Perché leggere questo articolo? L’Europa alla prova di jihadismo di ritorno e immigrazione ha, per Angelo Ciocca, fallito. True-news.it ha intervistato l’eurodeputato leghista sull’agenda del Carroccio per cambiar rotta.
L’Europa? Su terrorismo e gestione dell’immigrazione ha fallito. Angelo Ciocca, europarlamentare della Lega e tra i volti di punta di Identità e Democrazia, non ha dubbi. Parlando con True-News il deputato europeo di Pavia attacca la gestione delle politiche migratorie comunitarie, il trattato di Dublino e la gestione della sicurezza in Europa. Tanto labile, a suo avviso, da rendere precaria la stessa stabilità della “capitale” dell’Ue, Bruxelles, recentemente funestata da un nuovo attentato jihadista.
L’attentato di Bruxelles ha riaperto la questione della sicurezza antiterrorismo in Europa. Che opinione ha in merito?
“Ciò che è accaduto a Bruxelles dimostra solo una cosa, ed è il fallimento di questa Unione europea che dal 2011 ad oggi ha permesso ad un tunisino già pregiudicato ed ex galeotto, condannato in passato in Tunisia per terrorismo, di girovagare libero sul territorio comunitario senza che nessuno facesse nulla. E’ evidente che, come più volte abbiamo sostenuto in questi anni, servirebbe espellere chi minaccia la sicurezza di tutti e chi non ha diritto di essere accolto. Allora perché era ancora a Bruxelles? E’ ovvio che qualcosa non funzioni e il sistema vada completamente riformato. Come tra l’altro la Lega sostiene da anni”.
Ritiene problematico che una delle “capitali” della radicalizzazione islamista siano le periferie di Bruxelles, epicentro delle istituzioni europee?
“C’è un dato che in questi giorni ho portato alla luce, anche a seguito del mio intervento in plenaria al Parlamento europeo di Strasburgo, ed è quello che riguarda la presenza di almeno 600 radicalizzati in Belgio. Ed è assurdo che la polizia belga abbia schedato 600 persone legate a un’ideologia jihadisti e nessuno dica nulla. Cosa aspettiamo?
Ritiene l’Europa concentrata su problematiche lontane dalla sicurezza dei suoi cittadini?
“Quest’Europa, che si preoccupa di decidere se dobbiamo mangiare insetti, se dobbiamo chiamare i nostri genitori non più mamma o papà, ma genitore 1 e 2, se dobbiamo o no rimuovere il crocifisso ed il presepe, che sostiene e finanzia il velo islamico, che indirettamente ha finanziato il terrorismo islamico, è ancora una volta fallimentare su tutta la linea e quest’ultimo episodio l’ha dimostrato. Per ore un attentatore ha avuto tutto il tempo di caricare l’arma, sparare su innocenti in nome di una non religione e seminare panico e terrore per la capitale d’Europa, lì dove si dovrebbe decidere la sicurezza di tutti noi. Semplicemente inaccettabile”.
L’attentatore di Bruxelles era entrato in Italia via Lampedusa. Ritiene possibile il ripetersi di infiltrazioni di questo tipo?
” Sono stato tra i primi a sostenerlo già giorni prima che accadesse ciò che oramai, ahimè, è diventato noto a tutti sulle prime pagine di tutti i giornali del mondo. Eppure la sinistra ci aveva dato degli sciacalli. Con ciò che sta avvenendo in Medio Oriente, una polveriera pronta ad esplodere da un momento all’altro, è inevitabile che il rischio infiltrazioni attraverso l’immigrazione illegale ed incontrollata ci sia. Ed oggi è più concreto che mai. Serve intervenire affinché l’Europa prenda coscienza del fatto che il problema non è più solo italiano o dei paesi ponte, ma comunitario. E che se non si procede per regolamentare bloccando l’immigrazione illegale episodi del genere potrebbero ricapitare nuovamente. Occorre agire per prevenire tutto questo espellendo chi dimostra di avere propensioni verso un mondo estremista islamico che non ha nulla a che vedere con la cultura occidentale. E c’è persino chi ancora vorrebbe fare entrare la Turchia islamica in Europa! Ogni volta che accadono cose simili a me tornano in mente le parole di Oriana Fallaci. Più attuali che mai”.
L’emergenza migratoria e l’escalation terroristica per molti portano all’interesse pubblico il tema del superamento degli accordi di Dublino. Qual è la sua opinion a riguardo?
“Noi chiediamo da tempo che l’Ue si attivi per riformare Dublino, perché il problema oggi è innanzitutto comunitario. Serve comprendere che il problema non è più solo del Paese di primo approdo, ma di tutta l’Unione. Il superamento dell’accordo di Dublino è cosa giusta e necessaria e in Europa siamo al lavoro non solo per questo, ma anche per capire come prevenire le partenze bloccandole direttamente nei paesi d’origine, con accordi mirati. Difficile considerando che molti Paesi africani sono in mano a veri e propri dittatori, pronti a ricattarci con l’immigrazione. Ma serve intensificare gli sforzi nell’aiutare queste persone a casa loro. Con azioni coordinate. Da soli non si va da nessuna parte”.
Il tema del superamento degli accordi di Dublino potrà essere al centro di una convergenza del centrodestra europeo dopo le elezioni comunitarie del 2024?
“Assolutamente sì, ma per prima cosa serve cambiare questa maggioranza, che al momento è spostata a sinistra. Il primo passo è rivoluzionare questa Europa, solo così potremo attuare cambiamenti significativi. La maggioranza Ursula, voluta da sinistra e verdi, ha dimostrato il suo fallimento. Ed è ora di rivoluzionarla”.
Nel breve periodo sull’emergenza migratoria l’Europa pensa alla gestione dei flussi migratori. Come giudica le iniziative prese con Paesi terzi e sulla gestione europea della questione migratoria?
“Affidare la gestione della “prima linea” a Governi instabili è da folli ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti: se l’Ue promette ingenti quantità di denaro e poi disattende gli accordi il rischio di ritorsioni non è da escludersi. Come dicevo prima serve agire in maniera capillare e unitaria. Senza finto buonismo, ma con azioni concrete e unità d’intenti. Invece con la Tunisia l’Europa ha commesso dei passi falsi. Non sempre si è dimostrata puntuale nel rispettare gli accordi intrapresi e alla fine il banco di trattativa è saltato, con il solo risultato di vanificare le azioni del Governo che, dopo innumerevoli sforzi, era anche riuscito a smuovere qualcosa. Il rischio? Di ritrovarci a dover affrontare ciò che già successe con il dittatore Erdogan, quando minacciò l’Europa di invaderla con milioni di profughi siriani. Ad oggi l’Ue è responsabile ed è sotto gli occhi di tutti.”