In Italia sono crollate le adozioni, sono l’85% in meno di 10 anni fa. Eenti e associazioni sono a rischio chiusura. La fotografia del report di Cifa è impietosa e il presidente Gianfranco Arnoletti non nasconde il proprio sgomento: “Non so quanto sopravviveremo. Un tempo facevamo almeno 300 adozioni internazionali l’anno, ora non arriviamo a 50”.
Il calo
Nel 2021 si sono effettuate 563 adozioni internazionali in Italia, la maggior parte delle quali da Bolivia e Brasile. Vent’anni fa erano state più di 8mila. Ci sono paesi come la Cina che a causa del Covid hanno sospeso le pratiche di adozione. “La Commissione del governo ha scritto molti appelli alle autorità cinese – dice la dirigente del Cai – ma non riusciamo a sbloccare la situazione.
Ma è una tendenza simile in tutti i 24 Paesi del mondo che accolgono le adozioni: fra il 2004 e il 2018 si è passati – in totale – da 45.483 a 8.299 adozioni: l’81,7% in meno.
Crisi, pandemia e guerra
Le ragioni per il precipitare del numero delle adozioni sono varie. A partire dalla crisi del 2008, a cui ha fatto seguito la pandemia e ora la situazione turbolente in Ucraina. A questo si aggiungono le difficoltà burocratiche nell’adozioni di un bambino straniero.
Mentre in Italia e in Europa i numeri delle adozioni calano, quelli dei bisognosi aumentano. Nel mondo ci sono 140 milioni di orfani, 3 milioni dei quali stanno in un istituto. Ogni giorno almeno 10mila bambini perdono un genitore per guerre, siccità, povertà, catastrofi naturali.
Rimangono anche questioni economiche aperte. In Italia ci sono 5 milioni di coppie italiane senza figli. Se accedessero alla fecondazione assistita, questa sarebbe interamente rimborsata dallo Stato. Se invece adotta un bambino, solo dopo anni avrà l’aiuto dello Stato e solo per coprire il 50 per cento delle spese. L’adozione, dunque, è ancora considerata una scelta di serie B.
Difficoltà e attese
Il percorso per l’adozione è complesso. Per prima cosa serve l’idoneità dal proprio Tribunale dei minori, per dimostrare di avere le caratteristiche psicologiche, fisiche ed economiche. Occorrono almeno 2-4 anni per arrivare all’adozione vera e propria.
Al momento in Italia ci sono circa 2800 coppie in attesa di un bambino, stando alle stime del Cai – Commissione adozioni internazionali. Il lasso di tempo tra domanda di adozione e l’autorizzazione all’ingresso è stimato in 45 mesi. Si va da un massimo di 73 mesi per far arrivare un bambino da Hait, fino ai 36 mesi dall’Ucraina.
Chi adotta e da dove
In generale il profilo delle coppie adottive – dice il Report della Cai sugli ultimi dati profilati – conferma la tendenza al rialzo dell’età media, con un alto livello culturale e socio-economico: l’età media dei mariti, alla data di autorizzazione all’ingresso del minorenne, supera i 47 anni (47,2) e quella delle mogli si attesta sopra i 45 anni (45,5), mentre le coppie adottive posseggono una laurea in misura pressoché tripla rispetto alla media. I Paesi più coinvolti sono: India, Colombia, Russia, Bielorussia, Vietnam, Ungheria, Cina, Bulgaria, Ucraina, Perù, Filippine, Nurkina, Bolivia, Brasile, Congo, Etiopia. Seguono con numeri più piccoli Thailandia, Haiti, Corea del Sud, Albania, Armenia, Lituania, Romania, e altri 20 Paesi del mondo più povero.