Perché leggere questo articolo? Tra gli osservatori della politica è cominciato a circolare il nome del ministro della Difesa Guido Crosetto come possibile “riserva della Repubblica” nel caso si materializzasse una crisi di governo. Le mosse del cofondatore di Fdi, dal dialogo con Fi ai distinguo su Vannacci.
Forse per dissimulare, per annacquare un potenziale dualismo dentro Fratelli d’Italia, fonti parlamentari del centrodestra interpretano così l’attivismo del ministro della Difesa Guido Crosetto: “Non è tanto un avversario interno per la Meloni ma sta diventando ‘la riserva della Repubblica’ del melonismo e in questa fase è addirittura utile a Palazzo Chigi”. In questa fase, poi non si sa cosa potrebbe accadere.
Crosetto la riserva della Repubblica
Intanto Crosetto, dopo il caso di Andrea Giambruno e il duello sulla tassa sugli extraprofitti, è diventato il pontiere che tiene in vita il dialogo tra Fdi e Forza Italia. Dal partito azzurro esprimono apprezzamenti quasi unanimi per il titolare della Difesa. Che, grazie al suo background, è ora un asset politico fondamentale per la tenuta del governo Meloni. Di scuola democristiana, ex Forza Italia ed ex Pdl, ma tra i fondatori di Fratelli d’Italia insieme alla premier. È il canale di comunicazione tra Palazzo Chigi e l’ala moderata della coalizione. Ma è anche la carta di riserva ideale in caso di una crisi dell’esecutivo che coinvolga direttamente Meloni.
Nel Palazzo se ne parla, a mezza bocca e non. Lui, intanto, con abilità mette i puntini sulle i. Dei distinguo silenziosi rispetto alla fazione più chiassosa di Fratelli d’Italia. Al netto del caso Giambruno e dei sospetti di Meloni su una trama ordita da Forza Italia e Mediaset, Crosetto si è posizionato strategicamente quando si è aperta la prima vera crepa tra Fi e Fdi, in estate con la tassa sugli extra profitti delle banche. In quell’occasione il liberale Crosetto non ha nascosto le sue perplessità a chi lo ha chiamato dal partito azzurro, chiedendo chiarezza ai piani alti dell’esecutivo e ai vertici del suo partito.
La faglia Meloni-Crosetto
In quei giorni si apre una faglia con Meloni e i contatti tra il mondo di Forza Italia e il titolare della Difesa si intensificano sempre di più. La parte moderata del centrodestra e il top player di Fratelli d’Italia si ritrovano sulla stessa lunghezza anche sul caso del generale Roberto Vannacci. Crosetto prende subito provvedimenti e si dissocia dalle frasi del militare. Una componente del gruppo dirigente di Fdi lo difende. Quello stesso cerchio magico, a partire da Giovanni Donzelli e da Francesco Lollobrigida, che è stato oggetto di critiche private anche da parte dello stesso ministro della Difesa.
Le gaffe e le leggerezze come quella di Donzelli sul caso Cospito o gli scivoloni di Lollobrigida sulla “sostituzione etnica”, non hanno fatto altro che accrescere i dubbi all’interno di alcuni settori politici e non solo che hanno scelto di sostenere il governo di Giorgia Meloni. Mondi che guardano anche al ministro della Difesa come un interlocutore credibile, più affidabile di un giovane gruppo dirigente, considerato “leggero” politicamente.
Il “tagliando di governo”
Nel mezzo c’è la premier Meloni, tallonata da una crisi galoppante e preoccupata dalle voci sotterranee ma incontrollate su un “tagliando di governo” che potrebbe addirittura portare a una sua sostituzione a Palazzo Chigi. In quel caso Crosetto sarebbe considerato come uno dei possibili “traghettatori”. Ma forse pure qualcosa di più. In fondo è stato comunque uno dei fondatori di Fdi, proprio insieme a Meloni.