Un voto scontato che premia le qualità di Roberto Gualtieri; un sindaco ormai certo che deve rendere vivibile una città che fino ad ora ha solo cercato di sopravvivere. Gli sfidanti di Gualtieri non all’altezza: Michetti è squalificante, Raggi ha sbagliato campagna e Calenda è ossessivo coi social.
Christian Raimo: “Voto scontato, avversari di Gualtieri non all’altezza”
Christian Raimo, scrittore, giornalista e assessore alla cultura del Municipio 3 di Roma, commenta il voto al ballottaggio nella Capitale che, dopo già al primo exit pool premia largamente Roberto Gualtieri e il centrosinistra.
“È un voto scontato, che premia la qualità di Gualtieri e l’ambizione dei romani per una città vivibile e una classe politica dignitosa. Emergono due dati importanti dal voto di Roma e nazionale: le persone votano poco, quindi la democrazia è malata; e poi che la politica non ha prodotto novità. Il Pd vince e i sindacati guidano le manifestazioni: la stagione populista è finita male”. Procede poi analizzando l’identikit del nuovo sindaco della Capitale.
“Gualtieri ha vinto con una percentuale importante; ha una storia culturale e intellettuale alle spalle che gli permetterà di fare scelte autonome e pensate. A questo vantaggio fa da contraltare la difficoltà di fare il sindaco a Roma: la città e il Pd romano, quello che emergeva con tonalità fosche del “rapporto Barca” – un dossier presentato alla Festa dell’Unità del 2015, in cui si analizzava la situazione drammatica del circolo capitolini del partito. Alcune cose stanno cambiando”. A cominciare dalla possibile giunta. “La nuova giunta dovrà essere di alto livello intellettuale e politico per aggiustare Roma. Ci vorrebbe poi ambizione per una città più viva e non solo vivibile. L’esperienza della giunta Marino aveva personalità politiche – come Causi e Stella – e tecnici – come Coppola e Buccini – di spessore. A Roma serve un Chief Resilience Officer come a Milano, servono ruoli strategici nelle partecipate. Spero non ci sia uno spoil system di basso livello. Mi auguro che Gualtieri faccia il sindaco di sinistra: Roma è una città povera, non degradata. La sporcizia e la disorganizzazione sono una conseguenza della povertà”.
Michetti? “Squalificante anche per una città in declino”
L’intellettuale attivo in politica commenta poi i tre principali sfidanti di Gualtieri, analizzandone le ragioni della sconfitta. “Michetti è stato squalificante anche per una città in declino, anche per il centrodestra. Non è riuscito a convogliare nemmeno il voto dello scontento. Non ho mai pensato che potesse avere chance.
Virginia Raggi invece poteva avere qualche possibilità, ma ha condotto una campagna elettorale inconcludente che non le ha fatto sfruttare la parte della città che ancora la supportava. Si era giocata bene le sue carte, sfruttando il momento dopo la cacciata di Ignazio Marino, come sindaca di lotta e di governo. In questa campagna elettorale ha insistito sull’essere di governo, ma ha distrutto Roma e non poteva essere un’arma. Avrebbe dovuto insistere sull’essere una sindaca di lotta. Non ha intercettato le istanze della società civile che sono l’anima dei Cinque Stelle.
Calenda? “Pensava di vincere sui social”
Calenda in campagna elettorale ha mostrato i suoi limiti: una persona inaffidabile, incapace di crearsi una squadra, tutto personalizzazione e poca conoscenza di Roma. Poi è compulsivo sui social”. Secondo Raimo, i veri sconfitti del voto sono le opzioni Bertolaso e Angeli, dei tecnici improvvisati e chiamati in città dal nulla (nel caso di Bertolaso dopo aver gestito la campagna vaccinale in Lombardia e l’ospedale in Fiera di Milano). “Il voto conferma come nei partiti esistono le squadre politiche sul territorio e un collante con il mondo intellettuale che possono dare soluzioni politiche. Ci sono persone ed esperienze che possono fare politica in modo dignitoso. Ce ne dovrebbero essere di più”.