Perchè quest’articolo potrebbe interessarti? La Fascia di Miss Destra Estrema questa settimana è andata a Cristina D’Avena, rea di aver accettato di esibirsi all’evento per il decennale di Fratelli d’Italia. La performance, criticatissima sin dalla vigilia a colpi di social cazzotti, si è rivelata in realtà un vero colpo á la Occhi di Gatto per l’interprete: tra una sigla e l’altra, ha piazzato un ottimo pippone sull’amore universale e i diritti LGBTQ+. In faccia ai Meloners. E Twitter? Muto.
Un Ddl per abolire i cartoni animati ai bambini (delle famiglie) di destra. Stavamo più o meno a questo punto fino a ieri l’altro quando, onta delle onte per tutt* ə compagn*, giunse l’annuncio di Cristina D’Avena sul palco dell’evento per il decennale di Fratelli d’Italia. “Boycot Pollon”, si gridava via Twitter, con grandi paternali sul fatto che un’artista, soprattutto se icona gay, non dovrebbe muoversi e campare seguendo il vil denaro, ma il sacro volere dei social. Che pagano in visibilità.
Il cortocircuito Cristina d’Avena
Il cortocircuito era più che evidente già da Marte, considerato che, se la cantante fosse andata alla Festa dell’Unità di Buffalmacco, nessuno avrebbe avuto da ridire. Ciò implica, per sottinteso, che esistano palchi adatti e altri invisi, che chi vota a destra non merita di ascoltare musica, manco le sigle dei cartoni. Un atteggiamento molto tollerante da parte di chi si batte “da sempre” per uguaglianza, diritti, pari opportunità et similia, anzichenò.
Sia come sia, la D’Avena si è pure ritrovata a scusarsi prolissamente via social con un messaggio che ha fatto infervorare ancor di più quelli che ben pensano: “La toppa è peggio del buco“, “Io ti maledico, anzi, ti tolgo il follow”, “Sei una delusione”. Robe che manco Gesù quando Suor Cristina l’ha mollato per darsi alla secolare laicità.
Un colpo alla occhi di gatto
Sapevamo che Cristina D’Avena fosse amata da tutti, grandi e piccini, ciò di cui eravamo totalmente all’oscuro era che fosse invischiata in una tremenda relazione tossica con il suo stesso e medesimo pubblico. Relazione tossica che l’ha portata a giustificarsi, quasi a chiedere scusa, per aver accettato un lavoro. Il suo lavoro. Avrebbe fatto meglio a restare in cucina? Vuolsi così colà dove si puote, ossia il divin Twitter.
La figuraccia era nell’aria, insomma, e infine c’è stata. La sera di giovedì 15 dicembre 2022, una Cristina D’Avena in gonna rainbow sale sul palco per intonare le sigle con cui perfino i cosiddetti “fasci” sono pur cresciuti. Ma non si limita alle canzonette. Tra una melodica filastrocca e l’altra, piazza la bomba a mano: un discorso sull’amore universale e sul diritto di tutti a far coppia con chi je pare, entrambi concetti, dice, che la sigla di Lady Oscar incarna e veicola alla perfezione: “Anche per questo, mi piacerebbe cantarla insieme a voi”. I Meloners obbediscono senza eccepire, in visibile giubilo.
Cristina D’Avena puffa la sinistra
Era dai tempi del trionfo di Vladimir Luxuria all’Isola dei Famosi (correva l’anno 2008) che la Sinistra, o quel che ne rimane, non otteneva una vittoria così mastodontica. Che, tanto per cambiare, chi la supporta è riuscita a invalidarsi da sola ancor prima che avvenisse. Cintura nera di figure barbine, l’intellighenzia che vota “dalla parte giusta della storia” è stata nuovamente puffata, dimostrando di non essere in grado di mangiarsi un’emozione nemmeno quando gli viene apparecchiata di fronte al muso, perennemente torvo, giudicante, censore. Roba che Pollon combinaguai dev’essere diventata rossa. D’imbarazzo.