Il Coronavirus non solo ha cambiato il nostro modo di vivere, di socializzare e di lavorare (nell’attesa che la pandemia si risolva) ma sta trasformando anche politica italiana. Un primo esempio? Un crescente numero di medici che decidono di entrare in politica.
Certo, non che in epoca pre-Covid medici in politica non ce ne fossero – tre nomi “celebri” sono l’ex ministro dei trasporti Pd Graziano Delrio, l’ex ministra della salute grillina Giulia Grillo e l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino – ma dopo l’arrivo del Coronavirus il fenomeno è in vertiginoso aumento anche a livello locale.
Luca Bernardo: il pediatra del centrodestra che punta a diventare sindaco
Esempio più lampante di questa “evoluzione” nella politica è il capoluogo meneghino dove Luca Bernardo, candidato sindaco del centrodestra, viene proprio dal mondo medico. Pediatra di professione, ha iniziato la sua carriera all’ospedale San Paolo di Milano ma vanta esperienze anche negli Stati Uniti d’America. Dal 2010 è direttore ad interim del reparto di neonatologia (e terapia intensiva neonatale) dell’ospedale Macedonio Melloni e Direttore Dipartimento Materno-Infantile dell’Asst Fatebenefratelli-Sacco di Milano. Ma per lui la politica non è una novità assoluta: alle comunali meneghine del 2006, infatti, si era candidato nella lista di Letizia Moratti ottenendo 200 preferenze.
Annarosa Racca, la presidente di FederFarma Lombardia scalzata da Luca Bernardo
Il nome di Luca Bernardo, fino a qualche giorno prima dell’ufficialità, è stato in competizione con quello di Annarosa Racca, presidente di FederFarma Lombardia. Laureata in farmacia e milanese doc la figura di Racca rientra nel “bacino sanitario” dal quale il centrodestra è andato a pescare alla ricerca di un avversario da contrapporre a Beppe Sala nella corsa verso Palazzo Marino. Se verrà candidata dal centrodestra in qualche lista a supporto di Bernardo, si vedrà: certo è che si era detta disponibile ad essere candidata sindaco del centrodestra a Milano, ma la coalizione ha preferito la carta Luca Bernardo. Va ricordato anche il caso di Gianvincenzo Zuccotti, clinico di alto profilo del Fatebenefratelli-Sacco e preside della facoltà di Medicina all’Università degli Studi di Milano, per settimana papabile successo di Giulio Gallera in Regione Lombardia come assessore al Welfare prima dell’ingresso di Moratti nella squadra di Attilio Fontana.
“Milano in Salute”, la lista per Beppe Sala dei “professionisti della salute”
Non è solo il centrodestra, però, che si affida ai medici per ottenere consenso. Beppe Sala infatti, alla ricerca di una riconferma a Palazzo Marino, sarà appoggiato da una lista civica chiamata “Milano in Salute”. Anche in questo caso, come il nome può ben suggerire, saranno in primo luogo medici a metterci la faccia in prima linea seguiti da psicologi, infermieri, assistenti sociali. Insomma, da “professionisti dalla salute” a “professionisti della politica” il passo è breve.
Marco Fumagalli, il medico volontario nei centri di accoglienza
Dunque capolista della lista “Milano in Salute” sarà Marco Fumagalli, medico, direttore sanitario e già consigliere comunale. Specializzato in dermatologia e venereologia, ma anche in allergologia e immunologia Clinica, Fumagalli fa il volontario anche in un centro di accoglienza in un ambulatorio per extracomunitari. E in primavera è stato fra gli uomini ad aver convinto il sindaco a recarsi in visita da una delle Brigate Volontarie per l’Emergenza dove Sala si è fatto anche un tampone a favore di telecamere. Che si tratti del primo tentativo di “istituzionalizzazione” del movimento a metà fra “spontaneismo ambrosiano” (con varie anime) e politiche sociali che durante la pandemia ha aiutato i ceti sociali meno abbienti nelle perifeire meneghine?
Francesca Ulivi, direttrice generale della Fondazione italiana diabete
Francesca Ulivi, giornalista e direttrice generale della Fondazione italiana diabete, è l’altra carta del mazzo della lista “Milano in Salute” voluta dal sindaco di Milano Beppe Sala. In ticket proprio con Marco Fumagalli, Ulivi si era già candidata nel 2018 alle regionali (lista di Giorgio Gori) senza però riuscire ad ottenere il seggio. Ora la giornalista, sull’onda dell’aumento dei medici in politica, ci riprova.
“Milano in Comune” punta su Alessandro Lanzani, medico fondatore di Medicina Solidale
Ha cercato un appoggio medico anche Milano in Comune, lista di sinistra che ha il suo fulcro milanese in Basilio Rizzo (attualmente consigliere comunale). Lo dimostra il fatto che uno dei sei capilista, Alessandro Lanzani, è tra i fondatori di Medicina Solidale. Nato da un gruppo di medici nel corso del secondo lockdown il progetto ha offerto consulenze telefoniche in tutta Italia a cittadini in difficoltà per il Covid. In seguito Medicina Solidale, assieme alla Brigata Sanitaria Soccorso Rosso, ha promosso nelle piazze di Milano un servizio di tamponi sospesi. Come con la sinistra ci saranno Alberto Del Nero e Fulvio Aurora di Medicina Democratica. Il programma? Ripresa del tracciamento con test e tamponi rapidi gratuiti, assunzioni immediate di personale per realizzarli e utilizzo delle risorse per le emergenze: ecco il cuore del loro Piano anti Covid.
Allargando lo spettro da “medicina” a “welfare” ecco che nella lista del sindaco di Milano c’è l’ex presidente delle Acli, Paolo Petracca, in un’interessante sfida interna con l’attuale assessore alle Politiche sociali, Gabriele Rabaiotti. Nello stesso campo di centrosinistra, ma altra formazione, a vedersela con loro per un possibile ruolo in Largo Treves anche Lamberto Bertolé, il presidente del consiglio comunale e numero uno della cooperativa Arimo, fra le più importanti realtà della cooperazione sociale a Milano.