Guerra e Pace, come il romanzo di Tolstoj. Questo è il titolo del convegno che sarà ospitato il 6 luglio nella Sala Stampa di Montecitorio. Un appuntamento che sta facendo discutere, e che si è già beccato la bollinatura di “putiniano”. Infatti parteciperanno all’evento tre parlamentari molto discussi per le loro posizioni sulla guerra in Ucraina.
Tre deputati pro-Russia
Si tratta della senatrice Bianca Granato, ex grillina del Gruppo Misto iscritta ad Alternativa, del deputato di Alternativa Pino Cabras e della sua collega Jessica Costanzo, di Italexit di Gianluigi Paragone.
Tutti e tre con un passato nei Cinque Stelle, tutti e tre in prima linea contro la linea del governo di Mario Draghi per quanto riguarda il conflitto russo-ucraino. In particolare aveva fatto discutere la senatrice Granato che, a pochi giorni dallo scoppio della guerra, aveva dichiarato: “Putin combatte per tutti noi contro l’ordine mondiale”.
L’organizzatore
Tiberio Graziani, presidente della piattaforma internazionale Vision and Global Trends-International Institute for Global Analyses, organizzatore del convegno alla Camera, non si scompone. Interpellato da true-news.it, rifiuta l’etichetta di putiniano: “Io sono uno studioso e analizzo le questioni dal punto di vista analitico e accademico, non faccio politica”.
Graziani non si scompone nemmeno quando gli ricordiamo le dichiarazioni apertamente putiniane della senatrice Granato. “Parliamo di politici, che ovviamente hanno il loro frasario, su cui non entro nel merito. Comunque abbiamo deciso di invitare questi tre parlamentari perché rappresentano un’opposizione, seppur minoritaria in Parlamento. Questa potrebbe crescere in previsione delle prossime politiche, perché rappresenta una grande parte degli italiani. Almeno stando a quanto dicono i sondaggi sulla guerra in Ucraina e sull’invio di armi a uno dei due contendenti di questa guerra”.
In Italia non c’è dibattito
Secondo Graziani il suo convegno è utile. “Su tema così importante come la guerra in Ucraina e soprattutto sull’invio di armi da parte dell’Italia, non c’è stato un vero dibattito pubblico. In Parlamento e nel Paese. Sono mancati momenti di grande confronto come è tradizionalmente avvenuto da sempre in Italia, pensiamo ai referendum sull’aborto e sul divorzio”.
Questa mancanza di dibattito – secondo Graziani – è da rintracciare nel cambio di paradigma della politica italiana, rispetto “alla tradizione solidaristica e popolare che è sempre stata portata avanti sia dalla Democrazia sia dal Partito Comunista Italiano”. “Adesso invece – prosegue Graziani – l’Italia si sta muovendo soltanto su una rivisitazione dell’impostazione liberal-democratica di tipo anglosassone, anglo-statunitense. E infatti anche l’attuale premier Draghi appartiene a quella sfera culturale, anche per quanto riguarda le sue esperienze professionali precedenti”.
Pagheremo le scelte del governo
Secondo l’organizzatore del convegno putiniano “Queste scelte del governo legate alla guerra in Ucraina le pagheremo anche a livello economico. Ci saranno delle scadenze, e i partiti nella prossima campagna elettorale per le elezioni politiche dovranno recuperare il consenso che stanno perdendo tra i cittadini che sono contrari all’invio di armi all’Ucraina”. Graziani prevede, nei prossimi mesi, “un’Italia sempre più divisa per quanto riguarda il nostro coinvolgimento nel conflitto, con un governo e un Parlamento che sembrano essere totalmente autoreferenziali, dato che anche l’opposizione di Fratelli d’Italia ha votato compattamente a favore delle iniziative del governo sulla guerra in Ucraina”.