Perché leggere questo articolo: Perché Majorino non lascerà il suo seggio europeo a una politica qualsiasi, ma alla veterana Mercedes Bresso. Che torna a Strasburgo quattro anni dopo la mancata elezione del 2019.
Chi è Mercedes Bresso
Pierfrancesco Majorino dopo la sconfitta alle Regionali ha annunciato che dall’Europarlamento si sposterà al Pirellone a guidare l’opposizione: a sostituirlo a Strasburgo sarà Mercedes Bresso. La politica, 79 anni il prossimo 12 luglio, è anche economista e politica nativa di Sanremo. È stata la prima dei non eletti nel 2019 alle Europee. Il Partito Democratico elesse cinque deputati nella circoscrizione Nord-Ovest dove arrivò secondo col 23,5%. Dal 2005 al 2010 è stata presidente della Regione Piemonte.
Dall’accademia alla politica
Nata nel 1944 a Sanremo, Mercedes Bresso ha vissuto innanzitutto un’importante carriera da economista. Risulta tra le madrine dello studio dell’Economia dell’Ambiente in Italia. Ha insegnato questa disciplina in numerose Università e corsi in Italia e all’estero, a partire dal Politecnico di Torino. Nel 1997 ha fatto parte della delegazione italiana alla conferenza Mondiale su Ambiente e sviluppo svoltasi a Rio de Janeiro.
In parallelo, Bresso ha sempre fatto politica a livelli medio-alti. L’economista sanremese trapiantata a Torino è passata attraverso diversi partiti durante la sua lunga carriera. Giovane militante del Partito Repubblicano Italiano e del Partito Radicale, nel 1985 ha corso per la Sinistra Indipendente nelle liste del Partito Comunista Italiano. In quell’occasione prima e nel 1990 poi è stata eletta.
Nel 1991 ha aderito al Partito Democratico della Sinistra, seguendo poi la trafila della formazione nei Democratici di Sinistra (1998) prima e nel Pd (2007) poi.
La carriera istituzionale
Nel 1994 Mercedes Bresso è stata nominata Assessore regionale alla Pianificazione territoriale e ai Parchi nella giunta di Gian Paolo Brizio, “grande coalizione” di Partito Popolare Italiano e Pds.
Nell’incarico è rimasta solo un anno. L’anno successivo ha infatti vinto le elezioni provinciali di Torino. In una delle campagne di maggior successo della storia del centrosinistra, che ne vinse 61 su 76, Bresso battè al ballottaggio il candidato del centrodestra Giuseppe Lodi. Si confermò nel 1999 contro Alberto Ferrero.
Nel 2005 il grande salto alla Regione Piemonte. Bresso fu eletta nel 2005, ottenendo il mandato di Presidente della Regione e partecipando all’inaugurazione delle Olimpiadi di Torino 2006. Da inquilina di Palazzo Regione è stata considerata una politica attenta allo sviluppo del territorio a Sinistra e una leader locale troppo centrata su Torino dai suoi avversari. Non a caso nel 2010, ricandidatasi, vince con oltre il 55% dei voti a Torino ma perse in tutte le altre province, uscendo sconfitta con uno scarto di 9372 voti (0,42%) rispetto al leghista Roberto Cota.
Carriera al Parlamento Europeo
Nel 2014, a 70 anni, Mercedes Bresso si candidò al Parlamento Europeo. Con 100.760 preferenze è stata la terza più votata del Pd nella Circoscrizione Nord-Ovest nel pieno del trionfo renziano del 41,8%. Da Europarlamentare ha guidato la transizione del PD verso il Partito Socialista Europeo.
Bresso è stata ritenuta a lungo una delle Europarlamentari più vicine a Matteo Renzi. Anche dopo la sua uscita da Palazzo Chigi, ha difeso strenuamente la sua eredità politica. “Il Partito Democratico è, e deve continuare a essere, centrale nella costruzione e nella difesa della nostra Europa”, ha scritto nel 2017 su Huffington Post. “Penso ad esempio all’Europa a due velocità, che può diventare la risorsa per evitare che l’intero sviluppo delle politiche europee venga bloccato da alcuni Paesi e la risposta a Visegrad e ai populismi vari che stanno prendendo piede nelle nostre nazioni”.
Nel 2019, dopo anni a lavorare sui dossier principali dell’economia e degli affari costituzionali Ue, Bresso si è ricandidata. Risultò la sesta più votata, più che dimezzando a quota 43mila le sue preferenze. A 75 anni si è trovata così fuori dal Parlamento europeo. Nel 2023 tornerà nel palcoscenico di Strasburgo. E alla barca dei socialisti europei, travolta dalle onde del Qatargate, la sua esperienza non potrà non essere utile