Complice un certo atavico provincialismo italiano, la notizia è di quelle che potrebbero rinvigorire la polemica. Pare (ma mancano ancora conferme) che Lady Gaga abbia dato mandato al suo staff di assicurarsi i diritti di “C’è ancora domani”. Il primo film di Paola Cortellesi alla regia, sorprendente campione d’incassi, avrebbe attirato forti interessi Oltreoceano. E la cantante e attrice di “A star is born” non vuole lasciarsi sfuggire l’occasione di curarne un eventuale remake. Se anche come attrice protagonista non è dato saperlo. Così riporta Movie Maker.
L’inaspettato successo di “C’è ancora domani”
L’operazione made in Usa sarebbe la definitiva consacrazione di un film che ha già saputo in Italia guadagnare ben 32 milioni di euro. Giocandosela alla pari con Barbie ed Oppenheimer. E che sta facendo incetta di premi: il Nastro d’argento dell’anno dai giornalisti cinematografici. Ma anche e soprattutto il Premio Speciale della Giuria e quello come Miglior film votato dal pubblico al Festival del Cinema di Roma 2023.
“C’è ancora domani” bocciato dalla Commissione del Ministero della Cultura
E dire che il coraggioso passaggio della Cortellesi alla regia non sembrava essere nato sotto una buona stella: in fase di produzione “C’è ancora domani” si era visto negare finanziamenti dal ministero della Cultura, a favore di altri film come “Comandante” di De Angelis, “Rapito” di Bellocchio, “Confidenza” di Luchetti. La pellicola si era classificata al 51esimo posto – l’ultimo – in quanto “Progetto di opera non giudicata di straordinaria qualità artistica in relazione a temi culturali, a fatti storici, eventi, luoghi o personaggi che caratterizzano l’identità nazionale”. Proprio il contrario di quello che è parso invece a tutti. Trattandosi di una storia di abusi domestici ed emancipazione femminile sullo sfondo del referendum istituzionale del giugno 1946.
Lo scontro Franceschini-Sangiuliano sul film della Cortellesi
Più di un imbarazzo per l’allora ministro Dario Franceschini. Che dapprima sembrò tentare di attribuire la responsabilità della scelta al successivo Governo Meloni. Ma le date hanno smentito questa ricostruzione. “Se fosse dipeso da me, sarebbe stato in cima alla lista delle opere finanziate”, aveva quindi messo il coltello nella piaga il successore di Franceschini, il ministro Gennaro Sangiuliano. Ne era seguito un botta e risposta con il senatore dem che aveva replicato: “Io ho trovato splendido il film di Paola Cortellesi, ma il compito di un ministro è solo tutelare l’autonomia della commissione tecnica e rispettarne le decisioni, incluse quelle, come in questo caso, non condivise. Un ministro che interferisce nelle decisioni di una commissione che eroga finanziamenti con valutazioni personali o politiche commette un reato. Forse è bene ricordarlo”.
C’è ancora domani: se arriva Lady Gaga…
Nel frattempo Paola Cortellesi finiva sul New York Times. Intervistata dal quotidiano Usa, spiegava di essere “sorpresa” del successo del film, con il quale riteneva di “aver toccato un nervo scoperto del Paese”. Dalla regista ad oggi non una parola sulla miope bocciatura della commissione. Magari ci penserà Lady Gaga. E allora sì che fischieranno nuovamente le orecchie a qualcuno.