Perché leggere questo articolo: Dieci anni fa Renzi scalava il Partito Democratico. Dove sono finiti i protagonisti di quella stagione che portò il sindaco di Firenze a Palazzo Chigi nel 2014?
Dieci anni fa, a fine 2013, Matteo Renzi dava l’assalto, riuscito, al Partito Democratico e iniziava la scalata a Palazzo Chigi, a cui entrò direttamente partendo da Palazzo Vecchio, sede del comune di Firenze di cui era sindaco, nel febbraio 2014. Iniziarono i due anni e mezzo di governo Renzi, segnati dall’ascesa del cosiddetto “Giglio Magico“. Una corte di politici, funzionari e consulenti in stragrande maggioranza toscani, nati e cresciuti vicino a Firenze, che con Renzi entrò nelle casematte dello Stato.
Oggi Renzi è ancora lì, visibile e combattivo. Italia Viva è un partito di secondo piano, ma l’ex premier, oggi “senatore semplice” parla e tesse trame, come il passaggio dal governo Conte II al governo Draghi ha testimoniato. Ma che fine hanno fatto gli altri fedelissimi di Renzi transitati dai palazzi romani o spinti verso una visibilità politica nazionale in quella fase? Dieci anni dopo si può fare una completa ricognizione.
Boschi e Bonifazi: i renziani rimasti nei palazzi
Maria Elena Boschi, Ministro delle Riforme Istituzionali del governo Renzi e madrina del tentativo di riscrittura della Costituzione dell’ex sindaco di Firenze, è la figura dell’era renziana rimasta più in vista. Attualmente la politica aretina è deputata di Italia Viva, così come lo è Francesco Bonifazi, fiorentino doc come Renzi, tesoriere del Pd nell’era Renzi. L’ex capogruppo al consiglio comunale di Firenze del Pd durante l’amministrazione di Renzi è stato alla Camera dal 2013 al 2018 e dal 2018 al 2022 in Senato. Ha seguito Renzi nella scissione del 2019, venendo rieletto alla Camera lo scorso anno.
Chi ha preso da tempo le distanze politicamente da Renzi a Firenze è stato il suo ex vicesindaco e successore a Palazzo Vecchio, Dario Nardella, eletto nel 2014 e nel 2019. Fino al 2022 è stato invece alla Camera Luca Lotti, di Empoli, fedelissimo sottosegretario con delega alla programmazione economica, l’informazione e l’editoria nel governo Renzi e Ministro dello Sport nel governo Gentiloni. Lotti non ha mai lasciato il Partito Democratico. Oggi lavora come consulente della squadra di calcio della sua città.
Carrai, cosa fa l’amico storico di Renzi
Fuori dalla cerchia dei parlamentari e degli uomini di partito, una lunga lista di funzionari, manager e consiglieri di Renzi componeva quello che la stampa definiva il “Giglio Magico”. Il nome più noto e chiacchierato è stato a lungo quello di Marco Carrai. Il quale, amico di gioventù di Renzi, dopo la sua ascesa a Palazzo Vecchio ha accumulato cariche: amministratore delegato della Firenze Parcheggi, membro del cda dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e del Gabinetto Vieusseux, presidente di Aeroporti Firenze. Tutto questo mentre la sua Cambridge Management Consulting Lab costruiva un giro d’affari importante di consulenze.
Carrai, vicino a Israele, nel 2016 fu in lizza per il nome di consulente alla cybersicurezza di Renzi a Palazzo Chigi, nomina su cui le opposizioni si misero duramente di traverso paventando il rischio di un conflitto d’interessi e di recente ha ottenuto la presidenza della Fondazione Meyer, ente che governa l’omonimo ospedale pediatrico di Firenze.
I toscani tra ritorno a casa e altri impegni
Tra gli altri esponenti del fu “Giglio Magico”, qualcuno orbita ancora attorno a Renzi. Questo è il caso di Franco Bellacci, storico assistente organizzativo di Renzi e titolare dei suoi social media ai tempi di Palazzo Chigi. Oggi collaboratore de Il Riformista, di cui Renzi è direttore.
C’è chi è tornato in Toscana, alla base: Pilade Cantini, che a Firenze era caposegreteria dell’Assessorato alla Mobilità e a Palazzo Chigi con Renzi fu Responsabile per la Trattazione della Corrispondenza e per i Rapporti con i Cittadini, è tornata nella nativa regione. Dal 2019, infatti, lavora con la mansione di Responsabile del Coordinamento e Controllo nell’Attuazione della Programmazione Politica al Comune di San Miniato
Dirigenti e manager, gli uomini di Renzi tra imprese e fondazioni
Tra i renziani rimasti nello Stato, si segnala il caso di Antonella Manzione. Già direttrice generale del Comune e capa della Polizia Municipale nell’era Renzi, nel 2014 fu chiamata dal fiorentino asceso a Palazzo Chigi a guidare il dipartimento affari giuridici. Oggi è membro del Consiglio di Stato, ove è entrata nel 2021.
Altri renziani hanno preso carriere professionali di alto livello tra imprese e altri mondi. Filippo Bonaccorsi, presidente dell’Azienda Trasporti dell’Area Fiorentina ai tempi di Renzi sindaco, è stato dal 2014 al 2017 a Palazzo Chigi come capo della struttura tecnica di missione che seguiva il piano del governo per l’edilizia scolastica. Nel 2017 è passato a Ferrovie dello Stato come Head of Regional Public Affairs e poi nel 2021 a A2A come direttore dell’area Public Affairs della multiutility lombarda. Erasmo De Angelis, pontino trapiantato in Toscana, ai tempi dell’era Renzi era a capo della struttura di missione sul dissesto idrogeologico #italiasicura. Oggi presiede a Firenze la Fondazione “Earth and Water Agenda” (Ewa) dedicata alla tutela dell’ambiente. L’economista Mauro Grassi, ex dirigente della stessa struttura ed ex dirigente della Regione Toscana, ha la tessera di Italia Viva e si è dedicato a studi e pubblicazioni sul medesimo tema.
Filippo Taddei, responsabile nazionale economia e lavoro del Partito Democratico dal 2013 al 2017 e tra i pochi non toscani del Giglio Magico (è di Bologna), ha invece un incarico prestigioso all’estero: è Executive Director a Londra per Goldman Sachs International, dove lavora come analista economico di riferimento per il Sud Europa (Italia, Spagna, Portogallo e Grecia) oltre che sulla politica economica Europea. La diaspora del Giglio Magico, dunque, è a ogni livello. Ma non si può non sottolineare la continuità tra quell’esperienza e la promozione di molte figure vicine all’ex premier nelle sfere del potere economico e politico. Che dimostra l’esistenza dei residui di un “partito” renziano anche a distanza dalla fine del governo dell’attuale leader di Italia Viva.