Primo atto da sindaco? Tavolo su Giubileo 2025. Non ha dubbi Roberto Gualtieri sulle priorità di Roma. Così tra una stoccata a Virginia Raggi (“la città è un disastro, Raggi ha fallito”) e un’altra a Carlo Calenda (“Rischia di favorire Raggi”), l’ex ministro dell’Economia e delle Finanze che si diletta con la chitarra acustica al suono di “Bella Ciao”, da candidato a sindaco della Capitale ha un’ossessione: il Giubileo.
Stessa linea del leader di Confindustria, Carlo Bonomi: “Il Recovery? Sembrerebbe non avere una cornice nella quale focalizzare gli interventi stessi. Per noi l’idea potrebbe essere di focalizzare gli interventi con un obiettivo, vale a dire traguardando 2 eventi: il Giubileo del 2025 e il millenario della morte di Cristo nel 2033” dice il numero uno degli industriali.
Fra il sacro e il profano meglio il sacro. Curioso che questa attenzione venga da un uomo della sinistra e dal capo degli imprenditori italiani. Il Vaticano che fa nel frattempo? Parla di Roma. È stato Monsignor Benoni Ambarus, in audizione alla Camera dei Deputati presso la Commissione Affari costituzionali, il 25 maggio, a lanciare una “riforma per riproporre idea di città”.
Comunali Roma 2021, l’attivismo del Vaticano
Roma. “È indubbio – ha detto il neo vescovo nominato il 20 marzo da papa Francesco ausiliare di Roma con la delega alla carità, alla pastorale dei migranti (in particolare rom e sinti) e l’incarico dell’Ufficio missionario diocesano – che ci sono punti di debolezza. Oggi Roma è una città fragile e diseguale e questo ha avuto una accelerazione dal Covid”.
Tra i punti di maggiore criticità, il neo vescovo, ha citato la questione abitativa. “C’è un disagio abitativo grave con carenze da 25 anni ed un aggravamento enorme per le famiglie più povere. I dati parlano di 13 mila in lista di attesa per l’assegnazione, da anni, di una casa popolare, di famiglie che si trovano a gestire 4.200 sentenze di sfratti per morosità nel 2109 e con una ancora troppo bassa assegnazione di case popolari”.
Il disagio economico? Morde la capitale secondo l’emissario del Vaticano, con un 40% di cittadini che ha dichiarato un reddito di 15mila euro e con la presenza di più di 7mila pensioni di cittadinanza. “Proprio il duro tempo del Covid ha mostrato che c’è bisogno di un mandato chiaro sulla governabilità di questa città” ha detto mons. Ambarus.
“Con una realtà socio-sanitaria spesso contraddistinta da inefficienze nei servizi. C’è disomogeneità nelle procedure delle Asl che spesso hanno disposizioni diverse, con cittadini e associazioni all’inseguimento dei diversi cambiamenti e disomogeneità amministrative”.
Il tutto mentre sono ormai 10mila i senza dimora in città e altri 1.200 i nuclei familiari che vivono nei residence con grosse spese per l’erario pubblico.
Statuto speciale e differenze tra Municipi: il dibattito sulle comunali 2021 a Roma acceso dal Vaticano
“Solo nel Lazio ricordo che – ha aggiunto Ambarus parlando invece di convivenza fra culture e etnie – l’11,6% della popolazione è di origine straniera mentre a Roma questo numero raggiunge le 600mila unità alle quale va aggiunto un terzo in più di non residenti. Nelle scuole primarie sono presenti almeno 70 mila studenti nati da famiglie straniere. Insomma, tutti i popoli del mondo stanno formando il nuovo volto di Roma e bisogna prenderne atto per dare un respiro ampio a questa città”.
Infine per il Vescovo ausiliare “c’è un welfare municipale che non sempre è adeguato ed è disperso in diversi rivoli. Ci sono differenze tra Municipi con una macchina burocratica che rallenta le soluzioni ai problemi. Occorre avere un sussulto da capitale europea e forse serve uno statuto speciale – ha concluso – perché ci sia al centro il bene della città e si metta mano ai primi problemi sociali che sono quelli dell’abitare e del sistema socio-sanitario. Serve un mandato chiaro per una consapevolezza nuova di città europea e mediterranea”.
Non sarà “Bella Ciao”, ma suona meglio.