministro Schauble, ti scrivo: è sotto forma di lettera che chi scrive ritiene parlare dell’uomo, scomparso il 27 dicembre, che per anni ha incarnato agli occhi dell’Europa intera le politiche di austerità e rigore. Tanto da portare oggi molti commentatori a scrivere di Schauble come “Mr. Austerity“, come del vero regista del rigore germanocentrico che a lungo ha condizionato l’Unione Europea. Questione vera solo in parte.
Wolfgang Schauble, l’austerità e la Germania targata Merkel
Ed è sulla scia di una serie di articoli che si sostituivano al lavoro della Storia e di chi la studia gettando giudizi a caldo a coronamento di un’avventura umana durata 81 anni e di una storia politica iniziata nel 1972 con la prima elezione al Bundestag che abbiamo pensato di scriverti questa lettera, caro Wolfgang. La scrive chi, in un certo senso, da giovane studente di economia negli anni più duri dell’austerità e del rigore monetario si è formato come cittadino e analista anche grazie a te.
In opposizione a te all’inizio, quando si pensava, complice l’ingenuità dei vent’anni, che il giornalismo, la scrittura di articoli e gli studi dovessero servire, necessariamente, una qualche causa. E si picchiava duro sul rigore, l’austerità confondendo “questa Europa” con l’unica Europa possibile. Ma in un certo senso anche al tuo fianco: la voluta scelta politica di Berlino e del governo di Angela Merkel, di cui eri ministro delle Finanze, ha ricordato a tutto il Vecchio Continente che l’economia è prima di tutto politica.
Il rigore è insito nella politica tedesca
Lasci un’Europa che si ripromette di non voler più parlare di rigore, caro Wolfgang. Ma non meno intransigente di te sui conti pubblici è quel tuo successore Christian Lindner, annacquatore del nuovo Patto di Stabilità. Né lo sarebbe stato, alla prova dei fatti, quell’Olaf Scholz a cui hai lasciato nel 2017 il tuo ministero in cui eri in carica dal 2009 e ora siede alla carica di Cancelliere. In Italia ormai continuiamo a considerare l’austerità un problema e un freno allo sviluppo. Ma fa sorridere vedere oggi i commentatori che elogiavano l’austerità come cura alle tare innate della società italiana accelerare i giudizi morali, prima ancora che politici, su di te. Da luterano, credevi nell’etica della responsabilità. Sei stato per larga parte della società e della politica italiana un avversario ideale e strategico? Sì, ma mai sei stato un nemico da abbattere.
Schauble e il patriottismo europeo
Come Europa ci siamo forse dimenticati che chi sedeva al tuo fianco nello stesso governo di Angela Merkel, Ursula von der Leyen, è passata senza colpo ferire dal negare lo sblocco degli aiuti pandemici nel 2020 a farsi fautrice del rilancio della lotta all’austerità come se la sua esperienza passata fosse stata solo passeggera? Ci siamo scordati che la svolta pro-investimenti della Cancelliera tra 2020 e 2021 fu prima di tutto strumentale e obbligata per tamponare la catastrofe pandemica? Vogliamo chiedercelo perché se un giudizio va fatto, va fatto completo: e a te, caro Wolfgang, molti osservatori poco attenti non hanno attribuito l’ultima svolta. Quella, cioè, che ti ha portato a un vero e proprio “patriottismo europeo” dopo la pandemia. E avocare prima di tutti, perfino prima di quel Mario Draghi con cui tanti ti hanno messo in confronto, la riforma del Patto di Stabilità.
I girotondi mediatici
Non amiamo le ipocrisie dei media che prima elogiano i potenti e poi fanno i conti quando sono usciti di scena. Ci sarebbe piaciuto, se la tua malattia ce l’avesse concesso, avere le tue visioni, le tue dichiarazioni e la tua lettura dei fatti nell’Europa che viveva la crisi energetica, il contraccolpo del modello tedesco, il graduale ritorno del Patto di Stabilità. Per commentarle, analizzarle, quasi sicuramente criticarle nella loro componente. Ma con quel rispetto che, anche nelle ore più buie dell’Europa, non è mai mancato per tutti.
Ai tempi del referendum greco del 2015 sul pacchetto di misure di austerità tutta Europa lanciava strali temendo l’apocalisse ad Atene in caso di rifiuto. Tu Wolfgang ti sei messo al lavoro per dare a Tsipras un pacchetto di aiuti meno duro e digeribile. Un esempio tra tanti di un understatement che, piacciano o meno le idee di una figura istituzionale, dovrebbe esser tratto distintivo assieme al pragmatismo.
Schauble e il dono della coerenza
Chi scrive ti ha avversato e criticato, ma riconosce che quando viene meno un avversario, ideale o morale che sia, viene meno anche una parte di sé. Alla storia spetterà il compito di scrivere i racconti sul nostro recente passato. A chi resta il compito di governare l’esistente con pragmatismo e senza eccessivi condizionamenti ideologici. Evitando però anche di vendere completamente le idee ai tatticismi.
Schauble sarà sempre considerato il simbolo dell’era dell’austerità in Germania come altre figure – possiamo citare tra tutte la professoressa Elsa Fornero in Italia – lo sono dello stesso processo in Italia. Ma si può fare una colpa assoluta per un processo, magari limitato e criticabile, a chi ha scelto di metterci, fino in fondo la faccia? A te, caro Wolfgang, questa colpa non la riconosciamo. Ai politici che seguono il vento delle mode e ai commentatori che aspirano a seguire la parte giusta della storia ovunque pensano che sia, un po’ di più.