Perché potrebbe interessarti questo articolo? Alla Camera è stata presentata la proposta di legge sul congedo mestruale alle donne, firmata dalla deputata di Sinistra italiana, Elisabetta Piccolotti. Da un tema d’avanguardia femminista viene lanciata alla sfida alla prima presidente del Consiglio, allargando la vicenda ai temi del lavoro e della parità salariale. Più in generale dei diritti al femminile.
Dal congedo mestruale parte la sfida delle donne in Parlamento alla donna presidente del Consiglio. L’opposizione cerca un rilancio su un tema che riguarda da vicino le donne, manco a dirlo, come i dolori delle mestruazioni. Se sia una battaglia femminista o meno, non conta: si vedrà la risposta politica nei contenuti, che porta un dibattito particolare nelle Istituzioni, che spalanca la strada al confronto, più in generale, dei diritti delle donne. Questione su cui la premier, da donna, non può usare la strategia della minimizzazione.
Donne d’opposizione all’attacco
Con questo spirito è stata presentata alla Camera l’iniziativa della deputata dell’Alleanza verdi-sinistra, Elisabetta Piccolotti, firmata dall’intero gruppo parlamentare, con la rappresentanza femminile in prima linea nel corso della conferenza stampa. L’oggetto dell’iniziativa è il congedo mestruale nello specifico la possibilità di assentarsi nei giorni del ciclo mestruale da lavoro oppure da scuola.
Il tema è stato lanciato sul tavolo per cogliere la sensibilità della prima donna presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Ma che allarga, come si diceva, ad ampio raggio l’analisi politica sulle iniziative che hanno al centro l’attenzione all’universo femminile, come il lavoro e gli stipendi.
“Sfidiamo la solita risposta che viene data in questi casi: non è la priorità. Rispediamo al mittente il benaltrismo, perché il tema è una delle tante proprietà delle donne», ha detto Piccolotti, che da qui ha lanciato la sfida a Meloni: “La destra ha rivendicato il fatto che ha fatto eleggere la prima donna presidente. Ma dobbiamo annotare che dopo vari mesi dalle elezioni, non abbiamo visto alcun provvedimento in grado di prendere le parti dell’universo femminile. Al momento ricordiamo solo la cancellazione di Opzione donna e il nulla di fatto sul gap salariale”. Così è scattata la richiesta formulata da Piccolotti: “Investiamo le risorse economiche sul capitolo del contrasto alla disparità di genere”..
Proposta di legge sul congedo mestruale
Ma di cosa di parla nel dettaglio ? Il testo illustrato a Montecitorio è un punto di partenza su un tema fuori dai radar della politica. E che con la proposta di legge punta a portarlo nel perimetro del dibattito parlamentare. Gli articoli che la compongono sono tre e prevedono prima di tutto la possibilità di assenza giustificata da scuola per chi soffre di mestruazioni dolorose.
Inoltre, una lavoratrice “che soffre di mestruazioni dolorose ha diritto ad un congedo per un massimo di due giorni al mese”, senza che il congedo sia considerato assenza dal lavoro o equiparato alla malattia. Ovviamente tutto con certificato medico. Infine, il capitolo della “pillola” anticoncezionale, che secondo la proposta dovrebbe diventare gratuita, per la sua funzione regolatrice sul ciclo mestruale delle donne.
“La proposta di legge va incontro a delle esigenze concrete e affronta una questione tabù, di cui ancora ci si vergogna”, ha scandito Francesca Ghirra, altra deputata del gruppo Avs, sottolineando il senso del progetto. “Servono provvedimenti che rispondano alle esigenze delle donne, anche sul lavoro, come stiamo chiedendo fin dall’inizio della legislatura. E – ha aggiunto Ghirra – questa proposta apre un varco in questo dibattito e auspico possa stimolare la, finora scarsa, sensibilità della presidente Meloni verso le donne. Da qui può esserci un cambio di passo”.
Non solo congedo mestruale: diritti sul lavoro e diritto all’aborto
Stessi toni sono stati usato dalla co-portavoce di Europa Verde, Eleonora Evi: “Proponiamo questa misura a un governo che non ha i migliori presupposti verso i diritti delle donne. Fino a oggi è stato completamente assente. E ricordo le dichiarazioni pubbliche della ministra Roccella sulla aborto, per lei è “purtroppo” un diritto».
La deputata ha quindi rilanciato la battaglia: “C’è una spinta dal basso, perché questa proposta affronta un pezzo del welfare italiano, riguardante le donne certo, ma su cui auspichiamo il sostegno dei colleghi uomini”. E se il punto di partenza dell’opposizione al femminile è quello giusto, lo dirà solo il tempo.