Perché questo articolo potrebbe interessarti? Violenze sui minori nello sport: la maggior parte degli atleti non ha avuto la forza di denunciare o ha preferito tacere. A squarciare il velo, Change the Game e Terre des Hommes che hanno promosso la prima ricerca indipendente sul fenomeno in sei paesi europei (Austria, Belgio, Germania, Romania, Spagna, Gran Bretagna). Per arginare questo fenomeno, dice Daniela Simonetti, fondatrice di ChengeThegame, serve un “Codice rosso dello sport”.
La maggior parte dei minori che in ambito sportivo ha subito violenza ha scelto di tacere e non denunciare l’accaduto. Adesso una ricerca promossa da Change the Game, un’organizzazione di volontariato impegnata a proteggere atlete e atleti da violenze e abusi sessuali, emotivi e fisici, condotta in collaborazione con Terre des Hommes squarcia il velo su un fenomeno tanto odioso quanto sottaciuto.
Da una rilevazione in 6 Paesi europei (Austria, Belgio, Germania, Romania, Spagna, Gran Bretagna) il dato che emerge è allarmante: il 75% di atlete e atleti ha riferito di aver subito almeno una violenza prima dei 18 anni (per il 44% emotiva, 37% fisica, 35% sessuale senza contatto fisico, 20% con contatto fisico), la maggioranza non ha denunciato e solo il 4-6% ha chiesto aiuto in ambito sportivo.
I risultati della prima ricerca sull’incidenza dei reati su minori nello sport (supportata anche da Vero Volley e dalla Fondazione Candido Cannavò) sono stati diffusi durante la presentazione del dossier “Indifesa” curato da Terre des Hommes.
I volontari non sono tenuti a presentare il certificato penale
True News ha raggiunto telefonicamente Daniela Simonetti: giornalista dell’Ansa, è lei che ha fondato Il Cavallo Rosa/ChangeTheGame (changethegame.it), l’associazione che raccoglie le confidenze delle vittime di atti sessuali nel mondo dello sport accompagnandole nel difficile percorso di denuncia davanti agli organi di giustizia ordinaria e sportiva.
Dal settembre 2018 a oggi l’associazione ha presentato, per conto di vittime di reati di abusi sessuali su minori in ambito sportivo, numerosi esposti alle Procure federali con conseguente adozione da parte degli organi di giustizia della sospensione di un istruttore e la radiazione di altri due.
“L’associazione”, dice, “è nata in maniera abbastanza spontanea già nel 2017, quando abbiamo cominciato a interrogarci sull’entità di un fenomeno di cui si conosceva l’esistenza, ma del quale non era possibile conoscere l’entità. Per questo il lavoro presentato in questi giorni per noi rappresenta un importante punto di arrivo: abbiamo finalmente dei dati, forniti da una indagine indipendente, sulla base dei quali poter elaborare proposte operative al legislatore”.
Per Daniela Simonetti l’obiettivo è arrivare a un “Codice rosso della violenza nello sport” sull’esempio di quello che disciplina penalmente la violenza di genere e domestica.
“Il percorso”, spiega la fondatrice di ChangeTheGame, “non è tutto in discesa. Basti pensare che nel mondo sportivo dilettantesco tutti i volontari, compresi gli allenatori, sono esentati dalla presentazione del certificato penale e dei carichi pendenti, e che la denuncia di molestie o violenza arriva quasi nella totalità dei casi da giovani atleti che hanno deciso di abbandonare l’attività sportiva. L’alternativa è tacere e continuare a subire.
Un libro di denuncia
Daniela Simonetti nel 2021 ha pubblicato anche un libro, edito da Chiarelettere, dal titolo Impunità di gregge (sottotitolo “Sesso, bugie e omertà nel mondo dello sport”) nel quale ha denunciato l’omertà del sistema: “Ci siamo trovati subito davanti a un muro: gente condannata con sentenze passate in giudicato, anche per reati sessuali su minori, che continuava a lavorare come se nulla fosse. Le Federazioni non sembravano interessate a eliminare queste persone: alcune di loro portavano dei voti, erano funzionali ad un sistema di potere”.
“Un fenomeno che solo dal 2014 al 2019 ha registrato ottantasei casi di abusi nello sport censiti dalla Procura generale del Coni e oltre venti processi all’anno avviati dalla magistratura ordinaria”, dice ancora Daniela Simonetti. Il suo libro è diventato anche un podcast intitolato “No Coach”, disponibile su Spotify. Contiene cinque storie raccontate da Alessia Tarquinio e denunciate per la prima volta da chi la violenza l’ha subita sulla propria pelle.
C’è la storia di due ragazze coraggiose che a Caserta hanno portato a una condanna penale di 4 anni e alla radiazione del titolare di una ASD, Francesco De Lucia: “Fin dai 13 anni abbiamo considerato il maneggio la nostra seconda casa – raccontano oggi che hanno 19 anni – ma gradualmente abbiamo dovuto subire le attenzioni indesiderate del presidente. Quando lo abbiamo segnalato all’istruttore ci hanno fatto credere che la colpa era solo nostra. Ma non ci siamo fermate”.
V.F. giovane allenatore di calcio che ha raccontato come a 11 anni fosse stato preda di un dirigente accompagnatore che lo seguiva in ogni trasferimento di squadra, manipolandolo per oltre dieci. Non si sono mai arresi all’indifferenza Loris e Alessandro, sottoposti ad abusi sessuali nel rugby. Grazie alla testimonianza di quattro compagni hanno ottenuto la condanna a due anni e sei mesi di reclusione dell’allenatore.
Il quadro generale della violenza sui minori
Il numero dei reati commessi in danno di minori in Italia nel 2021 ha superato per la prima volta quota 6mila: i casi sono stati 6.248, per il 64% ai danni di bambine e ragazze e alimentati dalla violenza sessuale, che registra anch’essa un record assoluto con 1.332 casi, di cui le giovani sono l’88% delle vittime.
I dati, elaborati dal Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale Polizia Criminale, sono stati resi noti dalla Fondazione Terre des Hommes nel Dossier indifesa “La condizione delle bambine e delle ragazze nel mondo” 2022 in occasione della Giornata mondiale delle bambine (11 ottobre).
Il 2021, secondo anno di pandemia da Covid-19, ha registrato un balzo drammatico dell’8%. I reati a danno di minori nel 2020 erano 5.789 casi; e l’89% in più del 2004, quando si erano registrati 3.311 casi.
Reati sui minori, vittime prevalentemente femminili
In tutti i reati a sfondo sessuale considerati, la prevalenza delle vittime è largamente di genere femminile. Fra questi le fattispecie che registrano la percentuale più alta di vittime bambine sono la violenza sessuale aggravata. Si registra una percentuale dell’88% di vittime femmine. La violenza sessuale è all’87%). Ed è così anche per gli atti sessuali con minorenne (83%); la detenzione di materiale pornografico (82%); la corruzione di minore (76%); la prostituzione minorile (67%); e per la pornografia minorile (69%).
I dati sono convergenti con quelli delle Nazioni unite. Per l’Onu una donna su tre nel mondo (736 milioni) ha subito violenza fisica o sessuale almeno una volta nella vita; mentre 15 milioni di ragazze fra i 15 e 19 anni hanno subito rapporti sessuali contro la propria volontà dal partner. Cifre che, calcola l’Organizzazione mondiale della sanità, sono pressoché invariate da 10 anni.
Nei confronti dei minori aumentano anche i reati in ambito domestico. I maltrattamenti contro familiari e conviventi, che nel 2021 hanno colpito 2.501 giovani, al 54% di genere femminile. L’aumento dall’anno precedente è limitato al 5%; ma nel 2020 era stato toccato il record con 2.337 casi, mentre il dato dal 2004 è aumentato del 233%.
Matrimoni forzati, un terzo delle vittime sono minori
«Nel 2021 si assiste, per quasi tutti i reati analizzati, a un incremento dal 2020, anno tuttavia particolare perché segnato dalle restrizioni legate alla pandemia. Dai dati emerge un fenomeno non marginale e molto grave per le conseguenze sullo sviluppo psico-fisico delle vittime», lo ha dichiarato nel rapporto di Terre des Hommes Stefano Delfini, direttore del Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale della Polizia Criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza.
Altro dato quello dei matrimoni forzati. Nel 2021 un terzo delle 20 vittime era minorenne. In particolare il 6% aveva meno di 14 anni; e il 27% tra 14 e 17 anni, secondo l’analisi del citato Servizio interforze. Il dato totale mostra un aumento nel tempo di questo reato. Con 7 negli ultimi 5 mesi del 2019, 8 nel 2020 e 20 nel 2021. Le vittime sono per l’85% di genere femminile; e per il 64% di origine straniera; mentre il 71% degli autori noti è maschio.