Perché questo articolo potrebbe interessarti? Giorgia Meloni ha incontrato Narendra Modi. Italia e India hanno elevato le loro relazioni a livello di partenariato strategico. In arrivo la firma di un memorandum sulla sicurezza e altri accordi. In mezzo alle possibili occasioni da cogliere al volo, il governo deve tuttavia dimostrare di saper gestire un difficile equilibrio tra Nuova Delhi e Pechino.
Clima disteso, sorrisi, strette di mano. Diversi accordi sul tavolo e la possibile firma di un memorandum sulla sicurezza. L’incontro tra Giorgia Meloni e Narendra Modi non poteva iniziare in modo migliore.
Ospite del primo ministro indiano, a Nuova Delhi, il presidente del consiglio italiano ha ricordato il 75esimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra Italia e India. Ha quindi sottolineato i diversi settori su cui “lavorare insieme”.
Settori che includono ambiti altamente sensibili come difesa, sicurezza energetica, transizione digitale. E ancora: tecnologie emergenti, cybersicurezza, spazio. “Sono materie strategiche sulle quali vogliamo collaborare e crediamo che si possa fare molto di più”, ha dichiarato Meloni.
L’Italia chiama, l’India risponde
Un partenariato strategico e l’adesione alla Indo-Pacific Oceans’ Initiative (IPOI). Possiamo dire che Meloni, nella sua missione asiatica, ha subito tagliato due importanti traguardi, con possibili ripercussioni in economia e politica.
Innanzitutto le relazioni tra Italia e India si sono trasformate in un partenariato strategico. E questo è un chiaro segnale di come il governo Meloni intenda intensificare i rapporti con l’altro gigante asiatico. Non con la Cina, con la quale è aperto il tema della Via della Seta, ma con l’India. Un Paese dalle enormi potenzialità non ancora sfruttate, e con un interscambio commerciale con l’Italia aumentato di quasi 15 miliardi di euro negli ultimi due anni.
Il secondo aspetto da considerare riguarda l’adesione dell’Italia alla Indo-Pacific Oceans Initiative (IPOI). Stiamo parlando di un’iniziativa promossa dal governo indiano che si basa su un concetto semplice: la garanzia di assicurare sicurezza e crescita per ciascun Paese situato nella regione indopacifica.
Roma inizierà quindi a cooperare con le autorità indiane per sinergizzare gli sforzi verso un dominio marittimo sicuro, protetto e stabile. Anche attraverso esercitazioni e formazioni congiunte delle rispettive forze armate.
Il compito di Meloni
È proprio la difesa il piatto forte dell’incontro. Un tema da declinare, ovviamente, in chiave economico-commerciale, visto che si parla della firma di un Memorandum sulla sicurezza. Una mossa del genere consentirebbe all’Italia la possibilità di garantire a Nuova Dehli la produzione di specifici armamenti. In cambio, va da sé, di lauti compensi. ù
Ma non è finita qui, perché accordi del genere consentirebbero all’India di avvicinarsi sempre di più all’Occidente e, al tempo stesso, di allontanarsi dalla Russia. È questa, almeno, la speranza degli Stati Uniti, che hanno quindi visto di buon grado la missione di Meloni in Asia.
Sul sito del ministero degli Esteri indiano troviamo i cinque risultati frutto della visita di Meloni:
1) Elevazione dei legami bilaterali India-Italia a “Partenariato Strategico”
2) Adesione dell’Italia all’Indo-Pacific Oceans Initiative (IPOI) nell’ambito del pilastro della cooperazione scientifica, tecnologica e accademica
3) Dichiarazione di intenti (DOI) su migrazione e mobilità
4) Annuncio dello Start Up Bridge India – Italia
5) MoU tra Rabindra Bharti University Kolkata e Consolato Generale d’Italia a Kolkata
Ostacoli da superare
In tutto questo ci sono due ostacoli che il governo italiano dovrà dimostrare di saper bypassare. Ricordiamo, infatti, che Roma ha firmato un Memorandum of Understanding sulla Via della Seta con la Cina.
Erano gli anni del primo governo Conte. Erano gli anni, per intendersi, durante i quali sembrava che l’Italia potesse aprire le sue porte ad una decisa partnership commerciale con Pechino. Alla fine non è successo niente del genere ma quell’intesa è ancora teoricamente valida. Come bilanciare due memorandum stretti con due acerrimi rivali quali sono India e Cina?
Arriviamo poi al secondo punto focale. Va benissimo firmare Memorandum del genere. Ma, proprio come accaduto con quello sulla Belt and Road cinese, questi accordi non portano a niente se non c’è la reale volontà di entrambi i firmatari di arrivare fino in fondo.
La missione di Meloni in India, dunque, sarà un successo soltanto se riuscirà a “cucinare” la tanta carne messa al fuoco. Preferibilmente senza bruciarla. Altrimenti il suo verrà ricordato come un viaggio politico per posizionare l’Italia in una linea mediana tra India e Cina. Così da non far agitare i partner occidentali per un possibile rinnovo del memorandum sulla BRI.